E così i fratelli McPheron proseguirono discutendo di bestiame da macello, di manzi di prima scelta, di giovenche e di vitelli da ingrasso, spiegarono anche questo, e i tre discussero a fondo fino a tarda sera. Parlando. Conversando. Spaziando un po' anche in altri campi. Due uomini anziani e una ragazza di diciassette anni seduti al tavolo sparecchiato di una sala da pranzo di campagna, dopo cena, mentre fuori, oltre le pareti di casa e le finestre senza tende, un gelido vento del nord scatenava l'ennesima tempesta invernale sugli altopiani.
Non so davvero da dove cominciare per parlarvi di Canto della pianura di Kent Haruf, secondo volume nella versione italiana della sua Trilogia della Pianura, pubblicato in Italia da NN Editore con la traduzione di Fabio Cremonesi.
Avevo provato più o meno la stessa sensazione anche con Benedizione, il primo volume pubblicato da NN editore di questa trilogia ambientata nel paesino di Holt, in Colorado. E in realtà è quello che provo quasi sempre quando mi capita di leggere libri bellissimi. Mi tolgono il fiato e le parole e mi fanno pensare per superlativi, al punto che mi verrebbe semplicemente da dire "fidatevi e leggetelo". Ma qualcosa in più effettivamente bisogna dire, non fosse altro perché Canto della pianura si merita tutti gli elogi possibili.
Siamo di nuovo a Holt, dicevamo. Ma questa volta non entriamo più in casa di Dad e delle sue vicine. Questa volta andiamo a trovare Tom Guthrie, docente di storia al liceo e padre di Ike e Bobby, due bambini molto svegli, che si rendono perfettamente conto che ci sia qualcosa che non va nella loro madre, che preferisce stare chiusa in camera al buio piuttosto che con loro. Poi andiamo da Maggie Jones, collega di Tom, che bada all’anziano padre e alle esigenze di chiunque le venga a chiedere aiuto, come si vede costretta a fare Victoria Roubideaux, che viene cacciata di casa dalla madre quando scopre che la figlia è incinta. Per poi arrivare al casolare dei fratelli McPheron, a qualche miglio di distanza dal paese, dove i due vivono da soli insieme ai loro animali da quando i genitori sono morti.
Le vite di tutti questi personaggi si intrecciano tra loro, e con quelle di altri, e ci raccontano ancora una volta quanto movimentata e appassionante, nel bene e nel male, possa essere la vita anche nel paesino più sperduto che si possa conoscere e tra le persone più semplici possibile.
Mi avevano detto che, a differenza di Benedizione, Canto della pianura non mi avrebbe fatto piangere. E invece mi sono commossa ancora di più. Forse per il filo conduttore del libro, completamente diverso rispetto a quello del primo volume: se là si parlava di fine vita, di rimpianti, di cose che ormai non si possono più aggiustare, qui c’è invece un inno alla nascita, alla rinascita e ai cambiamenti, che possono sì essere difficili e dolorosi, ma che alla fine non possono che far del bene. Forse per lo stile di Haruf, semplicissimo, diretto e senza troppi orpelli (anche se rispetto a Benedizione ne ha già qualcuno in più) eppure molto, molto efficace. Forse (e soprattutto) per la bellezza e la tenerezza di due personaggi, gli anziani fratelli McPheron, i cui comportamenti, tutti, da quelli più goffi a quelli più coraggiosi, mi hanno riempita di tenerezza e commossa in un modo che non credevo possibile.
Avevo provato più o meno la stessa sensazione anche con Benedizione, il primo volume pubblicato da NN editore di questa trilogia ambientata nel paesino di Holt, in Colorado. E in realtà è quello che provo quasi sempre quando mi capita di leggere libri bellissimi. Mi tolgono il fiato e le parole e mi fanno pensare per superlativi, al punto che mi verrebbe semplicemente da dire "fidatevi e leggetelo". Ma qualcosa in più effettivamente bisogna dire, non fosse altro perché Canto della pianura si merita tutti gli elogi possibili.
Siamo di nuovo a Holt, dicevamo. Ma questa volta non entriamo più in casa di Dad e delle sue vicine. Questa volta andiamo a trovare Tom Guthrie, docente di storia al liceo e padre di Ike e Bobby, due bambini molto svegli, che si rendono perfettamente conto che ci sia qualcosa che non va nella loro madre, che preferisce stare chiusa in camera al buio piuttosto che con loro. Poi andiamo da Maggie Jones, collega di Tom, che bada all’anziano padre e alle esigenze di chiunque le venga a chiedere aiuto, come si vede costretta a fare Victoria Roubideaux, che viene cacciata di casa dalla madre quando scopre che la figlia è incinta. Per poi arrivare al casolare dei fratelli McPheron, a qualche miglio di distanza dal paese, dove i due vivono da soli insieme ai loro animali da quando i genitori sono morti.
Le vite di tutti questi personaggi si intrecciano tra loro, e con quelle di altri, e ci raccontano ancora una volta quanto movimentata e appassionante, nel bene e nel male, possa essere la vita anche nel paesino più sperduto che si possa conoscere e tra le persone più semplici possibile.
Mi avevano detto che, a differenza di Benedizione, Canto della pianura non mi avrebbe fatto piangere. E invece mi sono commossa ancora di più. Forse per il filo conduttore del libro, completamente diverso rispetto a quello del primo volume: se là si parlava di fine vita, di rimpianti, di cose che ormai non si possono più aggiustare, qui c’è invece un inno alla nascita, alla rinascita e ai cambiamenti, che possono sì essere difficili e dolorosi, ma che alla fine non possono che far del bene. Forse per lo stile di Haruf, semplicissimo, diretto e senza troppi orpelli (anche se rispetto a Benedizione ne ha già qualcuno in più) eppure molto, molto efficace. Forse (e soprattutto) per la bellezza e la tenerezza di due personaggi, gli anziani fratelli McPheron, i cui comportamenti, tutti, da quelli più goffi a quelli più coraggiosi, mi hanno riempita di tenerezza e commossa in un modo che non credevo possibile.
Spero solo che stia bene, disse Raymond.Ora manca ancora un libro, Crepuscolo, in uscita il 12 maggio, per concludere questa trilogia della Pianura. E sono davvero curiosa di scoprire a casa di chi ci porterà Kent Haruf questa volta e quale storia ci racconterà. Sapendo già che di sicuro sarà bellissimo.
Lo spero, disse Harold.
Salirono al piano di sopra. Si sdraiarono ciascuno in camera sua, senza riuscire a addormentarsi, rimasero svegli al buio, separati dal corridoio, pensando a lei, e sentirono quanto la casa era cambiata, quanto all'improvviso tutto sembrasse vuoto e triste.
Titolo: Canto della pianura
Autore: Kent Haruf
Traduttore: Fabio Cremonesi
Pagine: 304
Editore: NN Editore
Prezzo di copertina: 18,00€
Acquista su Amazon:
formato brossura:Canto della pianura. Trilogia della pianura: 2
formato ebook: Canto della pianura
Ho adorato Canto della Pianura, in maniera diversa da Benedizione, perché come dice la nota del traduttore alla fine del libro sembra davvero di trovarsi di fronte a libri scritti da autori differenti. Per cui, sì, penso sia necessario valutarli e farsi trascinare dalle emozioni che provano senza zavorre, con la semplice leggerezza data dalla lettura di due libri che a parte l'ambientazione hanno ben poco in comune.
RispondiEliminaHaruf ha un modo di delineare e rendere concreti i suoi personaggi che davvero non ho mai riscontrato in nessun altro autore. Ho provato un così grande affetto per i fratelli McPheron e Victoria, quasi come se si trattasse di persone conosciute da sempre.
E' vero sì, lo stile è molto diverso! E bisogna leggerli proprio come due libri diversi, anche perché diametralmente opposte sono le emozioni che ti fanno provare.
EliminaI fratelli McPheron mi hanno proprio colpita al cuore :)
A me Crepuscolo e' piaciuto ancora piu' di Canto! Benedizione lo devo ancora leggere. In Inghiterra la sequenza e' diversa ;)
RispondiEliminaSì, so che NN editore ha invertito l'ordine di pubblicazione: prima Benedizione, poi Canto della pianura e poi Crepuscolo. Sul loro sito spiegano anche bene il perché di questa scelta :)
EliminaNon vedo l'ora di leggere Crepuscolo *___*
Consigli di leggerli nell'ordine con cui sono stati pubblicati da N N?
EliminaBeata te che sei cosi costante nelle recensioni... mica come me!!! :D
RispondiEliminaOgnuno ha i suoi tempi credo :)
EliminaBuongiorno!
RispondiEliminaTi ho appena scoperta e devo davvero farti i complimenti per l'originalità delle tue scelte libresche e per il modo semplice e appassionato che hai di parlarne.
Non ho fb ma ho visto dalla colonna laterale sul tuo blog che stai leggendo "La battaglia navale" di Malvaldi, che io ho finito proprio ieri sera. Non vedo l'ora di leggerne la tua recensione, penso che ne scriverò anch'io sul mio blogghino (evapalumbo.blogspot.it) e magari ti potrà far piacere confrontare le nostre opinioni.
Ben arrivata! Andrò poi sicuramente a leggere la tua opinione!
EliminaLetti entrambi...Benedizione mi ha colpita al cuore, mi ha commossa profondamente, totalmente..penso sia forse il più bel libro che abbia letto ultimamente...Canto della Pianura è diverso, mi ha tenuta più lucida nella storia, ma i fratelli McPheron sono indimenticabili ...non vedo l'ora di leggere Crepuscolo e, nel contempo, ti ringrazio per i tuoi suggerimenti di lettura che sto seguendo con grande soddisfazione.Carola
RispondiEliminaIo non so davvero dire quale tra Benedizione e Canto della pianura mi sia piaciuto di più. Mi sono commossa tanto in entrambi, anche se per motivi diversi... di là Dad e il suo addio alla vita, qui quei due fratelli che mi commuovevano a ogni gesto che facevano. Non vedo l'ora di leggere Crepuscolo anche io :)
EliminaGrazie a te per la fiducia! :)