mercoledì 22 gennaio 2014

Due titoli, un solo libro: ma perché? #65

Se siete assidui frequentatori delle librerie, avrete notato negli ultimi anni il continuo nascere e conseguente lento morire di mode letterarie. Esce un libro che parla di vampiri, ha successo, e nei mesi successivi escono altri mille libri che trattano lo stesso argomento. Esce uno pseudo-porno che vende milioni di copie nel mondo et voilà, nei mesi successivi siamo invasi da altri soft-porno. Sono fenomeni commerciali credo già più e più volte studiati, che partono da un bestseller e cavalcano il più possibile l'onda. Titoli e copertine simili, posizioni strategiche in libreria, che molto spesso snaturano il senso del romanzo in questione.

Il libro di cui vi parlo oggi appartiene proprio a una di queste mode, seppur di una qualità letteraria direi maggiore. Mi riferisco a quella nata con Khaled Hosseini e il suo Il cacciatore di aquiloni. Un bel libro, che mi era anche piaciuto, e che ha portato visibilità a tutto un filone letterario di opere contemporanee ambientate nei paesi del medio oriente, fino ad allora non molto presenti sugli scaffali delle librerie (o se lo erano, si notavano molto, molto meno).
Un successo quello di Hosseini definitivamente consacrato con l'opera successiva, Mille splendidi soli (per me ancor più bello del primo), e, l'anno scorso, con E l'eco rispose. Tutti editi dalla casa editrice Piemme, proprio come il 90% degli altri romanzi venuti dopo, ascrivibili in qualche modo a questo filone.

E proprio questa casa editrice, nel 2013, ha pubblicato anche MILLE FARFALLE NEL SOLE  di Kamin Mohammadi:


Il romanzo, tradotto da S. Puggiani, è la storia di un ritorno in patria, quello affrontato da Kamin, una bambina iraniana costretta a lasciare il suo paese per fuggire da un regime totalitario insieme alla famiglia, che, dopo anni in Inghilterra, torna a casa.

Ho avuto l'impressione che con questo titolo fosse successo qualcosa di strano fin dalla prima volta che l'ho visto in libreria. Era accanto al già citato Mille splendidi soli di Hosseini ed era impossibile, per me estremamente pignola e sospettosa, non notare una certa assonanza, un rimando, che si vede anche nella copertina:


Montagne sullo sfondo, una persona o più persone che camminano, tendenza all'uso di colori d'impatto, due parole praticamente uguali nel titolo.
Ovviamente ho aperto il libro e cercato il titolo originale, concedendo alla casa editrice il beneficio del dubbio. Che è durato solo qualche secondo.
Il romanzo è infatti uscito nel 2011 in lingua originale con un titolo (e una copertina) completamente diverso, ovvero THE CYPRESS TREE:


Tradotto letteralmente significa "il cipresso". Cercando sul sito web dell'autrice fin dalla prima riga viene spiegato a cosa fa riferimento: "We Iranians are like the cypress tree. We may bend and bend on the wind but we will never break." ... Noi iraniani siamo come i cipressi. Possiamo piegarci e ripiegarci nel vento, ma non ci romperemo mai.
Come questi cipressi abbiano fatto a diventare  mille farfalle nel passaggio da una lingua all'altra è davvero difficile da spiegare. Sicuramente l'influenza di altre opere di successo dello stesso filone è più che evidente. Peccato che, ancora una volta, secondo me più che un vantaggio questa somiglianza va a sfavore dell'originale.

16 commenti:

  1. Purtroppo capita spessissimo...che ci ritengano degli emeriti idioti? A volte credo di sì purtroppo! Ma ci sottovalutano!
    ;)

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    1. Capita spessissimo sì! Eppure, se lo fanno, vuol dire che come operazione funziona... almeno in casi come questo!
      A me questa standardizzazione invece irrita proprio! (ma mi sa che si era capito :P)

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    2. Anche a me irrita in modo esagerato!

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  2. Ho letto "Mille farfalle nel sole" e posso dire che nella trama non vi è alcuna farfalla. Mai, nemmeno svolazzante per caso.. Il libro è ricco di bei riferimenti all'albero del cipresso... Questa operazione di marketing mi ha dato persino fastidio ed è un peccato perchè il libro non è male come testimonianza dell'Iran degli ultimi anni.

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    1. Non so perché ma avevo già il mezzo sospetto che di farfalle nel libro non ne comparissero mai. E' davvero un peccato che abbiano rinunciato al titolo originale, se all'interno è così ricco di riferimenti ai cipressi.
      Questa mania di creare libri tutti uguali secondo me spesso fa più danni che altro...

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    2. Avevo pensato di suggerirtelo proprio per questa rubrica :) Complimenti per il tuo blog! Valentina

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  3. Il caso più assurdo secondo me è quello di Clara Sanchez con "Il profumo delle foglie di limone", che ormai costituisce il modello standard - se non per il titolo - almeno per il 99,9% delle copertine di ogni nuovo libro Garzanti...

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    1. Uno dei primi casi di faccione in copertina, che ha dato il là a questa terrificante moda!
      Dei cambi di titolo dei suoi libri avevo parlato in una delle prime puntate! E le copertine sono, secondo me, imbarazzanti... anche perché poi guardi quelle originali ti accorgi che sono completamente diverse!

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    2. Magari "la" lo scrivo senza accento eh -.-'

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  4. Sì, il caso di quelle copertine (altresì noto come "Morbo di Clara Sanchez") è ancora più subdolo, perché gioca - prima che sull'impostazione grafica - sul ruolo dei colori: quei giallini e verdini lacustri e tenui che ormai improntano buona parte delle copertine Garzanti, e inviano al tuo cervello un messaggio coloristico-sensoriale che, per la sua tenuità, magari non cogli subito, ma che comunque ti si installa nel cervello dicendoti "Comprami, sono verdino e giallino!". :P

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    1. Ora guarderò quelle copertine in modo ancora diverso, lo sai? :P

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  5. La copertina con colori attraenti e quasi sempre uguali è senza dubbio una tecnica per attirare l'attenzione dei lettori moderni. Per quanto riguarda la parola "mille", credo che il ricordo de "Le mille e una notte" faccia si che associamo subito questo numero all'oriente. I pubblicitari lo sanno e cercano di piazzarlo subito in qualsiasi opera che provenga da quella parte di mondo.

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    1. Mi sa che io sono una lettrice all'antica, perché ste copertine tutte uguali non mi piacciono :P

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  6. Questo è un caso proprio tipico, da manuale!

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