9 marzo 2009, Maxwell Sim, neo-agente di commercio, viene trovato nudo e in coma etilico nella sua auto in Scozia, durante una bufera di neve. Nel bagagliaio un cartone pieno di spazzolini ecologici. Cos'è accaduto? Com'è arrivato fin lì? Torniamo indietro di qualche mese: Maxwell ha quarantotto anni e sta attraversando un periodo difficile, sembra aver toccato il fondo. Appena divorziato, in cattivi rapporti con il padre, incapace di comunicare con la sua unica figlia, capisce che nonostante i suoi settantaquattro amici su Facebook non ha nessuno al mondo con cui condividere i suoi problemi. Non avendo più niente da perdere, decide di accettare una curiosa opportunità di lavoro: un viaggio da Londra alle isole Shetland per pubblicizzare un'innovativa marca di spazzolini ecocompatibili. Si mette in macchina con mente aperta, le migliori intenzioni e la voce amica del navigatore come compagnia. Ben presto si accorge che il viaggio prende una direzione più seria, che lo porta nei luoghi più remoti delle isole britanniche, ma soprattutto nei più profondi e bui recessi del suo passato. Jonathan Coe reinventa il romanzo picaresco per i nostri tempi.
Aspettavo con ansia un nuovo libro di Coe. E, sebbene abbia letto pareri molto contrastanti riguardo questo nuovo romanzo, non posso dire che non mi sia piaciuto.
Certo, ci troviamo di fronte a un Coe diverso, cambiato rispetto a La Casa del Sonno (il suo capolavoro, secondo me) e rispetto anche alla saga Trotter o alla Famiglia Winshaw. Non è un romanzo corale, non ci sono miliardi di personaggi che si intrecciano e grandi fatti storici a fare da sfondo alla vita del protagonista. (Ma qualcuno sì, e devo ammettere che leggere Facebook in un romanzo mi ha lasciata un po' sconvolta...)
Tutto è incentrato su Maxwell Sim, un uomo sulla soglia deli cinquant'anni che ha visto la sua vita andare a rotoli dopo che la moglie lo ha lasciato e inizia un viaggio, fisico e metaforico, nella sua vita, che lo porta a scoprire segreti del passato rimasti a lungo celati, e a prendere coscienza anche di se stesso.
Certo, alcune parti sono un po' esasperate, troppo assurde per essere considerate come reali e certi incastri sono un po' forzati. Ma è riuscito a tenermi incollata alle sue pagine, a farmi divertire e anche a farmi riflettere parecchio.
E poi certe trovate sono proprio geniali: quella degli spazzolini da denti, quella del passeggero sull'aereo e della ragazza che per vivere crea alibi, e soprattutto quella del protagonista che si innamora del suo navigatore satellitare.
Che dire del finale? Coe vuole regalarci un parte di sè, entrando fisicamente nel suo romanzo. Inquietante? Abbastanza. Di impatto? Anche. Necessario? Onestamente non lo so. Insomma, sto povero protagonista sfigato riesce finalmente a capire cosa vuole dalla sua vita e tutto deve finire così?
A me è piaciuto molto (così come mi era piaciuto anche La Pioggia Prima che Cada), anche se sicuramente Coe non verrà ricordato per questo romanzo.
Nota alla traduzione: da rivedere, da rivedere e poi da rivedere ancora una volta. Sebbene la lettura scorra senza troppi inghippi, ci sono qua e là degli errorini e delle scelte dubbie che i puristi (o pi gnoli, come me) colgono quasi immediatamente.
Aspettavo con ansia un nuovo libro di Coe. E, sebbene abbia letto pareri molto contrastanti riguardo questo nuovo romanzo, non posso dire che non mi sia piaciuto.
Certo, ci troviamo di fronte a un Coe diverso, cambiato rispetto a La Casa del Sonno (il suo capolavoro, secondo me) e rispetto anche alla saga Trotter o alla Famiglia Winshaw. Non è un romanzo corale, non ci sono miliardi di personaggi che si intrecciano e grandi fatti storici a fare da sfondo alla vita del protagonista. (Ma qualcuno sì, e devo ammettere che leggere Facebook in un romanzo mi ha lasciata un po' sconvolta...)
Tutto è incentrato su Maxwell Sim, un uomo sulla soglia deli cinquant'anni che ha visto la sua vita andare a rotoli dopo che la moglie lo ha lasciato e inizia un viaggio, fisico e metaforico, nella sua vita, che lo porta a scoprire segreti del passato rimasti a lungo celati, e a prendere coscienza anche di se stesso.
Certo, alcune parti sono un po' esasperate, troppo assurde per essere considerate come reali e certi incastri sono un po' forzati. Ma è riuscito a tenermi incollata alle sue pagine, a farmi divertire e anche a farmi riflettere parecchio.
E poi certe trovate sono proprio geniali: quella degli spazzolini da denti, quella del passeggero sull'aereo e della ragazza che per vivere crea alibi, e soprattutto quella del protagonista che si innamora del suo navigatore satellitare.
Che dire del finale? Coe vuole regalarci un parte di sè, entrando fisicamente nel suo romanzo. Inquietante? Abbastanza. Di impatto? Anche. Necessario? Onestamente non lo so. Insomma, sto povero protagonista sfigato riesce finalmente a capire cosa vuole dalla sua vita e tutto deve finire così?
A me è piaciuto molto (così come mi era piaciuto anche La Pioggia Prima che Cada), anche se sicuramente Coe non verrà ricordato per questo romanzo.
"Avremmo voluto, avremmo dovuto, avremmo potuto. Le parole piu' dolorose del linguaggio."
Nota alla traduzione: da rivedere, da rivedere e poi da rivedere ancora una volta. Sebbene la lettura scorra senza troppi inghippi, ci sono qua e là degli errorini e delle scelte dubbie che i puristi (o pi gnoli, come me) colgono quasi immediatamente.
adesso sfacciatamente aggiorni anche il blog mentre dovresti lavorare??? eh eh???
RispondiEliminaLo sto leggendo in questi giorni: sono alle prime cento pagine e mi sto divertendo moltissimo!!!v Ma è il mio primo di Coe, eh, perciò non so ancora bene di chi parlo (...)
RispondiEliminaIo l'ho appena letto e mi è piaciuto! Questo è quello che ne penso :)
RispondiEliminahttps://unaltroblogdilibri.wordpress.com/2017/01/28/i-terribili-segreti-di-maxwell-sim/