Grossman invita il lettore ad affrontare uno dei sentimenti più potenti: la gelosia. E lo fa in due lunghi racconti in cui un personaggio narra ad un altro (ma sarebbe meglio dire a se stesso) una storia di tradimento della quale è o si sente vittima. Nel primo è Shaul a confessare con quanta passione lui stesso vive la relazione che sua moglie intrattiene con un altro uomo. Nel secondo a parlare è Rotem, tornata al capezzale della madre morente per leggerle un racconto in cui, dopo anni di distacco, ha cercato di ricostruire l'intensa relazione nata, quando lei era ancora adolescente, fra la madre ed un ragazzo che le era stato affidato affinché lo aiutasse a «diventare uomo».
Adoro David Grossman. Ma forse si era già capito da mie recensioni passate. E' che sono pochi gli autori che ti entrano dentro così tanto, che descrivono così tanto bene passioni e pulsioni umane, rendendole reali e al tempo stesso incredibili. Qui lo fa con due racconti, "Follia" e "Col Corpo Capisco". Il primo parla di gelosia e tradimento. Un uomo racconta a sua cognata di come ha vissuto dieci anni sapendo della relazione di sua moglie con un altro uomo. Non l'ha mai seguita, non l'ha mai spiata, non l'ha mai interrogata eppure sa tutto, ogni minimo dettaglio di questa relazione. Una relazione che accetta per amore, perchè sa che la donna ama l'altro ma ama anche lui. Ma una relazione che lo turba anche, lo rende geloso e folle, al punto da intraprendere un viaggio notturno con una gamba ingessata solo per avvicinarsi a lei. Viaggia e racconta, aprendosi con la cognata e constringendola a fare i conti anche con se stessa e con quella sicurezza che pensava di avere. Incredibile.
Ma forse il secondo, "Col Corpo Capisco", è ancor più profondo. Una figlia raggiunge la madre morente, una madre con cui ha sempre avuto un rapporto difficile e conflittuale, e le legge un racconto, che ha per protagonista la madre stessa quando era giovane e insegnava yoga. La madre che ha aiutato un quindicenne a scoprire sè stesso e ad accettarsi, a diventare uomo, portandosi via un pezzo di lei. Le ultime cinque pagine di questo racconto sono tra le pagine più intense che abbia mai letto in vita mia.
Bella in entrambi i racconti l'idea che sia qualcuno a raccontare la storia, parlando o per iscritto, così da renderla ancora più reale e umana. Bello lo stile, profondo e intenso, con metafore che si mischiano a realismo nudo e crudo.
Forse se non avete mai letto Grossman questi due racconti non sono il miglior punto di partenza. Ma per chi ha già conosciuto questo autore, valgon la pena di essere letti.
Nota alla traduzione: non c'è male!
Comunicazione di Servizio: affetta forse da qualche mania di grandezza, ho creato la pagina de La Lettrice Rampante su Facebook... lì pubblicherò i link alle recensioni e qualche notizia dal mondo letterario. Se vi va, diventate fan :)
Adoro David Grossman. Ma forse si era già capito da mie recensioni passate. E' che sono pochi gli autori che ti entrano dentro così tanto, che descrivono così tanto bene passioni e pulsioni umane, rendendole reali e al tempo stesso incredibili. Qui lo fa con due racconti, "Follia" e "Col Corpo Capisco". Il primo parla di gelosia e tradimento. Un uomo racconta a sua cognata di come ha vissuto dieci anni sapendo della relazione di sua moglie con un altro uomo. Non l'ha mai seguita, non l'ha mai spiata, non l'ha mai interrogata eppure sa tutto, ogni minimo dettaglio di questa relazione. Una relazione che accetta per amore, perchè sa che la donna ama l'altro ma ama anche lui. Ma una relazione che lo turba anche, lo rende geloso e folle, al punto da intraprendere un viaggio notturno con una gamba ingessata solo per avvicinarsi a lei. Viaggia e racconta, aprendosi con la cognata e constringendola a fare i conti anche con se stessa e con quella sicurezza che pensava di avere. Incredibile.
Ma forse il secondo, "Col Corpo Capisco", è ancor più profondo. Una figlia raggiunge la madre morente, una madre con cui ha sempre avuto un rapporto difficile e conflittuale, e le legge un racconto, che ha per protagonista la madre stessa quando era giovane e insegnava yoga. La madre che ha aiutato un quindicenne a scoprire sè stesso e ad accettarsi, a diventare uomo, portandosi via un pezzo di lei. Le ultime cinque pagine di questo racconto sono tra le pagine più intense che abbia mai letto in vita mia.
Bella in entrambi i racconti l'idea che sia qualcuno a raccontare la storia, parlando o per iscritto, così da renderla ancora più reale e umana. Bello lo stile, profondo e intenso, con metafore che si mischiano a realismo nudo e crudo.
Forse se non avete mai letto Grossman questi due racconti non sono il miglior punto di partenza. Ma per chi ha già conosciuto questo autore, valgon la pena di essere letti.
Nota alla traduzione: non c'è male!
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