martedì 6 marzo 2012

IL SEGRETO DELLE VIOLE ANDALUSE - Julia Montejo

Madelaine, giovane medico, torna nella casa di famiglia in seguito alla morte della zia Rosario. Madelaine non ha mai amato quel luogo, simbolo della storia della famiglia Martínez Durango, la più ricca e potente della zona, ma sulla quale sembra pesare un oscuro destino di dolore e infelicità. Ora Madelaine si trova costretta a fronteggiare la zia Clara, una donna egocentrica e autoritaria, rimasta legata a un mondo che non esiste più. Ma soprattutto dovrà misurarsi con il passato dei Martínez Durango, pieno di interrogativi rimasti senza risposta: cos'è successo alla nonna Olivia, anima ribelle della famiglia? Perché sua madre Inmaculada è scomparsa? E cosa la legava alle due zie? Una saga familiare, tra misteri che si svelano a poco a poco e passioni destinate a durare per sempre.

La prima cosa che mi ha attratto di questo libro è la copertina, che trovo semplicemente stupenda.
La seconda cosa è il titolo, ma lo sapete già che appena io vedo qualcosa che ha a che fare con la Spagna quasi impazzisco.
La terza è la trama riportata sul retro, che lascia presagire una granda saga famigliare. E io amo le saghe famigliari (non per niente due dei miei romanzi preferiti in assoluto sono saghe famigliari, "Cent'anni di solitudine" di Márquez, che oggi compie gli anni, e "La valle dell'Eden" di Steinbeck).
Di fronte a tutte queste premesse, il rischio di rimanere delusa era veramente ma veramente alto. La copertina poteva non c'entrare niente (quanto spesso capita!), il titolo poteva essere fuorviante (vedi parentesi precedente) e la saga famigliare poteva essere banale e scontata.
Ma per fortuna non è stato così.

Chiariamolo subito, non ci troviamo di fronte a una "Casa degli Spiriti ambientata in Spagna" come recita la copertina, nè ci avviciniamo lontanamente a Macondo. Però il romanzo nel suo piccolo a mio avviso si difende bene.
Madeleine torna nel suo paese natale dopo la morte di una delle sue zie, per aiutare l'unica rimasta, Clara, a gestire le questioni economiche di tutta la fortuna ereditata negli anni. La zia appare come una persona rude, fredda, meschina e calcolatrice che cerca di obbligare in tutti i modi la nipote a sposarsi, per chiudere il cerchio della sua famiglia prima di morire e riportare ordine in un passato oscuro e pieno di segreti e tristezza.
Un passato veramente tremendo quello della famiglia, con ogni membro legato a un destino da cui non potrà fuggire, vittima di passioni e di amori tristi e infelici. Lo sa bene nonna Olivia, che ha abbandonato i suoi tre figli da giovane per non morire dentro la sua prigione domestica. Lo sanno bene i suoi tre figli: Rodrigo, Clara e Rosario, tutti e tre destinati ad amori tragici e infelici. Lo scopre sulla sua pelle Inmaculada, sposando Rodrigo per nascondersi dalla sua vera natura.
E allo stesso destino sembra destinata Madaleine appena nata, fino all'abbandono della madre, quando viene crescitua da zia Clara e zia Rosario senza che possa avere contatti con il mondo. Un destino da cui riesce però ad allontarnarsi ma che inesorabilmente la richiama quando ritorna in paese nella casa della sua infanzia. Una casa che ha un'anima, fatta di presenze e di spettri, che sono in realtà solo ricordi del passato che non riescono ad andarsene.

La narrazione alterna passato e presente, per offrire una panoramica di tutte le vicende e i personaggi coinvolti. Un passato e presente che a volte si mischiano, che a volte gli stessi protagonisti stentano a distinguere. In questo modo il lettore conosce sia quello che è stato, sia quello che è e che potrebbe ripetersi se l'incantesimo della casa non si rompe.
Il romanzo è un mix di molte cose. Un piccolo giallo, misterioso e a tratti inquietante, con un colpo di scena finale spiazzante (seppur riflettendoci potesse essere prevedibile). Ma anche tante piccole diverse storie d'amore: quelle ambientate nel passato, quelle proibite, quelle per il lieto fine del presente.

Non avrà sicuramente tutto il successo della Allende o di Márquez o di Steibeck, a cui nemmeno lontanamente può essere paragonato, per certi difetti narrativi e tratti della storia a volte un pochino confusi, soprattutto nella caratterizzazione di Olivia, così come nel passato di José Luis, quasi inutile ai fini della storia, soprattutto perché non viene minimamente approfondito.
Ma è comunque una lettura piacevole, che cattura e ti tiene incollata alle sue pagine per sapere cosa succederà dopo,
per sapere se si può sfuggire dal proprio destino, se si può perdonare e amare nonostante tutto.
Lo consiglio!

Nota alla traduzione: qualche nota qua e là per tradurre i testi delle canzoni in spagnolo, ma non danno minimamente nessun fastidio. Così come il cambiamento nel titolo, che da "Violetas para Olivias" diventa "Il segreto delle viole andaluse"... è diverso sì, ma rimane comunque un bel titolo.

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