mercoledì 15 gennaio 2014

Due titoli, un solo libro: ma perché?#64

Ed eccoci arrivati a una nuova puntata della rubrica tra titolo originale e traduzione. E anche oggi, ho deciso di puntare su un classico. D'altronde che l'abitudine (o mania) di stravolgere completamente i titoli non sia nata sono negli ultimi anni, lo abbiamo già visto più e più volte.
Il romanzo che ho scelto è un libro che non ho mai letto ma che dovrei (e vorrei) a tutti i costi leggere. Fino a qualche giorno fa, ammetto la mia somma ignoranza, nemmeno sapevo che il titolo originale fosse diverso. Poi però l'altro giorno stavo cercando l'ebook in lingua originale e, non trovandolo, mi è venuto il dubbio.
Sto parlando del romanzo di John Steinbeck THE GRAPES OF WRATH, ovvero FURORE


Il romanzo è stato pubblicato in lingua originale nel 1939. Il titolo, traducibile letteralmente con "I frutti dell'ira", è verso tratto da The Battle Hymn of the Republic, di Julia Ward Howe,una canzone patriottica americana, che a sua volta fa riferimento a un passaggio de libro dell'Apocalisse.

La prima edizione italiana,  con la traduzione di Carlo Coardi, è stata pubblicata dalla casa editrice Bompiani nel 1940 e il titolo, appunto, Furore.
Ho a grandi linee idea di che cosa parli il libro, la vicenda della famiglia Joad costretta ad abbandonare la propria fattoria nell'Oklahoma e, una volta attraversata mezza America, insediarsi in California. E insieme a lei, molte altre famiglie si ritrovano ad affrontare la stessa situazione.
Avevo però qualche dubbio riguardo al cambiamento di titolo che, non avendo letto l'opera, non mi risultava poi così chiaro. Allora ho chiesto a Federica, una stupenda fan di questo blog e della relativa pagina, nonché accanita lettrice, che sapevo che lo aveva letto, se sapesse spiegarmi questo cambiamento. La sua risposta è stata talmente tanto bella che ve la riporto per intera:
Ancora mi emoziono e soprattutto mi arrabbio a pensarci. Beh, Furore non è il titolo originale, ma lo trovo proprio adatto. Furore non allude a un fatto preciso nel libro, un evento particolare o un personaggio particolare, Furore è tutto il libro! Senza entrare nei particolari direi che il Furore di cui si parla è quello legittimo di tutta quella parte di umanità sfortunata, alienata, bistrattata, sfruttata, derisa, usata e poi gettata. Il Furore di una madre che come una leonessa difende i figli anche quando ormai pare non ci sia più nulla da fare, il Furore di un uomo che si vede sottrarre tutto ciò per cui ha lavorato una vita intera, il Furore di un ragazzo che non si 'rassegna alla rassegnazione', il Furore di un popolo intero costretto dagli eventi e da altri uomini a fuggire. Ma anche il Furore che dà il coraggio e a forza di sopravvivere a tutto ciò.
 "Le donne osservavano i mariti, per vedere se questa volta era proprio la fine. Le donne stavano zitte e osservavano . E se scoprivano l'ira sostituire la paura nei volti dei mariti, allora sospiravano di sollievo. Non poteva ancora essere la fine. Non sarebbe mai venuta la fine finché la paura si fosse tramutata in furore".

Sicuramente il cambiamento è giustificato, anche perché il riferimento alla canzone patriottica americana nella nostra lingua si sarebbe perso sicuramente (rimaneva quello dall'Apocalisse, comunque non così immediato). E, dalle bellissime parole di Federica (che mi ha fatto venire ancor più voglia di leggerlo!) direi che la scelta di cambiarlo in Furore abbia decisamente funzionato.

12 commenti:

  1. cara Lettrice Rampante FURORE e' un romanzo da leggere e da rileggere e' cosi' attuale a piu' di 70 anni dalla pubblicazione e la nuova edizione di Bompiani uscita poco tempo fa nella versione integrale e' semplicemente magnifica anche la nuova traduzione di questo, che e' da molti considerato il grande romanzo americano del novecento, e' buonissima, il titolo beh...come dice la lettrice non avrebbe reso nella traduzione italiana ma rende benissimo FURORE e la tragedia della famiglia JOAD e' un'epopea senza tempo.....molto congrua con i momenti attuali ...mi e' piaciuto molto rileggerlo

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    1. Eh lo so! E' una lacuna che devo sbrigarmi a colmare! Anche perché di Steinbeck ho adorato sia Uomini e topi sia La valle dell'Eden!

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    1. Ahahaha dai devi ammettere che il commento di Federica se sostituisci "Furore" con "I frutti dell'ira" non avrebbe fatto lo stesso effetto :)

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    2. Sì, balla, ma parla d'altro. Anche Il giovane Holden "è tutto il libro", ma ciò non toglie che sia un titolo cretino. Furore non è cretino, ma preferisco schierarmi dalla parte di Steinbeck e della Viking Press. Credo che l'editore abbia tutti gli strumenti, se desidera, per spiegare il titolo ai lettori italiani. :)

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  3. Ciao Elisa, Bompiani all'epoca avrebbe dovuto intitolare il libro "Grappoli d'ira" o "I grappoli dell'ira" senza se e senza ma – grapes significa appunto grappoli, non frutti – avrebbe così mantenuto sia il riferimento all'inno di Howe sia alla Bibbia: «Un altro angelo, che ha potere sul fuoco, venne dall'altare e gridò a gran voce a quello che aveva la falce affilata: "Getta la tua falce affilata e vendemmia i grappoli della vigna della terra, perché le sue uve sono mature". L'angelo lanciò la sua falce sulla terra, vendemmiò la vigna della terra e rovesciò l'uva nel grande tino dell'ira di Dio» (Ap 14, 18-19). Giulietta ha già sottolineato però che fu coraggioso a tradurlo e pubblicarlo sotto il fascismo (che gli proibì di ristamparlo!) così si può giustificare il timore di un titolo troppo complesso per il nostro mercato, less is more come si dice no? Meglio una parola che due ;)

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    1. Grape non è grappolo, ma acino, chicco. Grappolo si traduce con "bunch". (un grappolo d'uva = a bunch of grapes)

      Detto questo, rimango comunque nel dubbio. Nel senso che secondo me, per quanto sia una grande fan delle traduzioni letterali, i riferimenti si sarebbero persi quasi sicuramente (o comunque in una buona parte dei lettori, se non fosse stato specificato da qualche parte). Si sarebbe potuto comunque tradurlo letterale e lasciare al lettore curioso la possibilità di scoprire a cosa si riferisse.

      Però secondo me Furore ha funzionato eccome come titolo

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    2. Ciao Elisa, hai ragione, grape significa "acino", mi sono fatto ingannare dall'Oxford Paravia on-line. Non vuol dire del resto neppure "frutti" come avevi scritto nel post ;) Rimane che Bompiani e il suo traduttore hanno del tutto escluso di utilizzare il titolo originale che partendo dalla citazione biblica in lingua italiana avrebbe dovuto essere reso diversamente, come in Spagna dove si intitola "Las uvas de la ira", in Francia "Les raisins de la colère" o in Germania "Früchte des Zorns". Poi se ti sei affezionata a "Furore" chi sono io per dirti che hai torto? Ciao! :)

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    3. Scusami, la mia correzione non voleva essere acida eh! Ed hai perfettamente ragione anche tu, abbiam tradotto male entrambi :)

      Non sto dicendo che non doveva essere tradotto letterale, dico solo che posso anche in qualche modo capire la scelta di non averlo fatto. Tutto lì! :)

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  4. Adoro questo romanzo, è veramente bellissimo. Tra l'altro adesso la Bompiani ha finalmente stampato un'edizione nuova non censurata e vorrei davvero procurarmela e rileggerlo perché credo cambi moltissimo.
    Il titolo originale è incisivo e molto evocativo, ma personalmente sono molto affezionata al nostro "Furore", è un bel titolo; rimane in testa e riassume in una sola parola una moltitudine di eventi e di emozioni che possono essere ritrovate nel libro.
    A questo proposito credo che una delle mie citazioni dal romanzo sia:
    «E gli occhi dei poveri riflettono, con la tristezza della sconfitta, un crescente furore.
    Nei cuori degli umili maturano i frutti del furore e si avvicina l'epoca della vendemmia."
    dovre credo che in originale "frutti del furore" fosse proprio "grapes of wrath", la adoro perché contiene in sé entrambi i titoli e anche l'intero libro.
    Leggilo assolutamente!

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    1. Non sapevo ci fosse una versione censurata e una versione non censurata! Comunque sì, cercherò di procurarmelo il prima possibile... che mi avete fatto venire tanta voglia di leggerlo :)

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  5. Confermo IMMENSO! Tutto Steinbeck del resto lo è!

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