Ricordo che sussurravo la parola indistruttibile mentre correvo o quando sentivo arrivare un grande dolore, ma lo ripetevo perché sapevo di non esserlo. Non ho mai corso perché ero forte, se capite cosa intendo. Non era la forza che mi rendeva un'atleta, era il desidero di essere forte.Correvo per coraggio. Lo faccio ancora, anche se è solo nella mia mente.
Non sono mai stata molto sportiva. Mi piace nuotare e pattinare, ma non lo faccio poi così spesso, in realtà. E andare a correre è forse l’attività fisica che odio di più. Ci avevo provato, qualche anno fa, a farlo con una certa costanza, ma non sono mai riuscita ad appassionarmici (troppa fatica, troppo sudore, troppo dolore alle gambe dopo). So che mi farebbe bene, che è uno sport quasi a costo zero e, vivendo in campagna, avrei anche molte strade poco trafficate in cui andare. Ma no, mi spiace, proprio non ci riesco.
Quando mi è stata proposta la lettura di Girl Runner di Carrie Snyder, romanzo da poco uscito per la casa editrice Sonzogno con la traduzione di Gioia Guerzoni, il primo pensiero è stato che qualcuno mi stava facendo uno scherzo. Oppure che volesse provare a convincermi a correre passando tramite l’attività che amo di più, la lettura. Sono stata molto indecisa se leggerlo o meno, devo dire la verità. A convincermi è stata una frase che ho letto a proposito di questo romanzo, scritta in una recensione pubblicata su Star Tribune, che lo paragonava a Olive Kitteridge di Elizabeth Strout. Ok, allora non è solo il libro di una che si mette a correre e corre per 280 pagine. Ci deve essere sicuramente qualcosa di più.
Girl Runner racconta la storia di Aganetha Smart, che nel 1928 conquistò la medaglia d’Oro alle Olimpiadi negli 800 metri. Correva fin da quando era bambina, Aganetha, tra un lavoro di campagna e l’altro, da sola o insieme a tutte le sue sorelle. Poi è cresciuta, e ha continuato a correre, con dei vecchi scarponcini che le rovinavano i piedi e poi via, veloce come il vento, con delle scarpe vere e su una pista vera. E poi ha vinto, è diventata famosa, allontanandosi da quella sua numerosa famiglia e da quasi tutti i problemi che le aveva sempre portato. Ma poi la disciplina è stata abolita e la sua vita è tornata quella di prima. Fino ad aver seppellito tutti i famigliari e con essi tutti i ricordi, gli scandali, le gioie e i dolori. Fino a 104 anni e a quella casa di riposo che non sa che lei correva e che ancora lo fa nella sua mente. Ma forse anche a 104 anni, anche su una sedia rotelle, anche con una voce fioca che a volte non riesce a farsi sentire, c’è ancora tempo per un’ultima corsa.
Girl Runner è stata una lettura inaspettatamente bella. Inaspettatamente, perché come dicevo all’inizio temevo fosse un libro incentrato principalmente sulla corsa. E in parte lo è sicuramente, perché Aganetha (che è un personaggio inventato, anche se fino a che non lo si legge nella nota finale dell’autrice non ce ne si rende conto) corre, corre sempre, nella pista, certo, ma anche nella sua vita.
Una saga famigliare che in realtà parla di una sola generazione, che parte dai primi anni del Novecento in Canada, quando si moriva ancora di epidemie, o di parto, o di aborto clandestino, o, molto semplicemente, in guerra, e arriva fino a oggi.
Carrie Snyder è stata bravissima a creare questo personaggio e tutta la sua incredibile famiglia di contorno; è stata brava a mettere su carta, oltre alla corsa, alle Olimpiadi e al ruolo e alla considerazione delle donne nello sport di quegli anni, anche altri argomenti difficili da affrontare per l’epoca; è stata brava a saltare tra passato e presente senza generare confusione, ma creando un meccanismo perfetto. Quello che ne è venuto fuori è un libro coinvolgente e bellissimo.
Voglia di andare a correre Girl Runner non me l’ha fatta venire, questo no. E forse è proprio per questo motivo che lo consiglio a tutti, anche ai più pigri, anche a quelli che come me a prima vista, per il titolo (che non poteva comunque essere diverso, secondo me) e per la copertina (con la bella illustrazione di Maria Cecilia Azzali… e non ricordo se vi ho già detto quanto io adori queste nuove copertine Sonzogno), avevano pensato non facesse per loro. Sono sicura che vi stupirà, proprio come ha stupito me.
Titolo: Girl Runner
Autore: Carrie Snyder
Traduttore: Gioia Guerzoni
Pagine: 281
Anno di pubblicazione: 2016
Editore: Sonzogno
Prezzo di copertina: 16,50€
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formato brossura: Girl runner
formato ebook:Girl runner (Romanzi)
Ecco, questo romanzo - da pigro cronico - non mi ispirava.
RispondiEliminaE sì, io c'avevo l'idea di questa che corre per trecento pagine.
E adesso? Adesso il Sonzogno in arretrato, La vita segreta e la strana morte della signorina Milne, e cambio i miei programmi.
Parentesi: sto leggendo il thriller Sorella, di Rosamund Pike. Uscito con Giano, è stato stampato in edizione Beat qualche giorno fa. A te, che avevi amato molto più di me un romanzo come I miei piccoli dispiaceri, te lo consiglio. Un giallo scritto sottoforma di lettera alla sorella morta: al momento, stringe il cuore. E il colpevole non l'ho ancora beccato. ;)
*Rosamund Luton. La Pike è la protagonista di L'amore bugiardo, ma che mi fumo?
EliminaGuarda, io stessa se non avessi letto quella frase su Olive Kitteridge me lo sarei lasciata sfuggire... e avrei perso proprio un grande libro!
EliminaPer fortuna i libri non scadono e sei ancora in tempissimo per recuperarlo :)
Grazie del consiglio! Non conoscevo quel libro, ma pur non amando molto i thriller, da come lo descrivi mi sa che è proprio un libro per me! :)
mi sto approcciando al running, e forse questo libro è proprio un segno...
RispondiEliminaio lettrice accanita in scarpe da ginnastica
Forse se corri lo apprezzi ancora di più, sì! :)
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