sabato 24 ottobre 2009

IL PIACERE SOTTILE DELLA PIOGGIA- Alexander McCall Smith

La chiave della felicità è ottenere il meglio da ciò che si ha a disposizione. Saggio proposito che però Isabel Dalhousie, filosofa colta e raffinata, cultrice di belle arti e di teatro e detective a tempo perso, proprio non riesce a mettere in pratica. La sua vita al momento è troppo affollata di pensieri: trovare un appartamento per la fedele governante Grace, evitare alla giovane nipote Cat nuove delusioni d'amore, conservare l'amicizia con Jamie, l'ex fidanzato della nipote, nonostante il fatto che si sia irrimediabilmente innamorata di lui e le riesca davvero difficile mantenere le distanze. Ma soprattutto Isabel si annoia. Nelle sue giornate manca l'azione. Finché all'improvviso all'orizzonte compare un colto e gentile milionario americano, impegnato in un rapporto di coppia avvilente che potrebbe addirittura metterne a repentaglio la vita, e la filosofa Isabel Dalhousie si ritroverà presto coinvolta in un sorprendente giallo dei sentimenti.

Se devo essere sincera mi aspettavo completamente un altro libro. Traviata forse dalle parole riportate in copertina " Miss Marple si è reincarnata in Isabel Dalhousie" che un qualche critico ha pubblicato su Vanity Fair, mi aspettavo proprio un giallo alla Agatha Christie. Cosa che questo libro assolutamente non è. E non solo perchè la protagonista ha 42 anni (e non 70 come Miss Marple) e perchè non muore nessuno, ma non c'è nemmeno l'atmosfera del giallo. Avrebbe potuto esserci però, ma l'autore ha preferito non sfruttarla, relegando il giallo al secondo piano e incentrando tutto sui sentimenti e le riflessioni filosofiche che di solito li accompagnano. E devo dire che questa scelta premia il libro, rendendolo leggero ma anche profondo e riportando un'analisi, a volte buffa a volte tragica, dell'essere umano. Il lieto fine non poteva mancare!

Nota alla traduzione: una buona traduzione, anche di fronte alle parole proprie della cultura scozzere e alle canzoni. Il problema qui secondo me non è la traduzione ma l'editing, che rischia di far passare il libro per qualcosa di diverso, senza rendergli il giusto merito.

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