giovedì 11 marzo 2010

TO KILL A MOCKINGBIRD- Harper Lee

A gripping, heart-wrenching, and wholly remarkable tale of coming-of-age in a South poisoned by virulent prejudice, it views a world of great beauty and savage inequities through the eyes of a young girl, as her father - a crusading local lawyer - risks everything to defend a black man unjustly accused of a terrible crime.


Ho un po' di difficoltà a scrivere questo commento. E' la quarta volta che scrivo e poi cancello tutto. E non è perchè il libro non mi sia piaciuto, anzi. E' che c'è ancora tanto da imparare, anche a distanza di 50 anni, in materia di razzismo e pregiudizi.
Harper Lee, attraverso gli occhi di Scout, una bambina vivace, intelligente e curiosa, disegna uno spaccato della società americana degli anni '30, dove il razzismo e i pregiudizi ancora la facevano da padrone, sebbene inizasse a spuntare qualche ribellione. Come Atticus, ad esempio, padre di Scout, e avvocato difensore di un uomo di colore accusato ingiustamente dello stupro di una ragazza bianca. Sarà l'unico in grado di far riflettere più a lungo la giuria prima della comunque inevitabile condanna. Harper Lee riesce a parlare a fondo di un argomento importante e doloroso come il razzismo e i pregiudizi razziali non solo nella parte più seria e dolorosa del processo e delle morti ingiuste e delle ritorsioni che ne seguiranno, ma anche tramite le avventure estive di Scout, del fratello Jem e del loro amico Dill, che sapranno affrontare e superare i pregiudizi loro(come quelli nei confronti del loro vicino di casa Boo Radley, reo di non uscire mai se non di notte) e quelli della società più di chiunque altro.
Non è un libro semplice da leggere in lingua originale, ma, in italiano, lo consiglio caldamente.

Una piccola riflessione sui titoli. Quello inglese, che io trovo molto poetico (soprattutto quando compare all'interno del romanzo), fa riferimento principalmente alla vicenda di TomRobinson, l'uomo di colore che sarà vittima della società razzista dell'epoca. In italiano questo titolo diventa "Il Buio Oltre la Siepe", una metafora sulla paura nei confronti delle cose che, pur essendo vicine a noi, non conosciamo e che nel libro si riferisce principalmente al vicino di casa di Scout. Ci ho messo un po' di tempo a collegare i due titoli e sto ancora riflettendo se la scelta italiana mi convince o meno.

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