domenica 19 settembre 2010

I NOSTRI ANTENATI- Italo Calvino

Un'armatura vuota animata da uno spirito invisibile che riesce a farsi accettare tra i Paladini di Carlo Magno, un visconte diviso a metà da una palla di cannone che si scinde in una parte buona e in una cattiva, un barone che, per sfuggire a un rimprovero, si rifugia sopra un albero e passa in mezzo agli alti rami tutta la sua esistenza.


25 anni fa oggi moriva Italo Calvino, uno dei maggiori scrittori e intellettuali italiani. E considerando che il nome di questo blog prende ispirazione da un suo romanzo, non potevo oggi non recensire qualcosa di suo. Ho scelto I Nostri Antenati, una raccolta di tre romanzi (Il Visconte Dimezzato, Il Barone Rampante, Il Cavaliere Inesistente), che ho letto quando ero più piccola e che mi sono rimasti nel cuore. Difficile dire qual è il mio preferito: il visconte Medardo di Terralba, diviso in lato buono e lato gramo da una cannonata turca, che così separato gira il mondo e conosce nuove cose. Il barone rampante, che per non sottostare alle leggi e alle imposizioni del mondo reale, decide di salire su un albero e di vivere lì per sempre, in un metaforico distacco da un mondo che non gli piace. E poi Il Cavaliere Inestistente, il mitico Agilulfo, un nobile paladino vestito di una bianca armatura, un eroe di guerra che in realtà non esiste. Tre personaggi, tre metafore e critiche al mondo moderno, troppo chiuso in stereotipi e preconcetti.
Il bello di questa raccolta è che in base all'età in cui la leggi, cambia il tuo modo di percepirla. Da bambina, quando l'ho letto la prima volta, vedevo solo la "favola", il buffo e l'ironico delle vicende (insomma, tutti almeno una volta da piccoli abbiam sognato di andare a vivere su un albero o abbiam pensato a se mai esistesse questa divisione netta a metà tra bene e male). Leggendolo poi dopo si coglie altro, si coglie la critica di Calvino, la metafora che sta dietro a tutti i suoi personaggi, chi senza corpo, chi senza coscienza, chi in cerca di fuga da un mondo che gli sta stretto. Insomma, è una di quelle raccolte che andrebbe letta periodicamente, a distanza di qualche anno. Ogni volta si coglie qualcosa di diverso. Fatelo!

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