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martedì 3 maggio 2016

NON HO ANCORA FINITO DI GUARDARE IL MONDO - David Thomas

HO PAURA DI TUTTO. Dei cani, dei topi, dei serpenti e del temporale. Di essere in ritardo, malata, sfinita, sola, bloccata in ascensore o sorpresa. Ho paura degli altri, ho paura di dovermi giustificare, di dovermi spiegare, ho paura di essere mal giudicata, di deludere o di infastidire. Ho paura della folla, dell’isolamento, degli ictus, dei germi e di essere cacciata dal lavoro.
Solo tu non mi fai paura, e non sono sicura che sia un buon segno.

(Questa mia recensione è stata pubblicata su Ultima pagina il 26 aprile)


A tre anni dal suo primo libro pubblicato in Italia, La pazienza dei bufali sotto la pioggia, lo scrittore francese David Thomas è da poco tornato in libreria, sempre con Marcos y Marcos, con una nuova raccolta di piccole storie di quotidianità. Non ho ancora finito di guardare il mondo, tradotto dagli allievi della scuola di specializzazione per traduttori tuttoEuropa di Torino, con la supervisione di Maurizia Balmelli, non è altro che questo: una collezione di frammenti di vita, di storie di uomini e di donne che si trovano ad affrontare le piccole e grandi problematiche che il mondo mette loro davanti.
David Thomas deve essere un cultore delle cose di ogni giorno. Di quei piccoli istanti di felicità o di tristezza, di noia o di euforia, di vita insomma, che tutti affrontano nella loro quotidianità. Ed è per questo che per i suoi microracconti, che non superano mai le quattro pagine e che più sono brevi più sono efficaci, sceglie sempre la narrazione in prima, o al massimo in seconda, persona. Perché quello che succede a questi uomini e a queste donne potrebbe succedere a tutti. Anzi, già lo fa.

Tutti noi proviamo una soddisfazione incredibile a fare qualcosa di nascosto, come l’ascoltatore del primo racconto, Fare l’amore, che adora tenere la finestra aperta per sentire le urla di piacere dei vicini e sentirsi felice e in pace con il mondo. Tutti noi abbiamo qualcuno di cui odiamo le abitudini ma a cui alla fine non sapremmo mai rinunciare, come il protagonista di Caverna, che detesta sua moglie come solo chi ama davvero può fare, o quello di Urli, che cerca un po’ di pace ma poi nel silenzio proprio non riesce a stare. Tutti noi abbiamo amiche o amici che proprio non capiscono che cosa possiamo provare per qualcuno, perché fisicamente non proprio appetibile, come in Brutta, o semplicemente perché stronzo, in Niente di più semplice. Ma, soprattutto, tutti noi abbiamo rimpianti o rimorsi per il tempo perso, come la protagonista di Sette anni, che riesce a raccontare in poche righe il nascere, il crescere, il deteriorarsi e il finire di un amore, o per qualcosa che è stato e ora non è più e di cui forse non si è goduto abbastanza (provate a chiedere al povero Pugnetto).

La differenza è che forse non tutti saremmo in grado di affrontare le cose che la vita ci mette davanti ogni giorno come le affrontano i protagonisti dei racconti di Non ho ancora finito di guardare il mondo. Con amarezza, sì, con un’estrema coscienza di sé, dei propri limiti e delle proprie debolezze, soprattutto quando si parla d’amore, ma anche con ironia e autoironia. Come se David Thomas e i suoi personaggi, che a volte potrebbero sembrare un po’ folli ma che non sono altro che estremamente umani, sapessero che non c’è altro modo per sopravvivere alla realtà.

Sono anni che mi dico che dovrei cambiare macchina, lavoro, quartiere, donna e anche identità. Ma non so perché, non faccio niente per cambiare le cose. È deciso, domani mi cambio le mutande, queste sarà una settimana che ce le ho addosso. Sono sicuro che mi darà la carica per cambiare tutto il resto.

Non ho ancora finito di guardare il mondo di David Thomas è un libro da tenere vicino a sé e sfogliare di tanto in tanto, quando ci succede qualcosa di imprevedibile e non sappiamo come reagire, ma anche semplicemente quando la vita di ogni giorno ha il sopravvento su di noi, quando tante piccole cose si mettono insieme per farne una grande che ci sembra di non poter affrontare. Basta aprire questo libro in una pagina a caso e leggere uno dei settanta brevi racconti che lo compongono, per sentirsi un po’ meno soli, un po’ meno strani e, soprattutto, molto, molto più umani.


Titolo: Non ho ancora finito di guardare il mondo
Autore: David Thomas
Traduttore: Allievi della Scuola di specializzazione per traduttori editoriali, a cura di Maurizia Balmelli
Pagine: 192
Anno di pubblicazione: 2016
Editore: Marcos y Marcos
ISBN:978-8871686585
Prezzo di copertina: 16,00 €
Acquista su Amazon:

sabato 8 giugno 2013

LA PAZIENZA DEI BUFALI SOTTO LA PIOGGIA - David Thomas

Quando ho visto per la prima volta questo libro sul sito della Marcos y Marcos sono rimasta folgorata dal titolo. "La pazienza dei bufali sotto la pioggia". Un'immagine strana, particolare, che non riuscivo bene a inquadrare nella mia mente ma che comunque mi attirava inesorabilmente. Perché un libro con un titolo così non può non lasciarti qualcosa.

Poi è arrivata una prima recensione, su uno dei miei blog preferiti, Le paginestrappate (e di cui vi lascio qui il link, perché secondo me non si potrebbe parlare di questo libro in nessun altro modo), e ho confermato la mia decisione di leggerlo.

Queste pagine sono una raccolta di racconti, di pensieri, di paragrafi, di emozioni e situazioni. Alcune bellissime, che ti fanno sorridere e ti stringono il cuore. Altre acide. Altre amare e ciniche. Ma tutte comunque molto vere, molto realistiche. Umane. In cui a un certo punto non si può fare a meno di riconoscersi.

E già la prima riga del primo racconto, "Chi conduce il gioco", fa capire che questi raccontini parlano a tutti e di tutti. "A volte mi chiedo come sarei diventato se avessi vissuto cose diverse da quelle che ho vissuto finora". Una domanda semplice, diretta, che almeno una volta nella vita tutti ci siamo posti.

Così come immagino sarà capitato qualche volta, ad ognuna di voi, di sentirvi "Bloccata", tra un ex scomodo che dalla vostra mente non se ne vuole andare e la voglia di lasciarsi andare a un grande amore nuovo, perfetto. O amare alla follia, in modo "Umiliante" quasi, qualcuno al punto da aver paura di perderlo perché già si sa che se qualcosa non dovesse funzionare si starà male. Oppure  aspettare per interminabili minuti, magari non proprio "16.224 minuti", qualche eterno ritardatario e pensare a come vendicarci...

E via così, per ognuno di questi racconti... se non ti identifichi nel primo, sicuramente sarà nel secondo, o nel terzo, nel quarto... Ed è bello, ma anche un po' strano, vedere atteggiamenti così reali messi su carta.

David Thomas scrive in modo intelligente, riuscendo anche ad alternare perfettamente voci e stili, a seconda di chi sta raccontando cosa. Di che emozione o sensazione vuole trasmettere.

Ci sono parecchie frasi che mi hanno colpito, parecchi spunti, ed è difficile stabilire quale sia il racconto più bello. Ad esempio quella che spiega il titolo... che però qui non vi voglio mettere, per non togliervi il gusto di capire da soli a cosa si riferisce.
E poi c'è questo racconto, breve, poche righe, che sono davvero stupende:


Insomma, un libro da tenere in borsa o sul comodino e da aprire ogni tanto, da sfogliare e leggere qua e là. Perché è bello.

Nota alla traduzione: l'opera è stata tradotta dagli allievi della Scuola di specializzazione per traduttori editoriali Tuttoeuropa di Torino. Una traduzione collettiva quindi, ma assolutamente ben riuscita.

Titolo: La pazienza dei bufali sotto la pioggia
Autore: David Thomas
Traduttore: Allievi della Scuola di specializzazione per traduttori editoriali, a cura di Maurizia Balmelli
Pagine: 173
Anno di pubblicazione: 2013
Editore: Marcos y Marcos
ISBN:978-8871686585
Prezzo di copertina: 13,00 €
Acquista su Amazon:
formato brossura: La pazienza dei bufali sotto la pioggia