Matteo, fresco di laurea e militante in un partito politico trova lavoro in un call-center, ormai emblema di una generazione intera. Poco dopo riesce a inserirsi in un centro di accoglienza per immigrati e come ogni giovane idealista, sente di aver trovato il suo posto in una società che spera di cambiare dall’interno. Ma il lavoro si rivela presto dequalificante ed è chiaro che si tratta di un impiego precario. Finalmente un amico d’infanzia, Enrico, gli prospetta un significativo salto di qualità introducendolo in una grande azienda che si occupa di energie alternative e con un ruolo di primo piano, ma il prezzo è chiudere un occhio sui compromessi e le illecità in cui l’azienda è coinvolta. Matteo si trova davanti alla decisione più difficile della sua vita, tradire le proprie idee e dimenticare le speranze in nome di quelle regole del profitto contro le quali ha manifestato per tutta la vita. A guardarlo, senza poter dire niente, Sànyi, immigrato ungherese che ha come unica eredità una storia di silenzio e ingiustizie.
Con una scrittura asciutta e consapevole, Gabriele Santoni esordisce con un romanzo tonante e attualissimo.
Con una scrittura asciutta e consapevole, Gabriele Santoni esordisce con un romanzo tonante e attualissimo.
Ci sono dei libri che per un motivo o per l’altro
sono difficili da leggere. E questa difficoltà non nasce necessariamente dallo
stile troppo elevato dell’autore o dall’argomento impegnativo che viene
trattato. La maggior parte delle volte in cui mi ritrovo in difficoltà nella
lettura (e quindi nel commento) di un libro è quando ciò di cui mi parla mi
tocca davvero da vicino, al punto che quasi mi sembra di stare leggendo di me e
della mia vita, scritta dalla mano di qualcuno che nemmeno mi conosce.
E la sensazione che mi ha lasciato “Aut Aut” non
appena l’ho terminato è proprio questa: un senso di smarrimento, quello
smarrimenti che si prova quando di colpo ti rendi conto che qualcosa nella tua
vita non sta funzionando, e che purtroppo non dipende più di tanto da te, e
soprattutto che sono molti, troppi, i giovani che si ritrovano nella tua stessa
condizione, al punto da essere diventati argomento letterario.
Un libro attuale, quello di Gabriele Santoni, un
libro che parla di giovani e del loro ingresso nel mondo del lavoro, parla di
scelte e di ideali che troppo spesso devono essere traditi, parla di compromessi
difficili da raggiungere e della triste consapevolezza di non avere altre
scelte.
Matteo, il protagonista del romanzo, è un giovane
e brillante laureato, militante di Rifondazione, che ha perso da poco il padre,
e che lavora come portiere in un centro di accoglienza per immigrati. Un lavoro
al di sotto delle sue capacità, di quello che aveva sempre sognato di diventare
e soprattutto di quello che tutti gli altri si aspettavano da lui. Il suo amico
Enrico, suo coetaneo, sì che è riuscito a realizzarsi: ha messo da parte
parecchi suoi ideali e anche un po’ di morale per entrare in comune e farsi un
nome, al punto che ora può persino permettersi di raccomandare il suo amico per
un lavoro di molto migliore, con la consapevolezza della sua influenza. Ma
dalla sua ha sempre avuto la capacità di saper convincere gli altri, di saper smuovere e portare le persone a fare
quello che vuole lui. E Matteo lo sa e lo ha sempre saputo.
Così come Elisa sa dell’influenza che l’amica
Silvia ha su di lei e sugli altri. Una cosa che non sopporta nella loro
amicizia ma a cui non riesce a ribellarsi. E’ troppo insicura per farlo.
Nemmeno la sua bravura come parrucchiera, un sogno che è riuscita a realizzare,
riesce a fare sparire questa sua timidezza e questa sua paura.
Elisa e Matteo si scontrano prima e si incontrano
poi quasi per caso e tra loro nasce qualcosa, qualcosa che va oltre la semplice
avventura di una serata. Qualcosa di cui Matteo ha paura, una paura dettata
dalla sua storia, dalla sua insicurezza e dalla precarietà che dal mondo del
lavoro si sposta necessariamente alla vita di tutti i giorni, alle cose in cui
ha sempre creduto e per le quali ha sempre combattuto, al punto da arrivare a
stare male per quel senso di oppressione che questa precarietà necessariamente
genera.
E’ impossibile per me non provare empatia per il
protagonista. Sono anche io laureata con lode da pochi anni e costretta a
scendere a patti con un lavoro che non è il mio, con un contratto a progetto
che doveva durare sei mesi e che ormai va avanti da due anni e mezzo. Ho perso
anche io da pochi anni mio padre, un punto di riferimento a cui non ci si può più
rivolgere quando se ne avrebbe bisogno e che ha lasciato, proprio come in
Matteo, un vuoto difficile da colmare e delle responsabilità aggiuntive con cui
fare i conti.
E come me, molti altri giovani sono nella stessa
situazione che questo giovane autore tanto bene descrive in questo romanzo.
Sfumature diverse, certo, ma tutti vittime di un sistema in cui essere bravi
non sempre basta.
Lo stile di Gabriele Santoni è semplice e
lineare, perfetto per parlare e descrivere di giovani, anche se forse a volte
sembrerebbe un po’ più adatto a un
racconto che non a un romanzo lungo. Ma trovo che sia comunque stato bravo nell’intervallare i ricordi del
passato con la vita del presente e, soprattutto, a dare voce alle inquietudini
e ai pensieri di Matteo e di tutti i giovani che si trovano nella stessa
situazione.
E poi, era da parecchio che non mi capitava di
leggere un primo capitolo tanto intenso come quello che apre “Aut aut”. Mi ha lasciato
semplicemente senza parole.
Forse certi temi potevano essere approfonditi un
pochino di più, il rapporto tra Matteo ed Elisa ad esempio, così come la storia
di Enrico e del contrasto che c’è tra lui e il protagonista, un contrasto che
però non degenera mai perché entrambi sanno di avere torto e ragione. Ma si tratta
di un romanzo d’esordio e queste piccole mancanze sono a mio avviso più che
giustificabili.
Un romanzo che consiglierei a tutti i giovani che
si trovano in questa situazione, che sanno dove vorrebbero andare ma che,
almeno per ora, non riescono ad arrivarci in nessun modo e si sentono in colpa a lasciarsi andare a
compromessi, quando a volte non se può proprio fare a meno.
Titolo: Aut Aut
Autore: Gabriele Santoni
Pagine: 175
Prezzo di copertina: 12 euro
Editore: Perrone Editore
Acquista su Amazon: Aut-aut
Autore: Gabriele Santoni
Pagine: 175
Prezzo di copertina: 12 euro
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