Gabriella dal profumo di garofano e dal colore di cannella, mulatta sinuosa che non cammina ma balla, che non parla ma canta, è arrivata con tanti altri emigranti dall'interno del sertão sul litorale, per non morire di fame. È arrivata a piedi, danzando sulla terra riarsa fino a Ilhéus per la gioia e la dannazione dell'arabo Nacib. Selvatica e spontanea, incapace di tutto fuorché d'amare e cucinare, la scalza Gabriella assiste senza molto capire agli intrighi della cittadina, ai mutamenti sociali, all'evoluzione della mentalità, alle beghe che scoppiano tra i fazendeiros per la supremazia nel mercato del cacao.
Bello, bello, bello, bello! Adoro i romanzi ambietati in Sud America, che raccontano sia la storia personale di un protagonista, sia il contorno sociale e politico che lo circonda. Gabriella dal profumo di garofano e la pelle color cannella è una donna strepitosa, allegra, un po' ingenua forse, amante della vita e dell'amore, cuoca sopraffina e capace di far perdere la testa a tutti gli uomini di Ilhéus, una cittadina brasiliana che grazie a un uomo venuto da fuori sta assoporando i primi bagliori di progresso, con tutti gli scontri politici che questo comporta. Una città in cui un marito cornificato può ancora uccidere per onore senza essere condannato. Una città in cui la politica si fa ancora a colpi di fucile.Una città che Gabriella dal profumo di garofano e la pelle di cannella saprà cambiare, senza nemmeno rendersene conto. Lo farà tramite il brasiliano d'arabia Nacib, che l'ha assunta come cuoca e di cui si innamora perdutamente, senza comprendere che "un fiore di campo in un vaso appassisce".
Se amate la letteratura sudamericana, vi consiglio caldamente di leggerlo, non potrà non piacervi.
Nota alla Traduzione: l'ho trovata un po' mal fatta. Tanti refusi (che non sono solo colpa del traduttore), tanti termini secondo me poco adatti (ad esempio, docks per indicare le banchine del porto, in un romanzo ambientato a inizio '900). Da rivedere sicuramente
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