martedì 31 gennaio 2017

VIAGGIO SUL FIUME - Robert Nathan

«Ricorderà che tenevo pulita la casa», spiegò, «e che cucinavo bene. Ricorderà che lo facevo sentire a suo agio... ma non che lo amavo. Non ricorderà come mi sentivo tra le sue braccia. Non ricorderà com'era baciarmi».
«Vorresti che ricordasse questo?», chiese Mr Mortimer, curioso.
«Certo», rispose Minerva. «Che altro?».


Ci pensate mai a cosa rimarrà di voi nella mente di chi vi sta attorno quando non ci sarete più?  È un pensiero che non ci sfiora quasi mai, e sarebbe forse più strano il contrario, perché condizionerebbe troppo la nostra vita impedendoci a tutti gli effetti di viverla.
Però ogni tanto capita, magari di fronte a una notizia che ci sconvolge, di mettersi lì a pensare a cosa resterà di noi dopo. Chi si ricorderà di noi? E per cosa? Per tutte le cose belle che abbiamo fatto insieme, per tutti i ricordi e per tutto l’amore che ci siamo scambiati? Oppure rimarranno solo le cose pratiche, le cose quotidiane, le abitudini? E, soprattutto, possiamo ancora fare qualcosa per cambiare le cose?

Queste riflessioni, sulla vita, sulla morte e sull'amore sono il motore di Viaggio sul fiume, romanzo di Robert Nathan, pubblicato in Italia da Edizioni di Atlantide e tradotto da Gaja Cenciarelli.
  
Un pomeriggio di maggio, in una cittadina sulle sponde del fiume Missouri, Minerva Parkinson esce dall'ambulatorio del suo medico con la notizia di avere non più di due anni di vita. La notizia la sconvolge, non tanto per sé quanto per il marito Henry e per il ricordo che teme lui avrà di lei quando non ci sarà più. Sono una coppia tranquilla, Minerva e Henry. Una brava moglie e una brava casalinga lei, un impiegato contabile per un’azienda locale lui. Da giovani si amavano, tanto, e forse si amano ancora adesso, sebbene per Minerva diventi difficile riuscire a distinguere quel che è amore e quel che è pura e semplice sicurezza e abitudine. Per essere sicura di lasciare in Henry un ricordo importante decide di spendere tutti i soldi che ha messo da parte per acquistare una chiatta e partire finalmente per quel viaggio sul fiume che il marito da anni e anni sognava fare. Così si guadagnerà il suo amore e, soprattutto, si garantirà di non essere dimenticata.

Sapeva che quello che stava facendo era un gesto del tutto egoistico, benché avesse l'aspetto e il profumo della generosità. Stava spendendo parte del futuro di Henry per se stessa: stava comprando un'altra stanza nel cuore di Henry.

Harry sembra riluttante, stupito da questo strano gesto di sua moglie, ma alla fine accetta di partire. Durante una sosta del viaggio, sulla chiatta salgono altri due ospiti: Mr Mortimer, un uomo misterioso che Minerva aveva già incrociato poco prima della partenza, e Nora, una giovane e un po’ ingenua parrucchiera segnata da una salute molto cagionevole. 
Da un viaggio a due per creare ricordi, questo viaggio sul fiume diventa una strana vacanza a quattro, che modifica un po’ le volontà di Minerva nei confronti del marito e di se stessa.

Ho iniziato a leggere Viaggio sul fiume con la certezza che alla fine, se non già durante la lettura, avrei pianto come una fontana. Mi era già capitato, in passato, di leggere libri che raccontano relazioni tra persone un po’ avanti con gli anni che sanno che tra poco la loro vita finirà e di commuovermi come poche volte mi succede (mi viene in mente In viaggio contromano di Micheal Zaadorian, pubblicato da marcos y marcos, uno dei miei romanzi preferiti di sempre). Perché queste riflessioni sulla fine della vita e sugli amori che rimangono, questi viaggi d’addio, mi toccano sempre un po’.

Ma in questo libro c’è anche qualcosa di diverso della semplice storia d’amore. E lo si capisce fin dalla prima apparizione di Mr Mortimer, la cui reale natura è chiara fin da subito, e dalle discussioni che lui ha con Minerva prima e poi, nel corso del viaggio, con Henry e con Nora. Si parla di morte, con paura, certo, ma anche con curiosità, per capirne i meccanismi, i modi d’azione e se esiste, in qualche modo, la possibilità di fermarla o quantomeno di modificarne la venuta. Minerva vorrebbe farlo per se stessa, ma anche per Henry e per Nora. E la morte sembra quasi cedere alle sue richieste, colpita dal suo coraggio e dalla sua idea di amore. Quasi, però, perché contro la morte, contro il destino, in realtà, nessuno può nulla.

Alla fine, come avevo previsto, ho pianto. Per l’amore, per i ricordi, per quello che è rimasto. Ma mi sono anche stupita, per il coraggio mostrato da Robert Nathan nel trattare un argomento così importante nel 1949, e per tutte le riflessioni e i pensieri che Viaggio sul fiume, nella sua apparente semplicità, inevitabilmente fa nascere in chi lo legge.

«E quindi», disse, «cos'altro è l'amore, se non memoria?».


TITOLO: Viaggio sul fiume
AUTORE: Robert Nathan
TRADUTTORE: Gaja Cenciarelli
PAGINE:126
EDITORE: Atlantide
ANNO: 2016
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formato cartaceo: Viaggio sul fiume

1 commento:

  1. Questo libro ha una trama bellissima e dalla tua recensione traspare l'importanza che hai dato all'argomento trattato dal libro. Si, spesso ci si chiede cosa resterà di noi... È una domanda che fa paura, personalmente penso che l'importante sia lasciare una sensazione di amore e positività nelle persone che abbiamo accanto.

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