Virgile, trentenne parigino impiegato in un'agenzia pubblicitaria, è abituato a essere lasciato dalle donne che ama. Ormai è una certezza, più sicura di un teorema matematico e più provata della legge di gravitazione universale. Ma questa volta c'è qualcosa di diverso: il messaggio in segreteria telefonica che lo accoglie una sera di ritorno dal lavoro. A parlare è Clara, che gli annuncia che ha deciso di chiudere la loro relazione. Non ci sarebbe nulla di strano, vista la fortuna che Virgile ha in amore, ma il problema è che il giovane non è mai stato con una donna di nome Clara. Ma allora chi è lei? Come può sapere il suo nome e il suo numero di telefono? Oppure è Virgile che non si ricorda nulla? Il primo pensiero, tipico del suo carattere ipocondriaco, è di soffrire di una grave forma di amnesia, ma tutti gli esami a cui si sottopone lo escludono categoricamente. Forse potrebbe essergli d'aiuto la magia, ma nemmeno le carte della sua grande amica maga, Armelle, riescono a fornirgli indicazioni utili. E più passano i giorni, più Virgile sente inspiegabilmente la mancanza di Clara. Per una volta deve prendere una decisione, e non gli resta che una strada. Trovare la misteriosa Clara e riconquistarla...
Mi viene il dubbio che l'autore non si sia accorto delle potenzialità del suo romanzo. L'idea è semplicemente strepitosa e Virgile, il protagonista, è un personaggio ben caratterizzato, a cui è difficile non affezionarsi talmente è buffo e sfigata. Eppure, a un certo punto, l'autore decide di buttare via la storia, inserendo un finale che non è un finale, molto deludente dopo tutte le aspettative che aveva creato e che centra poco con la storia.
Sorge spontaneo chiedersi cosa lo abbia portato a questa scelta. Forse l'incapacità di trovare un finale degno del resto libro?La paura di calcare troppo la mano su sto povero protagonista? Non saprei dirlo.
Peccatò però.
Nota alla traduzione: non c'è male!
Mi viene il dubbio che l'autore non si sia accorto delle potenzialità del suo romanzo. L'idea è semplicemente strepitosa e Virgile, il protagonista, è un personaggio ben caratterizzato, a cui è difficile non affezionarsi talmente è buffo e sfigata. Eppure, a un certo punto, l'autore decide di buttare via la storia, inserendo un finale che non è un finale, molto deludente dopo tutte le aspettative che aveva creato e che centra poco con la storia.
Sorge spontaneo chiedersi cosa lo abbia portato a questa scelta. Forse l'incapacità di trovare un finale degno del resto libro?La paura di calcare troppo la mano su sto povero protagonista? Non saprei dirlo.
Peccatò però.
Nota alla traduzione: non c'è male!
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