martedì 28 febbraio 2017

MIA FIGLIA, DON CHISCIOTTE - Alessandro Garigliano

Concludevo pensando che se lei incarnava la mia don Chisciotte, se solo lei era capace di mostrarmi percorsi intrepidi - lanciandosi verso il mare senza braccioli, camminando sbilenca sul ciglio di strapiombi abissali, inventando parole - allora io dovevo continuare a essere il suo Sancio Panza: avevo il dovere di accompagnarla, contenerla ma soprattutto capirla, senza intaccare la sua libertà.

Tra tutti gli interrogativi, più o meno seri, che sorgono durante la lettura del Don Chisciotte di Cervantes, c’è sicuramente “ti senti più Don Chisciotte o Sancio Panza?”. Sei più idealista o più realista? Sei più incantato o disincantato? Preferisci sconfiggere draghi e salvare fanciulle in pericolo o possedere un castello, o magari un’isola? Per quanto mi riguarda, non sono mai arrivata a una risposta soddisfacente. Credo che ognuno di noi sia un po’ Sancio Panza e un po’ Don Chisciotte. Che ognuno di noi abbia almeno una volta nella vita attaccato un drago, per poi finire a gambe all'aria contro un mulino a vento. Che ognuno di noi si sia sentito un po’ troppo realista, a volte, e abbia fatto da contrappasso a qualcuno che invece vive di immaginazione.

Questa dicotomia tra Don Chisciotte e Sancio Panza è al centro di Mia figlia, Don Chisciotte di Alessandro Garigliano, appena pubblicato da NN editore. Ad attrarmi fin da subito sono stati il titolo e l’argomento (non so tutto sul Don Chisciotte, ahimè, ma è uno di quei libri che da quando l’ho letto ha in qualche modo condizionato la mia vita), poi ho visto la copertina e ho dovuto leggerlo non appena mi è capitato tra le mani.

Alessandro Garigliano è uno studioso e appassionato di Don Chisciotte che, in questo libro, relaziona alla sua vita e, soprattutto, al rapporto con sua figlia di tre anni. Lei è Don Chisciotte. Uno spirito libero, che vive di fantasia e che non ha paura di nulla, che adora andare in giro vestita da principeffa e ascoltare le storie che il padre le racconta. Lui è il suo Sancio, il suo protettore, che a volte cerca di tenerla con i piedi per terra, altre, semplicemente, la tiene d'occhio, permettendole di essere spensierata e di non preoccuparsi delle brutture del mondo, o anche solo della semplice realtà. Per farlo, per esempio, essendo disoccupato e non volendo che lei in qualche modo patisca questa condizione finge un lavoro di docente universitario e si mette, appunto, a studiare e analizzare l’opera di Cervantes, anche se, come dice lui stesso nel prologo: “Ma non sembro affatto un docente: sembro invasato”.
Il Don Chisciotte diventa l’espediente, ben presente nella narrazione, per raccontare il rapporto di un padre con la figlia. Con momenti commoventi, come quando Garigliano racconta della nascita della bimba o di quando la porta in giro sulla sua bruumante in cerca di uno zoo dalla porta rosa, che nessuno riesce a trovare, ma anche altri molti teneri e divertenti.

Non so, francamente, se per apprezzare questo libro si debba essere degli amanti dell’opera di Cervantes. I riferimenti sono tanti, spesso una vera e propria analisi critica, inframmezzata dai pensieri dell’autore. Sicuramente, anche chi non conosce le vicende del ingenioso hidalgo, riconoscerà che Mia figlia, Don Chisciotte è un inno d’amore per la letteratura, per quei libri che, inesorabilmente e in modo più o meno profondo, condizionano le nostre vite.

A me, che ho letto e amato il Don Chisciotte, questo libro è piaciuto tantissimo. Perché mi ha fatto ricordare alcuni passaggi dei due libri che avevo dimenticato (la storia del furto dell’asino di Sancio, per esempio) e, soprattutto, mi ha riempito di tenerezza e commozione per questo padre, questo Sancio Panza contemporaneo, che racconta e cerca di trasmettere questa passione a sua figlia Don Chisciotte, e per questa sua buffissima figlia che non aspetta altro che lasciarsi sommergere dalle storie del padre e rielaborarle con la sua fantasia. (E un pochino anche per la moglie, che a vederli insieme deve divertirsi tantissimo).

Ora però voglio anche io un vestito da principeffa.


Titolo: Mia figlia, don Chisciotte
Autore: Alessandro Garigliano
Pagine: 233
Editore: NNeditore
Anno: 2017
Prezzo: 16 €
Acquista su Amazon:
formato cartaceo:Mia figlia, Don Chisciotte

6 commenti:

  1. Appena iniziato questo libro, ho già una gran voglia di scoprirne i risvolti e, allo stesso tempo, la paura di uscire dal mondo che mi sta creando intorno: ho letto pochi capitoli, ma già si avverte questa compenetrazione di letteratura e arte e in molti episodi mi riconosco (tipo in quello in cui il protagonista ammette di essere portato a teatralizzare ma di non avere una vocalità adatta), inoltre ho ancora fresco il romanzo di Cervantes e molti passaggi si rivelano così in tutta la loro armonia. Per dire qualcosa di più, attendo di terminarlo, ma mi riconosco già in molte tue osservazioni. :)

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    1. COme ti dicevo anche su Fb, per quel poco che conosco te e i tuoi gusti ero abbastanza sicura che questo libro ti sarebbe piaciuto :) Se non per il libro in sé, almeno per l'idea, e per tutto l'amore per la letteratura che c'è dentro.
      Attendo ora il tuo parere finale :)

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  2. Diamine, mi è da poco arrivato "Ladri d'inchistro" che mi hai fatto conoscere, e già mi metti davanti una nuova esca succulenta.
    Almeno questo non è fuori catalogo e potrò aspettare un attimo prima di ordinarlo.

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    1. Ahahah scusami :P
      Però sì, questo è appena appena uscito, non devi per forza correre a comprarlo :)

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  3. Secondo te posso leggerlo senza aver ancora letto il Don Chisciotte?

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