venerdì 16 settembre 2016

LA GRAZIA DEL DEMOLITORE - Fabio Bartolomei

«Sono un fallito» le dice.
«Sciocchezze. Chi sei e di cosa sei capace lo dicono i passi che hai avuto il coraggio di fare». Marie chiude gli occhi e inspira profondamente. «Ma non la senti Davide? Non la senti l'aria che si respira qui? C'è passione, eleganza... improvvisazione».
Davide scuote la testa, alza le spalle.
«E a cosa sono servite?» le chiede.
«Se non riesci a esserne orgoglioso a nulla, Davide. Proprio a nulla»



Fabio Bartolomei è tornato. Chi conosce l’autore e ha letto tutti i suoi precedenti romanzi, una volta arrivato alla fine di La grazia del demolitore, da poco pubblicato sempre da edizioni e/o, capirà perfettamente a cosa mi riferisco.

Ho conosciuto Fabio Bartolomei grazie a La banda degli invisibili. Poi ho letto Giulia 1300 e altri miracoli (e visto anche Noi e la Giulia, il bellissimo film che ne ha tratto Edoardo Leo) e We are family. Ed è stato amore. Di quegli amori letterari che ti portano a correre in libreria non appena esce un romanzo nuovo. E così avevo fatto, in effetti, con il quarto libro di quest’autore romano, Lezioni in paradiso. Una delusione pazzesca. L’idea c’era, ma il libro era troppo breve, troppo frettoloso, perché potesse essere sviluppata come si sarebbe meritata.

Ma se si ama così tanto un autore, come io in effetti amo Fabio Bartolomei, gli si danno tutte le possibilità del mondo. Uno scivolone ci sta, un romanzo non propriamente riuscito dopo tre piccoli gioielli può capitare. Basta sapersi rialzare. E con La grazia del demolitore ci è riuscito alla grande.

Protagonista è Davide, figlio di uno dei più importanti costruttori della città e con una carriera spianata proprio in quel campo. Mai un problema da affrontare, mai una responsabilità, tant’è che a trentaquattro anni, pur avendo un'enorme villa tutta sua, Davide vive ancora a casa dei genitori. Il padre, per dargli una sorta di contentino, gli affida i lavori di demolizione e ricostruzione di una vecchia palazzina, proprio dove viveva sua nonna. Un lavoro semplice, in cui nulla può andare storto. Se non fosse che l’ultima inquilina rimasta nel palazzo è una ragazza cieca, Ursula, verso cui Davide prova una forte attrazione e un forte senso di protezione. E quindi decide di cambiare i suoi piani, coinvolgendo i suoi migliori amici e una bizzarra banda di operai, e di sfidare apertamente suo padre e tutto quello che aveva pensato per lui.

Fabio Bartolomei è tornato, dicevo all'inizio. È tornato un po’ alle origini, perché in La grazia del demolitore si ritrova tutta l’atmosfera di Giulia 1300 e altri miracoli, anche se in un contesto differente. C’è un ragazzo che all’improvviso decide di cambiare la sua vita, c’è una sorta di armata Brancaleone piena di saggezza che lo aiuta nell’impresa, una serie di personaggi buffi a fare da contorno e la voglia di sfidare, di contrapporsi alle ingiustizie, con una denuncia abbastanza marcata delle pratiche in voga nel campo dell’edilizia. 
E poi c’è la poesia dell’amore di Davide per Ursula. Un amore dolcissimo e bellissimo, fatto di gesti, di frasi incise sul muro, di piante di rosmarino nei vasi e marciapiedi livellati, di voglia di non arrendersi mai e di costruire strade da percorrere insieme.

E mentre ascolta il brivido del fallimento, quello della distanza incolmabile e quello della sua paziente inesistenza, si chiede se in fondo non sia proprio questo l'amore: una richiesta di salvezza. Da se stesso. Da ciò che era e da ciò che sarebbe senza di lei


La grazia del demolitore mi è piaciuto tantissimo. Ho riso tanto (i personaggi di Massimiliano, che proprio non ce la fa a non essere dipendente da qualcosa, e di Geronimo con la sua cintura sono fenomenali) e mi sono anche commossa, proprio come mi era successo con i primi tre romanzi.
E quindi sì, Fabio Bartolomei è tornato e lo ha fatto davvero in grande stile. Un libro consigliatissimo.


Titolo: La grazia del demolitore
Autore: Fabio Bartolomei
Pagine: 277
Anno di pubblicazione: 2016
Editore: e/o
ISBN: 978-8866327905
Prezzo di copertina: 18 €
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formato brossura: La grazia del demolitore
formato ebook: La grazia del demolitore

13 commenti:

  1. Quando ho finito di leggerlo ero felice. Felice perché avevo amato il romanzo, felice perché Fabio non mi aveva delusa. In questo libro ho ritrovato quelle genialate che arrivano all'improvviso, che mi spiazzando e mi allargano il cuore e mi fanno sorridere e ridere... un po' come fece lo schiaffo ai camorristi che chiedevano il pizzo in Giulia 1300. Comunque, w Bartolomei e w noi che lo adoriamo :D

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    1. Esatto sì, si ritrova tutto quello che c'era nei primi romanzi. E più volte anche a me leggendo sono scappati tanti sorrisi (e in alcuni punti mi sono anche proprio commossa).
      W Bartolomei, sì! :D

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  2. Io che lo adoro di meno, invece, ci ho messo un po' a entrare in empatia col borioso David. Ma, alla fine, questo stalker discreto e romanticissimo mi ha molto divertito. Mi ci sono affezionato poco a poco. :)

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    1. All'inizio è effettivamente un po' uno stronzo... però boh, poi diventa di una dolcezza infinita *_____*

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    2. E Massimiliano, macchietta com'era, quante risate mi ha fatto fare.
      Giusto Mila, e la sua dichiarazione, mi sono sembrati messi lì un po' a caso...

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  3. Lietissima di sapere della ripresa di Bartolomei. Non vedo l'ora di leggerlo.

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    1. Merita, merita!
      (TRa l'altro io l'avevo conosciuto grazie a te :) )

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    2. (mi intrometto: anche io l'ho conosciuto grazie a la Leggy!)

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  4. Ciao! È la prima volta che leggo qualcosa di Bartolomei, inizio da "La grazia del demolitore" e dalla tua recensione mi sembra un po' una sorta di ritorno alle origini giusto? Spero mi piaccia :)

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    1. Sì, è un ritorno alle origini, in pieno stile Bartolomei. Ma in realtà, a parte Lezioni in paradiso, sono tutti belli i suoi romanzi! :)

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  5. Io non ho ancora letto nulla di Bartolomei, ma penso comincerò con questo. Perché ho visto la copertina e ho pensato che sì, questo lo volevo conoscere :)

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  6. Ho iniziato a leggiucchiare qualcosa della Lettrice Rampante sulla pagina Facebook, che tra l'altro è sempre fonte di ispirazione. Così qualche giorno fa mi sono detta: "Okay, com'è il blog non lo seguo ancora?". Com'era inevitabile, quindi, eccomi qui. E il contesto non potrebbe essere più azzeccato: una recensione semplice, ma convincente di un libro e di un autore che non vedo l'ora di scoprire.

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