lunedì 6 marzo 2017

OGNI VOLTA CHE MI BACI MUORE UN NAZISTA - Guido Catalano

Ci sono tantissimi validi motivi per tenere duro.
Per fare bene ciò che si è capaci.
Per resistere al brutto.
Per ingannare la morte.
Per smettere di piangersi addosso.
Per non porgere l'altra guancia.
Per ascoltare buona musica.
Per innamorarsi.


Non avevo mai letto nulla di Guido Catalano prima di questa sua ultima raccolta di poesie, Ogni volta che mi baci muore un nazista, da poco pubblicata da Rizzoli. Certo, lo conoscevo di fama e mi è capitato diverse volte di leggere alcuni stralci delle sue poesie e alcune riflessioni sulla sua pagina Facebook, ma senza che mi decidessi mai a procurarmi qualcosa di suo. 
Quest’ultima raccolta, però, vuoi per il titolo molto bello vuoi per i teneri disegni in copertina (soprattutto quello sulla quarta, in realtà), mi attirava molto. E quindi mi è sembrata un buon punto di partenza.

Ogni volta che mi baci muore un nazista si compone di 144 poesie bellissime. In realtà, come Catalano stesso rivela nella buffissima introduzione (che da sola vale tutto il libro, secondo me) sono di più e si dividono in alcune categorie ben precise: ci sono poesie per fare innamorare, ma anche Poesie di Fine Rapporto (le PFR) da leggere quando invece l’amore sta per finire (se non è già finito); ci sono dei ritratti di donne, quattordici, che potrebbero però essere una sola, e ci sono dei dialoghi di coppia. Ci sono gioia e amore, ma anche dolore e tristezza, dice lui, perché quando si è tristi a volte fa bene leggere cose tristi.
Ho iniziato a leggere questo libro con aspettative altissime, galvanizzata anche dalla buffissima introduzione di cui vi parlavo sopra, eppure, man mano che procedevo con la lettura un po’ di questo entusiasmo iniziale è scemato, lasciando spazio alla perplessità. Intendiamoci, alcune poesie sono davvero bellissime, tipo quella che ho citato all'inizio, o questa qui:
È che dicevi le cose giuste

quando avevo bisogno

di parole giuste

e quando sorridevi

mi scardinavi l'anima
o quello che ne resta
poi
dormirti addosso
succedevano alcune cose
alcune meraviglie
tipo
che la mattina
ritenevo plausibile
l'implausibile
tipo quelle robe da film
da romanzo
tipo l'amore
tipo far colazione assieme
tipo un mondo migliore.

Però, ecco, in alcuni casi mi sembrava che mancasse qualcosa. Non so se in me, da scarsa lettrice di poesie quale sono da sempre e quindi poco abituata a coglierne i sensi e la musicalità, o proprio nei testi di Catalano.

Il caso ha voluto che, proprio nei giorni in cui stavo leggendo Ogni volta che mi baci muore un nazista, alla libreria Namastè di Tortona fosse in programma un incontro con l’autore. In una libreria stracolma di persone (ma quanto è bello vedere le librerie indipendenti così affollate di persone per incontrare uno scrittore? Brave, bravissime Elisa e Francesca, le due libraie che sono riuscite a creare tutto questo!), ho capito dove stava il problema nella mia lettura.
Queste poesie, più che lette, vanno ascoltate. Solo così io sono riuscita a comprenderne appieno il senso, ma soprattutto a godere anche dello stile dell’autore. 


Durante l’incontro, Guido Catalano ha letto diversi componimenti di questa raccolta. Li ha letti nel modo in cui li ha scritti, permettendo a chi era presente di cogliere il senso di ogni pausa, di ogni a capo, di ogni ripetizione e di ogni emozione. E non per niente questo autore riempie i teatri con i suoi reading: parte della sua poesia, almeno per quanto mi riguarda, sta nell'interpretazione che lui ne dà. Al punto che, quando sono uscita dall'incontro, il primo pensiero è stato che questo libro dovrebbe avere in allegato l’audiolibro, per chi, come me, da solo non riesce a cogliere tutto.

Guido Catalano alla Libreria Namastè
In ogni caso, sono felice di aver letto Ogni volta che mi baci muore un nazista. Di essermi tolta la curiosità di leggere un libro di Guido Catalano (anche se mi sarebbe piaciuto ci fossero stati più disegnini all’interno!) e, soprattutto, di essere andata a sentirlo dal vivo.

Allora, lo consiglio? Sì, certo. Anche se l’aver potuto sentirlo dal vivo, come dicevo prima, ha contribuito un po’ a cambiare il mio giudizio. Nel caso aveste ancora qualche dubbio, comunque, lascio che a rispondere a questa domanda sia una sua poesia, la più bella in assoluto di tutta la raccolta:

Ci sono questo ragazzo
e questa ragazza
mi sono seduti davanti
qualcosa di più di vent'anni
l'uno accanto all'altra
il treno ci porta da sud a nord
e lei ha i capelli biondi, corti
e lui porta occhiali pesanti, scuri.
Leggono
ma non leggono due libri diversi, leggono lo stesso libro.
Il fatto però è che non sono due copie dello stesso libro.
I due ragazzi, seduti l'uno accanto all'altra leggono
da una sola copia
dello stesso libro.
È lei che lo tiene in mezzo
e gira le pagine
lentamente
e sono davvero sincronizzati bene
questi due ragazzi seduti davanti a me
in questo treno regionale lento
concentrati, silenziosi e sincronizzati
e molto vicini.
 
Ed io li guardo
non riesco a non guardarli
sono affascinato
da questo loro modo intimo di leggere
da questa lettura di coppia
che non mi sembra di aver mai visto
e faccio mente locale
e in effetti, nei locali della mia mente
non trovo nulla di simile
trovo sì due ragazzini che si dividono gli auricolari
trovo sì me stesso che guardo un film
accanto a una donna
sdraiati sul mio letto
come è difficile concentrarsi
senza toccarti
baciarti
farsi.
E a un certo punto lei fa per voltare pagina
e lui le sfiora la mano
è in ritardo di qualche riga
lei si ferma, sorride impercettibilmente
ma io quel sorriso lo percepisco.
Pochi istanti e
lui la sfiora di nuovo
ora può andare avanti
girare pagina.
 
E che bella cosa
che stanno facendo
questi due innamorati
perché io me li immagino innamorati
mi è impossibile pensare che non lo siano
lo sono.

Titolo: Ogni volta che mi baci muore un nazista
Autore: Guido Catalano
Pagine: 322
Editore: Rizzoli
Anno: 2017
Prezzo: 18 €
Acquista su Amazon:

3 commenti:

  1. Sono davvero un tipo molto poco poetico, ma questa raccolta ha un titolo bellissimo, mi era già saltato all'occhio, e la poesia che chiude il post mi ha messo i brividi. Libraccio, ci sei, vero?

    Tra parentesi: quant'è bello Sofia si veste sempre di nero. Piano piano, recupero tutto Cognetti. :)

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    1. a me piace leggerlo su facebook...

      ne parliamo la prossima volta in libreria? :)

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