George Orwell non aveva nessuna voglia di fare il librario, e devo dire che lo capisco benissimo. Lo stereotipo del libraio insofferente, intollerante e misantropo [...] trova spesso conferma nella realtà. Ci sono le immancabili eccezioni, ovvio, e molti colleghi di mia conoscenza non sono affatto così: io sì, purtroppo. Ma un tempo ero diverso, e prima di comprare la libreria ero un tipo abbastanza disponibile e amichevole. Se oggi sono quel che sono, è colpa del quotidiano bombardamento di domande idiote, dell'incertezza finanziaria, delle eterne discussioni con il personale, dell'infinito, sfiancante mercanteggiare dei clienti. Eppure, se qualcuno mi chiedesse cosa vorrei cambiare, la risposta sarebbe: Niente.
Mi sono innamorata di Una vita da libraio di Shaun Bythell diversi mesi prima che uscisse, quando Einaudi ha mostrato per la prima volta la copertina, opera magnifica di Jon McNaught. Non sapevo di cosa parlasse il libro (anche se, in effetti, era facilmente immaginabile), né chi fosse Shaun Bythell all’epoca. E no, non conoscevo The Book Shop, la libreria di libri usati di cui Shaun è proprietario in un piccolo paesino della Scozia, Wigtown. Quando ho avuto finalmente il libro tra le mani, e in meno di mezz’ora mi sono ritrovata a pagina cinquanta, l’innamoramento è stato definitivo.
Una vita da libraio, tradotto in italiano da Carla Palmieri, è il diario di un libraio e della sua libreria. Qui, Shaun Bythell racconta l’attività della sua The Book Shop: i clienti che lo visitano, i libri che cercano di vendergli e quelli che va lui a esaminare a casa di personaggi più o meno eccentrici, il rapporto con il territorio (Wigtown è conosciuta come “La città del libro” perché, pur essendo un paesino di circa mille abitanti, conta moltissime librerie, e ogni anno nel mese di settembre si svolge un importante festival letterario) e quello con i suoi dipendenti, passando anche per quello con la rete, internet e sì, persino con amazon (in quanto proprietario di una libreria di libri usati, Shaun Bythell sa di non poter fare a meno di internet, sebbene sia amazon sia AbeBooks non rendano così facile la collaborazione).
Il risultato un racconto ironico e, a tratti, un po’ disarmante di due anni di vita di una libreria dell’usato, con tutti i suoi alti e i suoi bassi. Shaun Bythell apre ogni capitolo con una citazione tratta da Racconti di libreria di George Orwell, un saggio in cui l’autore inglese racconta la sua breve esperienza di libraio: parole spesso ironiche e non sempre lusinghiere, che il proprietario di The Book Shoop fa sue e rielabora, riadattandole ai tempi e alla vita all’interno della sua libreria.
La bellezza di Una vita da libraio, oltre che nello stile che mi ha fatto spesso sorridere per la sua autoironia anche nei momenti in cui più che da ridere ci sarebbe stato da piangere, sta nella capacità di non edulcorare le difficoltà di un lavoro tanto idealizzato quanto, spesso, bistrattato, e di essere onesto fino in fondo. Shaun Bhytell ama il suo lavoro, ama i libri e stare in mezzo a loro, così come ama trovare perle rare in scatoloni di cose vecchie e inutili (e magari fermasi a pescare mentre ritorna a casa); ma al tempo stesso ha i conti da pagare, il tetto e altre parti della libreria spesso da aggiustare, e deve affrontare e sopravvivere quotidianamente alla sua singolare dipendente Nicky e, soprattutto, ai suoi clienti, esseri a volte gentilissimi, altre davvero odiosi e sempre pronti a questionare su prezzi e sconti (quando non telefonano per richiedere un titolo e poi comprarlo su amazon).
Le persone davvero interessate ai libri sono rare, ma coloro che pensano di esserlo sono molto più numerosi. Riconoscerli è facilissimo: entrano in libreria e la prima cosa che fanno è presentarsi come «appassionati di libri», poi non fanno che ripeterti che «amano i libri». Sulle magliette che indossano o sulle loro borse ci sono slogan che spiegano con precisione fino a che punto pensano di adorare i libri, ma il modo più sicuro per identificarli è che mai, nemmeno una volta, ne comprano uno.
Alla fine di Una vita da libraio avrete voglia di partire e di andare in Wigtown al The Book Shop. Per vedere dal vivo questa enorme libreria, a cui si accede attraversando due colonne di libri di pietra, per poi ritrovarsi all’interno di cunicoli e stanzette stracolme di volumi di qualsiasi genere, per poi fermarsi di fronte a un kindle impallinato. Se partire non vi è possibile, potete sempre iniziare a seguire The Book Shop e Shaun Bythell sui social (e magari iscriversi al suo Random Book Club, se spedisce anche in Italia), per non perdere quell’ironia e quella magia che è riuscito a creare nelle pagine di questo libro, semplicemente raccontando la sua vita.
© Oliver Dixon (source: http://bit.ly/2pfkJm0) |
Autore: Shaun Bythell
Traduttore: Carla Palmieri
Pagine: 378
Anno di pubblicazione: 2018
Editore: Einaudi
Prezzo di copertina: 19,00 €
Acquista su Amazon:
formato cartaceo: Una vita da libraio
formato ebook: Una vita da libraio (Einaudi. Stile libero extra)
Ciao :)
RispondiEliminapenso proprio che lo acquisterò al più presto, sembra la lettura giusta per ogni amante dei libri, e poi la copertina è davvero splendida *_*
Sì, la copertina è qualcosa di eccezionale :)
EliminaLo ammetto: mi ispirava più per la copertina, splendida, che per la trama in sé. Ma poi ti leggo e cambio idea.
RispondiEliminaPs. Anche se con qualche mese di ritardo, ho trovato emozionantissimo A misura d'uomo. Roba mia, avevi ragione.
Figurati che io subito non avevo nemmeno capito fosse un diario :P Però è davvero ben scritto ed è divertente, e riesce a dare un punto di vista molto onesto del lavoro di libraio, non sempre così affascinante come si potrebbe immaginare.
EliminaPS: non avevo dubbi :)
Ho visto questo libro settimana scorsa in libreria e mi aveva incuriosito... l''ho inserito nella mia lunga wishlist... =)
RispondiEliminaL'ho comprato, ma devo ancora leggerlo, quasi sempre mi piacciono i libri di cui scrivi e, come per "una vita da libraio", capita che compriamo contemporaneamente gli stessi. È interessante leggere i tuoi commenti, mi ci ritrovo. Per fortuna esistete voi scrittori, se no che noia la mia vita...
RispondiEliminaUn caro saluto da Betty Blu
Una delle prossime (prossimissime!) letture!
RispondiEliminaVedo questo libro un po' ovunque ma devo dire che a frenarmi è più che altro il fatto che venga descritto appunto come ironico perché solitamente non amo molto i libri con trame o personaggi eccentrici, o meglio, per piacermi devono essere davvero ben scritti, altrimenti a me da un senso di "forzato" e mi porta irrimediabilmente ad abbandonare il libro. Probabilmente aspetterò che arrivi in biblioteca ;)
RispondiEliminaE io... che ho sempre desiderato essere una libraia! Adoro questo genere di libri... lo inserisco nella mia wish list!
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