venerdì 1 settembre 2017

VERSILIA ROCK CITY - Fabio Genovesi

Il piccolo Mozzi sa un sacco di cose sulla vita, anche se la vita non sa niente di lui. Una specie di amore non corrisposto. Sa che gli uomini molto muscolosi non possono accostare le braccia ai fianchi, che le orche assassine tra loro non si assassinano mica e anzi quando si incontrano si presentano con nome e cognome, che il colore della domenica pomeriggio è fegato misto al viola, che la corteccia degli alberi è amara e anche la terra. E un'altra cosa che sa è questa, che i fatti quando succedono succedono così, tutti insieme.


Versilia Rock City, pubblicato per la prima volta nel 2008 da Transeuropa e poi di nuovo da Mondadori in una versione revisionata nel 2013, è il primo romanzo di Fabio Genovesi.

È un’informazione importante, questa. O almeno lo è stata per me, che ho iniziato a leggere questo scrittore toscano partendo dal suo ultimo romanzo, Chi manda le onde, innamorandomene perdutamente. Ho poi recuperato Esche vive, il suo penultimo, e anche in quel caso mi sono divertita da matti. Ero quindi molto curiosa di leggere altro, e dato che il suo nuovo romanzo, Il mare dove non si tocca, uscirà il 5 settembre (sempre per Mondadori), per ingannare l’attesa ho recuperato appunto Versilia Rock City. Per scoprire dove tutto è cominciato.

Ed è cominciato tutto a Forte dei Marmi, d’inverno, con la storia di quattro personaggi le cui vite non stanno andando esattamente come avevano immaginato. Mario, per esempio, per un certo periodo è stato un dj di successo, ma da diversi anni vive con sua madre letteralmente tappato in casa, senza mai muoversi. Renato, invece, si è trasferito a Milano, a gestire un’agenzia internazionale di modelle, ha detto ai suoi amici, a organizzare finti viaggi esotici per chi non se li può permettere invece. Roberta è un avvocato di successo, che fa tutte le cose che da lei ci si aspetterebbero: va in enoteca, esce con i colleghi, rispetta sempre le regole, ha una vita piena, anche se in realtà si sente molto sola. Lo capisce quando nella sua vita ricompare Nello, un ex tossico che ora vive in un capanno nel cortile di casa di Mario, suo nipote, e sogna di diventare un pirata.

Le vite di tutti e quattro all’improvviso vengono stravolte, in modi abbastanza bislacchi: c’è chi riceve una mail piccante che potrebbe cambiargli la vita; chi si ritrova ad affrontare le conseguenze di un tsnunami; chi si innamora perdutamente di qualcuno di cui sarebbe meglio non innamorarsi e chi, invece, scopre di avere un piccolo sé, di cui tutti tranne lui erano all’esistenza. 

Ecco cosa può succedere a Forte dei Marmi d'inverno. Ecco come quattro vite possono venire completamente stravolte all’improvviso e quasi senza un senso, per poi scoprire che forse, dopotutto, un senso si può trovare anche in questi casi. Anzi, soprattutto.

Ho un brutto rapporto io col passato. Mi sa che a un certo punto ci siamo fatti uno sgarbo e non ci parliamo più. E anche il futuro, che io giuro non gli ho fatto niente, evita di frequentarmi. Secondo me è il passato che gli parla male di me.

Versilia Rock City, dicevamo, è il primo romanzo di Fabio Genovesi. E si sente. Lo stile non è ancora quello dei romanzi successivi: fa ridere e ci sono alcune grandi verità che quasi sfuggono, piazzate lì per caso tra una parolaccia, un episodio buffo e grottesco e una valanga di sfighe, questo sì, ma manca qualcosa di ciò che mi ha fatto amare Esche vive e Chi manda le onde.
Anche la trama, in alcuni punti, è forse un po’ troppo frettolosa: di quasi tutti i personaggi avrei voluto sapere di più, sul come sono arrivati a essere quello che sono, sul legame che li unisce. Mancano un po’ di risposte a certi perché che inevitabilmente sorgono durante la lettura.

Ma il ragazzo si doveva ancora fare, è evidente. E come esordio non è per niente male. Perché se da un lato ci sono alcune mancanze, non si può negare che ci siano già molti accenni dei suoi tratti distintivi: il linguaggio, l'ironia, i personaggi quasi grotteschi e soprattutto un grande, grandissimo bambino (i bambini come li racconta Genovesi mi commuovono sempre tanto).

Non so dire, però, se partendo da Versilia Rock City mi sarei comunque innamorata così tanto di questo scrittore: mi avrebbe  lasciato un po’ di curiosità per i romanzi successivi, ma forse non al punto da non vedere l’ora che esca una sua nuova storia.
Quindi leggetelo e se una volta chiuso penserete “carino e divertente, ma nulla di più”, be’, date a Genovesi altre possibilità. Perché se le merita tutte.

Titolo: Versilia Rock City
Autore: Fabio Genovesi
Pagine: 211
Anno di pubblicazione: 2013
Editore: Mondadori
Prezzo di copertina: 10€
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formato brossura: Versilia rock city

8 commenti:

  1. Genovesi mi sta bene anche carino, divertente e nulla più.
    Prima o poi, recuperò senz'altro. :)

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    1. Sì sì, ma infatti alla fine non è stata una lettura che mi è spiaciuto fare, anzi! Però gli altri sono un'altra cosa, ecco :)

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  2. A me è piaciuto molto anche in questo romanzo perché, anche se meno rifinito, è selvaggio e maleducato e ho riso tantissimo. I tipi dei suoi futuri personaggi ci sono tutti: i bimbi, gli anziani e gli sfigati. Manca solo una bella figura femminile.
    Niente a me questa imperfezione, questa maleducazione sanno tanto di anarchia e di libertà. Comunque sì, il bello doveva ancora venire. Attendo la tua recensione del mare dove non si tocca.
    Ciao da Lea

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    1. Anche a me alla fine è piaciuto eh, solo un po' meno degli altri :)
      Non vedo l'ora di leggere Il mare dove non si tocca *___*

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  3. Ciao Elisa, anche io, proprio come te, sono partita dal suo ultimo romanzo. Me ne sono innamorata follemente, così ho cercato i precedenti. Non li ho ancora letti, il tempo e tiranno, i libri sono moltissimi e io faccio fatica a star dietro a tutto (poi mi innamoro spesso, abbiamo troppi autori meravigliosi, moltissimi italiani. No, in effetti non sono mai troppi, ma avrei bisogno di una giornata di 35 ore solo per leggere!). Comunque detto questo...DEVO LEGGERE GENOVESI. A presto

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    1. "il tempo è tiranno, i libri sono moltissimi e io faccio fatica a star dietro a tutto"... quoto tutto XD

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  4. Anche qui la terza, la prima e anche la seconda persona, ma qui non ci si rivolge alla donna (parafrasando te, le donne, come le racconta Genovesi, mi toccano sempre in un modo speciale). Io, che non desse del "tu" all'unico personaggio femminile di rilievo, l'ho visto proprio come l'errore di una ricetta poi messa a punto altrove. Con le sue donne lui ci parla, a loro lui scrive lunghe lettere, e per quanto ovviamente possa fare ciò che vuole, con le sue ricette, ho trovato più riuscito esche vive e, a seguire, chi manda le onde. Ma secondo di poco. Un distacco irrilevante. E, niente, domani è il cinque e si legge ancora Genovesi <3

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    1. Sì, in questo romanzo secondo me Genovesi doveva ancora prendere un po' le misure: del suo stile, di come caratterizzare i personaggi, di quanto in profondità andare. È un buon esordio, che lascia intendere che cosa succederà poi.
      E oggi uscito quello nuovo, sì <3

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