martedì 8 agosto 2017

LEGGERE AL MARE: sei giorni, quattro libri e tanti spritz.

È passato un po’ di tempo dall’ultima volta che ho aggiornato il blog e la ragione è molto semplice: sono stata in vacanza. Non per due settimane, ahimè, ma solo per sei giorni, in Liguria a Sestri Levante. Ho preferito comunque staccare del tutto anche da qui. Certo, forse avrei dovuto avvisare, pubblicando come ogni anno il post con l’elenco dei libri che avevo intenzione di portare con me. Ma li ho decisi un po’ all’ultimo minuto, complice anche la solita stanchezza da lettura che mi prende in questo periodo, e non mi andava di presentare libri che poi magari nemmeno avrei letto.
Ma ora le vacanze sono finite da qualche giorno (anche se la mancanza del mare e degli spritz al tramonto durerà ancora un po’), posso finalmente raccontare che cosa ho letto. Ovvero, questi:



Ah no, scusate, ho sbagliato la foto. Portate pazienza, come vi dicevo la mancanza di mare e di spritz si sta facendo sentire. Comunque, i quattro romanzi che ho letto al mare sono questi:



Sono partita con ELISIR D’AMORE – VELENO D’AMORE di Eric-Emmanuel Schmitt, un libricino pubblicato da edizioni e/o che racchiude due racconti lunghi dello scrittore francese. Tradotti entrambi da Alberto Bracci Testasecca, in Elisir d’amore assistiamo allo scambio epistolare di una coppia di ex fidanzati: Adam e Louise. Dopo la fine della loro storia, Adam è rimasto a Parigi, mentre Louise si è trasferita per lavoro in Canada. È evidente che tra i due c’è ancora qualcosa in sospeso: si cercano, si stuzzicano, cercando di fingere un rapporto d’amicizia che, però, non può esserci. Una lettura intelligente, sicuramente, ma forse un po’ troppo rapida: qualche scambio di lettera in più avrebbe aiutato a delineare ancor meglio i personaggi e il loro rapporto. In Veleno d’amore protagoniste sono invece quattro ragazze adolescenti alle prese con i primi problemi d’amore. Problemi in realtà molto semplici che però degenerano in una vera e propria tragedia shakesperiana, quando si scopre che queste amiche forse proprio amiche non sono. La storia è raccontata tramite le pagine dei diari delle quattro ragazze e qualche scambio di SMS. E alla fine si rimane senza parole, per il culmine della storia, ma anche per il modo incredibile con cui Eric-Emmanuel Schmitt l’ha sviluppata.



Subito dopo è toccato a LA PRIMAVERA DEI BARBARI di Jonas Lüscher, pubblicato in Italia da Keller edizioni e tradotto da Roberta Gado. Un libricino che avevo acquistato tempo fa al Libraccio, attratta più dalla bella copertina (ho un debole per le copertine colorate di questo editore) che non dalla trama in sé, si è rivelato invece una bella lettura, divertente e agghiacciante al tempo stesso. Protagonista è Preising, un ricco industriale che si ritrova a partecipare a un lussuoso banchetto di nozze di una giovane coppia di broker inglesi in una lussuosa oasi tunisina. Proprio la notte del banchetto, però, la Gran Bretagna fallisce e questi ragazzi che fino a un secondo prima erano ricchissimi si ritrovano ora sul lastrico. Con il degenero barbaro (da cui il titolo) che ne consegue. Il romanzo fa ridere per il modo in cui Preising racconta, per i personaggi ancor più bislacchi di lui che incontra e per la descrizione che viene fatta dei ricchi inglesi, ma terrorizza nella seconda parte, quando questi ricchi inglesi si ritrovano senza niente.



La terza lettura è stata TUTTO IL TEMPO CHE VUOI di Francesco Gungui, edito da Giunti editore. Un romanzo leggero, leggero, leggero (mettete tutti i “leggero” che volete), ma che riesce perfettamente nel suo scopo di “lettura da spiaggia non troppo scema”. Protagonista è Franz, un trentaseienne milanese che lavora come editor per una grande casa editrice e che sta cercando di avere un figlio con la sua compagna Lucia. Un figlio che, però, non ne vuole sapere di arrivare: un’attesa snervante, che logora la coppia fino a un’inevitabile decisione. Come se questo non bastasse, un romanzo erotico che Franz ha rifiutato di pubblicare viene comprato da un altro editore e si trasforma in un best seller. Franz deve ora cercare di reinventarsi, di scoprire qual è il suo piano B, se mai ne ha avuto uno, e metterlo in pratica. E lo fa, trasformando la sua passione per la cucina in una professione, con l’aiuto della bella Camilla. Tutto il tempo che vuoi non è un romanzo molto originale, in realtà (e Gungui ha sicuramente letto sia i romanzi di Nick Hornby, sia qualcosa di Fabio Bartolomei, secondo me), ma pone alcuni spunti di riflessione importanti sul mondo del lavoro, sulla famiglia e la paternità, e sulla capacità di affrontare gli imprevisti. E poi è leggero, leggero, leggero…



L’ultimo libro che ho letto al mare (e finito una volta arrivata a casa) è UNA CITTÀ O L’ALTRA di Bill Bryson (edito da Guanda e tradotto da Silvia Cosimini, Sonia Pendola e Giorgio Rinaldi). Una lettura che non avevo preventivato di fare, anche perché il libro lo abbiamo acquistato proprio in vacanza, ma che mi ha in qualche modo salvata. Avevo portato con me un altro romanzo, che dopo poche pagine però si è rivelato poco adatto al momento. Quindi, ho deciso di metterlo da parte e di seguire Bill nel suo viaggio in solitaria per alcuni paesi europei: insieme a lui sono andata in nord Europa e a Parigi, ho visitato la Germania, l’Olanda, la Svizzera fino all’Europa dell’est. Ci siamo spostati in treno, in aereo, in autobus e qualche volta persino a piedi o su auto un po’ scassate. Insieme a lui ho conosciuto personaggi bislacchi e usi e costumi locali alquanto singolari, e ho avuto la possibilità di vedere un’istantanea della società e della cultura europea al momento dei suoi viaggi (a cavallo tra gli anni ’80 e gli anni ’90). Ma soprattutto mi sono lasciata conquistare dal suo stile e dalla sua incredibile ironia nel raccontare aneddoti ed esperienze. Ora piano piano cercherò di recuperare tutto quello che ha scritto.



Direi che come bottino di letture di questa vacanza non mi posso proprio lamentare. Ho avuto la conferma di Eric-Emmanuel Schmitt e la scoperta di Jonas Lüscher, ho staccato dalle letture impegnative con Francesco Gungui e mi sono perdutamente innamorata di Bill Bryson e del suo stile.

E poi ho bevuto tanti spritz e fatto tanti bagni in un posto bellissimo.


1 commento:

  1. Accidenti, quante letture in pochi giorni! Io ho portato con me tre libri, convinta di riuscire a leggerne due (l'altro, Umiliati e offesi era di scorta in caso uno dei primi due non mi piacesse), ma sono riuscita a malapena a leggere Più piccolo è il paese, più grandi sono i peccati, che, pure mi è piaciuto molto e al quale sono rimasta attaccata. A mia "discolpa" posso dire che ho passato due giorni in escursione e che un'intera mattinata è stata guasata dall'attesa di notizie di lavoro... quindi sto recuperando ora, sperando di riuscire a leggere tanto prima dell'inizio dell'anno scolastico! :)

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