venerdì 16 dicembre 2016

PICCOLI CRIMINI CONIUGALI - Eric-Emmanuel Schmitt

GILLES: È contro natura amare per sempre, amare a lungo
LISA: Non è vero.
GILLES: Per fare in modo che duri bisogna accettare l'incertezza, bisogna avanzare in acque pericolose, avventurarsi là dove si procede solo con la fiducia, risposarsi galleggiando su onde contraddittorie, certe volte di dubbio, certe volte di fatica, certe volte di serenità, ma mantenendo sempre la rotta.


Leggo raramente le pièce teatrali. Non perché non mi piacciano (e Casa di bambola di Ibsen, ma anche Ricorda con rabbia di John Osborne, mi hanno fatto letteralmente impazzire), ma perché credo che si debba essere davvero bravi a scriverle per fare in modo che funziono anche lette e non solo messe in scena.

Puntavo Piccoli crimini coniugali di Eric-Emmanuel Schmitt, pubblicato in Italia da edizioni e/o con la traduzione di Alberto Bracci Testasecca, già da un bel po’, senza però mai riuscire a decidermi. Di questo autore francese ho letto, e amato immensamente, solo racconti, sebbene la sua produzione sia molto, ma molto più vasta e comprenda anche romanzi e, appunto, pièce teatrali. Forse avevo paura che cambiando genere, cambiasse anche il mio amore per lui (ché non tutti gli scrittori sono capaci di destreggiarsi tra un genere e l’altro sempre con lo stesso risultato). Poi, a Più Libri Più Liberi, questo libro mi è inaspettatamente giunto in regalo, permettendomi così di soddisfare la mia curiosità.

Piccoli crimini coniugali è il dialogo tra Gilles e Lisa, marito e moglie, che ritornano finalmente a casa, una sera, dopo che lui è stato ricoverato in ospedale dopo un incidente domestico, che gli ha fatto perdere la memoria. I due sono molto trattenuti, hanno perso quella famigliarità che tutte le coppie sposate hanno, o dovrebbero avere, e non sanno bene come comportarsi l’uno con l’altra. Forse perché quell'incidente ha scoperchiato qualcosa rimasto sopito da tanto tempo, dando il via, tra un colpo di scena e l’altro, a una resa dei conti sulla vita di coppia e sull’amore in generale.

Ogni volta che mi capita di leggere un libro di Eric-Emmanuel Schmitt in cui parla d’amore, mi stupisco ogni volta del modo in cui riesce ad arrivare così in profondità e portarne alla luce tutti i segreti, le cose non dette, belle o brutte che siano. Lo avevo già notato in L'amore invisibile, ma anche in buona parte dei racconti che compongono La sognatrice di Ostenda. Qui, in Piccoli crimini coniugali, porta l’amore e la vita di coppia al suo estremo, in una commedia nera che sembra anche uno scontro, una resa dei conti finale, in cui si scontrano un uomo e una donna, ma anche due idee diverse d’amore. Che forse possono convergere, o forse no.

LISA: Tu non ti scoraggi mai?
GILLES: Altroché.
LISA: E allora?
GILLES: Ti guardo e mi chiedo se malgrado i miei dubbi, i miei sospetti, le mie inquietudini e la mia stanchezza ho davvero voglia di perderti. E la risposta mi viene sempre. Sempre la stessa. E insieme a lei mi viene il coraggio. Amare è irrazionale, è una fantasia che non appartiene alla nostra epoca, non si giustifica, non è pratico, la sua unica giustificazione è che c'è.

E quindi sì, Eric-Emmanuel Schmitt sa scrivere pièce teatrali che funzionano anche solo lette (sebbene la voglia di vedere questa opera messa in scena adesso è davvero tanta), e mi conferma di essere uno di quegli autori di cui leggerei probabilmente anche la lista della spesa, trovandola bellissima e geniale. 
Ora non mi resta che provare un suo romanzo, ma ho come l’impressione che nemmeno in quel caso mi deluderà.


TITOLO: Piccoli crimini coniugali
AUTORE: Eric-Emmanuel Schmitt
TRADUTTORE: Alberto Bracci Testasecca
PAGINE:145
EDITORE: edizioni e/o
ANNO: 2004

1 commento:

  1. Io quasi per caso ho deciso di scrivere una tesi in Letteratura teatrale, ispirato dalla costanza e dalla presenza della prof, ma leggendo e studiando mi ci sono davvero appassionato. Non pensavo. Testo già in lista, che vorrei leggere prima dell'uscita della trasposizione - ci sono i soliti Buy e Castellitto, quindi non male.

    Ps. Ma sai che Canto della pianura mi è piaciuto, ma non quanto immaginavo? Devo capire perché.

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