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Veramente un gran bel libro. Sarà che a me piacciono un sacco gli autori sudamericani e il loro modo di narrare. Sarà che questo romanzo parla dei Conquistadores spagnoli nel Nuovo Mondo, altro argomento che sempre mi ha interessato. E sarà che lo fa tramite la voce non di un uomo ma di una donna, come è tipico nei romanzi dell'Allende. Insomma, mi è proprio piaciuto.
Certo, la fedeltà storica forse non è del tutto rispettata e ci sono molte parti romanzate, fatte soprattutto di amore e passione, che hanno sicuramente aiutato il libro a vendere (non a tutti può interessare la storia della conquista, nuda e cruda).
E il romanzare la storia non è certo servito a non farmi provare un bel po' di rabbia verso i conquistadores spagnoli (ma perchè sono loro quelli che sono andati in sud america, la rabbia è anche verso gli altri che sono andati da altre parti) e il loro sentirsi padroni di tutto, il loro desiderio proprio di invadere, convertire e conquistare, con metodi violenti e barbari, come se tutto fosse dovuto.
Ma non credo che lo scopo del romanzo della Allende fosse quello di far cominciare l'ennesima diatriba sui conquistadores. Quindi non inizio nemmeno io.
Da leggere comunque!
LEtto in originale, niente nota alla traduzione