lunedì 2 gennaio 2012

IL CENTENARIO CHE SALTO' DALLA FINESTRA E SCOMPARVE - Jonas Jonasson

Allan Karlsson compie cento anni e per l'occasione la casa di riposo dove vive intende festeggiare la ricorrenza in pompa magna, con tutte le autorità. Allan, però, è di un'altra idea. Così decide, di punto in bianco, di darsela a gambe. Con le pantofole ai piedi scavalca la finestra e si dirige nell'unico luogo dove la megera direttrice dell'istituto non può riacciuffarlo, alla stazione degli autobus, per allontanarsi anche se non sa bene verso dove. Nell'attesa del primo pullman in partenza, Allan si imbatte in un ceffo strano, giovane, biondo e troppo fiducioso che l'attempato Allan non sia capace di colpi di testa. Non potendo entrare nella piccola cabina della toilet pubblica insieme all'ingombrante valigia cui si accompagna, il giovane chiede ad Allan, con una certa scortesia, di vigilare bene che nessuno se ne appropri mentre disbriga le sue necessità. Mai avrebbe pensato, il biondo, quanto gli sarebbe costata questa fiducia malriposta e quella necessità fisiologica. La corriera per-non-si-sa-dove sta partendo, infatti. Allan non può perderla se vuole seminare la megera che ha già dato l'allarme, e così vi sale, naturalmente portando con sé quella grossa, misteriosa valigia. E non sa ancora che quel biondino scialbo è un feroce criminale pronto a tutto per riprendersi la sua valigia e fare fuori l'arzillo vecchietto. Un centenario capace di incarnare i sogni di ognuno, pronto a tutto per non lasciarsi scappare questo improvviso e pericoloso dono del destino.

Iniziamo le letture di quest'anno con un libro difficile da recensire. Ho finito "Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve", libro che volevo leggere già da parecchio tempo, una mezz'oretta fa e ancora non sono riuscita a capire se mi è piaciuto o no.
Il romanzo racconta di Allan, un centenario che non ha nessuna intenzione di farsi festeggiare dalla casa di riposo in cui vive e che per questo decide di fuggire in pantofole, semplicemente saltando dalla finestra e dirigendosi verso la stazione dei bus. Da qui avrà inizio una fantastica avventura che avrà come protagonisti criminali incalliti, ladruncoli da quattro soldi, il proprietario di un chiosco quasi laureato in tutto, suo fratello, una donna, un elefante e ovviamente dei poliziotti che daranno loro la caccia. A questa avventura nel presente, si alternano quelle della vita passata di Allan. E non si possono nemmeno immaginare tutte le cose che ha visto Allan nella sua lunga vita centenaria: guerre, rivoluzioni, bombe atomiche, gulag, russi, cinesi, nazisti e comunisti. Il tutto narrato in modo ironico e mai noioso.

Perché allora non riesco a decidere se il libro mi sia piaciuto o meno? Un po' perché il protagonista richiama troppo Forrest Gump: leggermente mentalmente disturbato, gira il mondo lasciandosi trasportare dagli eventi e facendo le cose solo se gli vanno a genio o in base a come gli viene chiesto, senza considerare aspetti ideologici e politici. E alla lunga le avventure che capitano ad Allan diventano quasi eccessivi, oltre che un pochino moralmente deplorevoli (non posso dire troppo per non svelare la trama, ma penso che leggendo capirete da soli). Certo, in cento anni di cose gliene sono successe per forza e credo che scopo dell'autore sia anche quello di trasmettere una certa voglia di vivere, di affrontare le avventure così come vengono senza mai darsi per vinti e senza smettere di sperare che tutto si possa risolvere.
Però boh, c'è sempre qualcosa che ancora non mi torna.
Lo stile di Jonasson è poi molto particolare, all'inizio l'ho trovato quasi irritante: troppe ripetizioni, un uso smodato del discorso indiretto. Però mano a mano che si procede con la lettura si capisce come questo stile sia funzionale alla storia e al carattere del protagonista. Poi certo, probabilmente il fatto di essere tradotto dallo svedese non aiuta.

E' sicuramente una lettura piacevole e che cattura, uno di quei libri che non si riesce a mettere giù finchè non si è finito di leggerli e che fa divertire parecchio.
Quindi boh, credo che mi sia piaciuto, ma con qualche piccola riserva. Sicuramente non mi sentirei mai di sconsigliarlo.

Nota alla traduzione: come dicevo prima, immagino non sia un romanzo semplice da tradurre. Nulla da dire comunque.

Per acquistare: Centenario che saltò dalla finestra (Narratori stranieri Bompiani)

3 commenti:

  1. Condivido quasi tutto quello che hai scritto - forse non i rilievi sullo stile, perché a me non è mai parso irritante e nemmeno ripetitivo, comunque è questione di gusti - però sono assolutamente certa che questo libro mi sia piaciuto - l'ho trovato divertente, in qualche passaggio mi ha persino fatto ridere (cosa difficilissima per un romanzo!). Leggero, ottimista. Quello che avevo bisogno di leggere in questo periodo.

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  2. Lo stile si, è sempre una questione di gusti... poi ti dirò, mi ha irritato un po' all'inizio, ma poi mi ci sono in qualche modo abituata e alla fine mi rendo conto che se non fosse stato scritto in questo modo, avrebbe perso parecchio.
    Comunque sì, leggero e ottimista :)

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  3. Ho finito di leggerlo da poco e sottoscrivo il commento di Elisa, anche se con occhio piu' benevolo.
    Per esempio, a me l' uso (e abuso) del discorso indiretto e' la caratteristica che piu' e' piaciuta e che, come giustamente osserva chi mi ha preceduto, meglio si attagglia al carattere del personaggio.
    Insomma, se proprio dovessi dare un voto, sarebbe 10-.
    Il meno lo do' 8anche qui mi specchio nel commento di Elisa) per il richiamo, veramente troppo smaccato, a quel capolavoro che e' Forrest Gump.

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