giovedì 14 gennaio 2010

ANTIGUA, VITA MIA- Marcela Serrano


La vita di due donne, Josefa e Violeta, amiche fin dall'infanzia si dipana attraverso le righe di un vecchio diario che ci narra di sogni, di grandi passioni e di profonde delusioni, di uomini dall'apparente fascino e dalla natura brutale, di figli, di unioni sbagliate. Sullo sfondo la società cilena e, in ultimo, la città di Antigua, dove le parole conservano ancora la loro verità, dove si è certi di poter conoscere gli altri e la propria anima come per incanto. Qui le due donne ritrovano se stesse, oltre alla loro preziosa amicizia.

Ho preso questo libro a scatola chiusa. Non avevo mai letto niente della Serrano, ma ero curiosa. Così, una mia cara amica che era con me in biblioteca, ha scelto per me, leggendo la trama. "Queste siamo noi" sono state le sue parole.
Effettivamente quello raccontato è un legame di amicizia molto forte, tra due donne, Violeta e Josefa, che si conoscono fin da bambine e che sono state vicine (magari non fisicamente) durante tutta la loro vita, anche nei momenti più brutti.
E' un libro strano, che avrebbe potuto tranquillamente essere due, tanto è lo stacco tra la prima e la seconda parte. Sono entrambe molto belle. La prima, con uno stile impeccabile e veramente coinvolgente, racconta del passato, a partire dalla storia dei nonni e dei genitori delle due donne, di come è nata la loro amicizia, e della lenta caduta di Violeta delle due verso un baratro profondo. Un baratro che le servirà per rinascere.
E da qui inizia la seconda parte, ambientata nell'America Latina che io amo tanto, con gli stessi colori e descrizioni che tanto mi sono piaciute in altri libri di scrittori sudamericani. La rinascita di Violeta coinciderà con l'inesorabile caduta di Josefa, che però la sua amica saprà come risolvere.
Un libro che parla di donne, molto diverse tra loro (con dei tratti del carattere che a volte sono un po' esagerati ed eccessivi, poco realistici... unica pecca del libro).
Un libro molto bello, anche se non sempre di facile lettura, che mi sento di consigliare.
(Ah, non preoccupatevi... la mia amica ed io non siamo esattamente come le due protagoniste del libro....)

Nota alla traduzione: è fatta abbastanza bene. Ci sono delle note ma solo per la traduzione di canzoni della cultura guatemalchese o cilena che non potevano essere inserite tradotte all'interno del romanzo. Per gli altri termini culturali la scelta, a mio avviso azzeccata, è invece quella di una traduzione esplicativa (parola+ microdefinizione). Nulla da ridire insomma!

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