venerdì 22 aprile 2016

ADIEU MON CŒUR - Angelo Calvisi

Quando ero piccolo facevano questa domanda anche a me. I vicini, gli zii, gli amici dei miei genitori: "Paolino, cosa vuoi fare da grande?" Non rispondevo niente, chinavo la testa e non sapevo cosa dire. Se me lo chiedessero adesso avrei le idee più chiare. Risponderei che voglio leggere in pace i fumetti di Zagor, voglio stare come gli animali al pascolo, sui prati, voglio rimanere tutta la vita stravaccato nella sala dei calciobalilla.

Qualche giorno fa ho avuto una di quelle fastidiosissime giornate da lettore, in cui qualunque libro nuovi provassi ad aprire dopo poche pagine mi faceva capire chiaramente che non era il suo momento. Capitano a tutti, e di solito la soluzione è lasciar perdere e mettersi a fare altro. Il problema è che avevo proprio voglia di leggere. Nell’arco della giornata ne avrò aperti e richiusi almeno cinque, innervosendomi sempre di più man mano che succedeva. Poi la sera prima di dormire, prima di buttarmi sulle parole crociate, ho deciso di fare un ultimo tentativo, con Adieu mon cœur di Angelo Calvisi. E ne ho letto una novantina di pagine. Eccolo, finalmente, il libro giusto!

Adieu mon cœur, pubblicato da Casasirio editore, racconta la storia di Paolo, in tre momenti diversi della sua vita. Quando è un tredicenne un po’ sfigato, con un unico grande amico, una famiglia non felice alle spalle e una folle passione per il calcio. Alle ragazze non ci pensa, se non solo di sfuggita, ogni tanto. E per questo che in seconda media si lascia sfuggire la bella Michela: non ha tempo di fidanzarsi, lui, deve guardare i mondiali. Poi però Michela ricompare l’anno successivo e le cose cambiano.  Poi ritroviamo Paolo dieci anni dopo, cresciuto e un po’ cambiato dai terribili fatti che la vita gli ha messo davanti. Michela, nella sua mente e nel suo cuore c’è ancora, anche se tutto pensava fuorché di trovarsela di fronte anche fisicamente. Passano altri dieci anni, le vite di Paolo e Michela hanno preso strade completamente diverse, ma per nessuno dei due facili, eppure si appartengono ancora. Ne passano altri dieci e le cose cambiano ancora. Finché non si ritorna al Paolo tredicenne, che dal passato riesce a spiegare tutto quello che gli succederà nel futuro.


Adieu mon cœur di Angelo Calvisi è un libro coinvolgente, di quelli che inizi e non riesci a mettere giù. È una lunga storia d’amore, che salta nel tempo per mostrare al lettore come sono andate le cose per Paolo: come è cresciuto, come è cambiato, come la vita e il suo passato abbiano influito e segnato il suo futuro, e come l’amore possa evolversi negli anni, anche l’amore non vissuto. A volte, devo essere sincera, ho avuto la sensazione che mancasse qualcosa, che questi salti temporali di dieci anni fossero sì una grande trovata ma che forse impedissero davvero di capire Paolo e il suo modo di essere. Ed è per questo che ho apprezzato di più il Paolo tredicenne, con le sue insicurezze, le sue paure, il suo modo, ancora infantile ma già in crescita, di vedere il mondo. Ho amato le sue chiacchiere con l’amico di sempre, la sua passione per il calcio e, soprattutto, il nascere della sua storia con Michela.


Adieu mon Cœur è sicuramente un romanzo molto bello, aiutato anche per quanto mi riguarda dalla città in cui è ambientato, Genova, che io amo molto. È un romanzo all’apparenza leggero eppure molto, molto profondo nel trattare i tema della crescita e dei cambiamenti. E anche se forse si gira l'ultima con la sensazione che manchi qualcosa e la curiosità di saperne di più, è sicuramente un libro da leggere.


Titolo: Adieu Mon Cœur
Autore: Angelo Calvisi
Pagine: 184
Editore: Casasirio
Anno: 2016
Acquista su Amazon:
formato brossura: Adieu mon coeur
formato ebook: Adieu mon coeur

4 commenti:

  1. Mi è piaciuto, ma l'ho trovato appena abbozzato.
    Avrei gradito più pagine sì. Per tutto il tempo, mi sfuggiva qualcosa - o qualcuno.

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    1. Mi consola molto sapere che non sono l'unica! Bello, ma mancava qualcosa anche secondo me.

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  2. Ciao, sono Angelo. Ringrazio delle parole, ringrazio soprattutto per il riferimento a "quel qualcosa che manca" perché risiede proprio lì il senso del romanzo, che vuole mostrare (mostrare, é non enunciare) l'inconcludenza e l'insensatezza dell'esistenza. E anche il desiderio di saperne di più sul personaggi dopo che si è girato l'ultima pagina è dal mio punto di vista un gran bel.complimento. Ė come quando a una festa incontri un tipo che ti piace, é vorresti rivederlo, é ti chiedI come sarebbe se potessi reincontrlo, e ci pensi anche se sai che non lo rivedrai mai più. Grazie ancora, dunque, anche a chi ha commentato.

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    1. Ciao Angelo, grazie a te per aver commentato!
      Non so, a me quelle parti un pochino sono mancate, devo essere sincera... forse riflettendoci ancora un po' arriverò a interpretarlo come effettivamente tu volevo fosse interpretato :)
      In ogni caso ribadisco che è stata comunque una lettura molto piacevole :)

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