martedì 10 novembre 2015

BUCHI NELLA SABBIA - Marco Malvaldi

Il fatto è che l'opera, già di per sé, è una situazione artificiosa, che si regge in piedi per miracolo, e che richiede a noi fanatici del bel canto una dose smisurata di capacità di astrazione. Non è facile commuoversi per un baritono che, una volta ricevuta una coltellata nel petto, intona una romanza a tutta gargana invece di stramazzare sul palco, come farebbe qualsiasi persona beneducata qualora venisse pugnalata nelle reni. E ci vuole una robusta dose di concentrazione sulla musica per non mettersi a ridere di fronte a un tenore settantenne che sta facendo il giovanottino innamorato, decantando la bellezza di un mezzosoprano largo quanto due contrabbassi.


Comincio già con la foto a mettere le mani avanti per farvi capire che questa sarà tutto fuorché una recensione imparziale. È che io adoro Marco Malvaldi, se ancora non si fosse capito dal fatto che ho tutti i suoi libri, dai post di attesa per Buchi nella sabbia che ho condiviso nei giorni precedenti all’uscita o dal fatto che ogni volta che c’è una sua presentazione nei paraggi io mi ci fiondi senza pensarci troppo, sebbene ormai l’abbia visto più e più volte.
Lo adoro, dicevo. Adoro la sua ironia, adoro il suo saper giocare così tanto con le parole, il suo sapere tante, tantissime cose e raccontartele come se foste seduti al bar a parlare del nulla. E poi sì, beh, certo, adoro i suoi romanzi. Soprattutto quelli come Odore di chiuso e, appunto, Buchi nella sabbia. Dei gialli storici, in cui la trama gialla è quasi in più, talmente tante e talmente belle sono le cose che racconta dei vari contesti in cui decide di ambientarli.

Buchi nella sabbia è ambientato a inizio del ‘900 e a Pisa, terra di anarchici, sta per andare in scena la Tosca di Giacomo Puccini, alla presenza del re Vittorio Emanuele III. Il rischio di attentato è alto, così come lo sono le misure di sicurezza. Ma mai nessuno avrebbe potuto pensare che a morire sarebbe stato qualcuno sul palco, fucilato per davvero anziché a salve. Ad indagare sull'omicidio e, per forza di cose, sui personaggi in scena ci sono il carabiniere Gianfilippo Pellerey e il suo diretto superiore Ulrico Dalmasso. Si tratta di una resa dei conti tra attori o di un piano di rivolta anarchica di fronte al re? Ma soprattutto, chi è che ha  permesso a Ernesto Ragazzoni, giornalista e poeta, nonché grande etilista, di prendere parte alle indagini? 

Marco Malvaldi quindi questa volta ci porta all'opera a vedere la Tosca e ci presenta il poeta Ernesto Ragazzoni, forse dai più un po’ dimenticato (io stessa, ammetto, non avevo idea di chi fosse), un poeta popolare, in grado di scrivere componimenti in rima sulle cose più semplici e banali.
Come si diceva in precedenza, in Buchi nella sabbia la trama gialla è quasi superflua, forse a tratti anche un tantino superficiale, ma sono talmente tante, e buffissime, le curiosità sul mondo dell’opera che Malvaldi offre ai lettori e, soprattutto, è talmente bello l’uso che fa dello stile e delle parole, che quasi non importa chi ha ucciso chi e perché. 

Credo però che questo, pur essendo un giallo dalla trama tutto sommato semplice, non sia un libro proprio per tutti, proprio come non lo era Odore di chiuso. Malvaldi approfitta del contesto storico per far vedere quanto è bravo con le parole e i costrutti delle frasi, mettendo un’ironia a volte sottile e non sempre facile da cogliere. Alcune frasi le ho dovute leggere un paio di volte, per essere sicura. Poi, però, una volta capite è stato di nuovo e ancor di più amore. Se cercate un libro scorrevole da leggere senza pensare troppo, meglio che vi buttiate sui romanzi del BarLume, più immediati, meno ricercati. 

Invece, non è fondamentale che conosciate l’opera (io ne ho viste cinque in tutta la mia vita, tra cui la Tosca, e, a parte il Nabucco di Verdi in cui credo di aver dormito per tutta la sua durata, mi hanno divertito un sacco… sarò strana, ma a me vedere uno che mentre muore canta “sto morendo” mi fa tanto ridere), per poter leggere questo libro. Anzi, Malvaldi inserisce talmente tanti aneddoti divertenti (sì, Puccini diceva le parolacce) e talmente tanti intrighi che alla fine avrete quasi voglia di andarci anche se non vi è mai passato per la mente.

Quindi sì, Buchi nella sabbia mi è piaciuto sacco. Per l’ambientazione, sicuramente, e per la possibilità che mi ha dato di scoprire Ernesto Ragazzoni.
Forse non sono imparziale, ma questo libro è assolutamente da leggere.

Titolo: Buchi nella sabbia
Autore: Marco Malvaldi
Pagine: 245
Anno di pubblicazione: 2015
Editore: Sellerio
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formato brossura: Buchi nella sabbia
formato ebook: Buchi nella sabbia

8 commenti:

  1. Ciao! Bella questa recensione, sei proprio brava! Tra una ventina di giorni sarà il mio compleanno e un'amica me lo regalerà, non vedo l'ora di leggerlo e dopo la presentazione e la tua recensione la mia curiosità è a mille. A presto :-)

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    1. Ciao! Grazie mille!:)
      La presentazione è stata proprio bella, sì... poi lui è stato simpaticissimo anche al momento degli autografi :) Mi spiace che non abbiam potuto chiacchierare un po', ma in quel contesto è sempre complesso!
      Alla prossima però! :)

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  2. Non vedo l'ora di leggerlo, soprattutto perché Odore di chiuso, finora, è il mio preferito! :)

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    1. Anche il mio! :D Nei gialli storici secondo me Malvaldi da il meglio di sé :D

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  3. Grazie per il consiglio; finalmente ancora un altro Malvaldi di grande effetto.

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  4. Niente, io non ce l'ho proprio fatta. Sono arrivata a metà e ho mollato. Tanto ho amato la serie del BarLume, quanto ho odiato questo romanzo.

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    1. Lo posso capire, sai? In libri come questo (e come Odore di Chiuso), Malvaldi fa un po' sfoggio del suo sapere e della sua abilità nell'uso del linguaggio... e alla lunga potrebbe risultare un po' irritante. Credo sia uno di quei libri senza mezze misure, che o si ama o si odia :)

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