Cos'è che vi dicevo l'altro giorno a proposito dei seguiti? Ah sì, che non ne sono mai stata una grande amante, che mi piace che le storie finiscano e che sia io, nella mia mente, a immaginarmi cosa succede dopo,e soprattutto che, di solito, quando mi capita di leggerli, chiudo il libro che una sensazione di delusione, debole o forte a seconda della bravura dell'autore. Però, poi, alla fine, per quanto io possa cercare di negarlo, i seguiti li leggo eccome.
Anche perché, in questo caso, stiamo parlando del seguito di Io che amo solo te, un libro che mi aveva fatta letteralmente impazzire (nel senso che sono andata avanti giorni a canticchiare la canzone nella mia testa e a consigliare a chiunque mi capitasse a tiro la sua lettura).
A metà novembre è uscito questo libricino, La cena di Natale di Io che amo solo te. Scritto dall'autore durante gli spostamenti o negli alberghi tra una presentazione e l'altra del precedente. Ora, come diffido dei seguiti, diffido anche di chi pubblica più di un libro all'anno. Ne posso sopportare al massimo due, ma devono essere ben diversi tra loro. E in questo caso, la puzza di operazione commerciale, di volontà di sfruttare il più possibile il successo strepitoso, meritato, ma forse anche un po' inaspettato, di Io che amo solo te, era molto, molto, molto forte. E lo è rimasta anche durante la lettura e una volta chiusa l'ultima pagina.
E' la vigilia di Natale e Polignano a mare si risveglia sotto la neve. Un evento straordinario per questo paese pugliese, che coglie un po' tutti impreparati. Altrettanto impreparata coglie Matilde il regalo che Don Mimì le fa per Natale: un anello enorme, che nella mente della donna può significare solo una cosa. Don Mimì la ama ancora. Nonostante il ballo con Ninella, sua suocera nonché fidanzata storica, al matrimonio tra i loro figli. E per mostrare a tutti questo amore e, soprattutto, questo anello, Matilde decide di organizzare per quella sera un cenone di Natale, invitando figli, sorelle e suocera con famiglia. Pazienza se non è tradizione della loro famiglia. Pazienza se perderanno la messa di mezzanotte o metterà in difficoltà la nuora, incaricata del pranzo del giorno successivo. Matilde vuole in qualche modo vendicarsi di Ninella. Il risultato, ovviamente, non sarà del tutto quello sperato.
La lettura di questo libricino è davvero scorrevole, rapida e divertente. L'ho letto in poco meno di tre ore, senza alcuna difficoltà. Riprende un po' tutti i personaggi del primo romanzo e mostra a che punto sono: come va il matrimonio tra Chiara e Damiano, la vita di Orlando, fratello gay di Damiano, che si barcamena tra uomini sposati e fidanzati, quella di Nancy, sorella di Chiara ossessionata dal desiderio di perdere la verginità, e soprattutto come sta Ninella e come si sta riprendendo da quel ballo con Don Mimì al matrimonio della figlia e dalla loro successiva chiacchierata risolutiva. Ci sono tutti, insomma. Il problema è che ad ogni personaggio non viene dato il giusto spazio e ogni piccolo dramma famigliare (dai problemi tra Chiara e Damiano all'ossessione di Nancy) viene trattato in modo troppo sbrigativo e troppo superficiale. E tutto si risolve da solo e quasi per caso. La cena di Natale del titolo occupa poche pagine del romanzo (che comunque già di suo è di poche pagine) e si verifica quando praticamente tutto è già tornato al proprio posto.
E poi, Don Mimì e Ninella, Ninella e Don Mimì, con il loro amore eterno e, forse, impossibile (anche se basterebbe poi che Don Mimì lasciasse la moglie, no?), che potrebbe andare avanti per sempre, per mille romanzi. Che alla fine sarebbero tutti piacevolissimi e divertenti da leggere (adoro come scrive Bianchini), ma senza che diano niente in più alla storia iniziale, a quel fantastico ballo di Io che amo solo te. Insomma, forse è ora di lasciarli alla loro vita, e di andare avanti con qualcosa di nuovo.
Titolo: La cena di Natale di Io che amo solo te
Autore: Luca Bianchini
Pagine: 183
Anno di pubblicazione: 2013
Editore: Mondadori
ISBN: 978-8804638711
Prezzo di copertina: 12,00€
Acquista su Amazon:
formato brossura: La cena di Natale di «Io che amo solo te»
formato ebook: La cena di Natale di Io che amo solo te
Ho letto Io che amo solo te appena un mese fa e non mi aspettavo affatto un romanzo così fresco, divertente e intenso. Ma viste le sensazioni provate mi sarei buttata subito nella lettura del seguito, perché a differenza tua io mi sento - ogni volta che un libro mi travolge e convince - un'orfana e tutto quello che vorrei alla fine della lettura è ritrovare subito i personaggi che mi hanno appena abbandonata.
RispondiEliminaPerò sta Cena di Natale mi puzzava un po'... mi è sembrata fin da subito una trovata commerciale, un contentino per tener buoni i lettori orfani, appunto. Allora ho deciso che no, per ora mi sarei tenuta il mio senso di abbandono, che non volevo cascare in una trappola e restarci male.
uff ma quante chiacchiere faccio? ecco, dopo aver letto la tua recensione posso dirti che: sono soddisfatta di non aver ceduto alla tentazione ma anche che, cavolo, mi hai fatto lo stesso venir voglia di leggerlo. Insomma lo leggerei sapendo di non aspettarmi granché. Si può fare, no??? :D
Non è che ci rimani proprio male, nel senso che comunque anche questo libro è divertente e piacevole da leggere.
EliminaPerò buh, l'ho trovato frettoloso, sbrigativo e a tratti poco approfondito. Come se lo scopo fosse appunto quello di farlo uscire entro Natale e bissare così il successo del primo. E quindi non si è preoccupato di alcuni aspetti, di alcuni dettagli.
Secondo me potresti leggerlo partendo preparata, sì :D
E' un po' come per i prequel, che ultimamente vanno tanto di moda.
RispondiEliminaNon che siano brutti, ma se ne può anche fare a meno.
La bellezza di Io che amo solo te è di un tipo tale che rifugge il seguito del racconto. Non è una storia che abbia bisogno di altri particolari, per quanto la cena di natale possa anche essere divertente - anche se ti vorrei vedere, andare ad una cena di famiglia tenendo in borsa certe cose, specialmente dopo quello che era successo in strada ^_^
Che ti devo dire? Per me Guerre Stellari doveva fermarsi alla trilogia iniziale.
Concordo in tutto e per tutto! Non è un libro brutto, ma è tranquillamente evitabile, la storia era già bella che conclusa, così. Anche perché, considerando che ora Don Mimì e Ninella son consuoceri, potrebbe scrivere un libro per ogni volta in cui si incontrano!
EliminaE concordo anche su Guerre Stellari!