Le dicerie e le immagini a cui dava origine erano fonte di innumerevoli battute di spirito in famiglia. La zia Sass innamorata: figuratevi un po’! Nondimeno, per me in lei c’era qualcosa, qualcosa che trapelava da sotto il guscio coriaceo: un’aria, un sentore, un mormorio – l’inconfondibile essenza di una persona che è stata colpita al cuore dell’amore. Di tanto in tanti, in un vecchio fienile, ci si rende conto, anche se il profumo è svanito da un pezzo, che un tempo sul soppalco venivano conservate delle mele. La zia Sass era così.
Io sono cresciuta guardando il film di Mary Poppins, quella magica tata in grado di saltare dentro a un quadro, far uscire da una bottiglia la medicina del gusto che più si preferisce e addirittura prendere un tè sul soffitto. Ancora oggi, almeno una volta all’anno e di solito proprio sotto le feste, devo guardare quel film. Mi fa tornare bambina o, forse sarebbe meglio dire, tira fuori la bambina che è ancora in me.
Eppure non avevo mai letto i libri di Pamela Lyndon Travers, da cui le avventure di Mary Poppins sono tratte, fino all’anno scorso, quando al cinema è uscito Saving Mr Banks, la storia della faticosa trattativa tra Walt Disney e la Travers per arrivare alla trasposizione cinematografica. Inutile dire che mi è piaciuto tantissimo e sono davvero contenta che sia servito a riportare in libreria i romanzi per ragazzi forse un po’ dimenticati. Ho acquistato, ovviamente, il primo libro della serie e ho scoperto una Mary Poppins molto più scorbutica e a volte cattiva rispetto alla versione cinematografica. Ma mi sono innamorata anche di lei e, quando ho visto arrivare in libreria poche settimane fa Zia Sass, sapevo che quel libro avrebbe dovuto essere mio.
Zia Sass, pubblicato in Italia da Sellerio con la traduzione di Martina Testa e le bellissime illustrazioni di Gilian Tyler, racchiude tre racconti che Pamela Lyndon Travers regalò a parenti e amici per Natale nel 1940.
Qui ci sono le origini della tata più famosa del mondo, ma soprattutto c’è la storia autobiografica, con qualche piccola licenzia poetica ovviamente, dell’infanzia dell’autrice stessa.
Si parte con zia Sass, il ritratto di una burbera e un po’ autoritaria prozia che, dietro alla sua incredibile severità, nasconde un grande cuore tenero.
Non solo faceva del bene e arrossiva a vederlo divulgato, faceva del bene ed era pronta a mortificare chiunque lo scoprisse.
Una donna forte, verso cui tutti i bambini della famiglia hanno sempre provato un misto di paura e attrazione, come sempre succede nei confronti di questi personaggi.
Subito dopo viene raccontata la storia di Ah Wong, il cuoco cinese di famiglia, spuntato per caso un giorno dalle canne della piantagione della famiglia di Pamela e pronto da quel momento a rivoluzionare l’intero menù famigliare. Un personaggio particolare, che odia la tapioca e vede nel chinino la cura per ogni male, e che mette da parte gli assegni famigliari per un unico grande scopo.
Il terzo racconto è dedicato a Johnny Delaney, il gobbo fantino tuttofare irlandese, con il dono della preveggenza e dell’imprecazione, che tanto ha influito sull'educazione dei bambini, e forse un po’ anche degli adulti, della famiglia. Un racconto intenso, pieno di sputi, di canzoni e di grandi, grandissime verità.
I bambini provano emozioni forti e profonde ma non hanno un meccanismo per gestirle. Se lasciano che il cuore gli si riempia sanno che finiranno affogati. Quindi si aggrappano alla prima cosa a loro disposizione per tenere a bada la marea montante.
È davvero difficile dire quale di questi tre racconti e di questi tre personaggi sia il più bello. In ognuno c’è poesia, c’è magia, ma anche una punta di amarezza e di dolore, come lo è sempre il ricordo del passato da parte di una persona adulta. Sicuramente P.L Travers ha attinto da ognuno dei tre personaggi per creare il fantastico mondo di Mary Poppins, un mondo dove tutto sembra possibile e dove non bisogna mai domandarsi un perché.
Zia Sass è stata una lettura davvero stupenda, adatta per i bambini, sicuramente, ma anche per gli adulti che non smettono di sognare. È perfetta per Natale (e non riesco davvero a immaginare che emozione abbiano provato i parenti e gli amici dell’autrice a ricevere queste tre storie in dono), ma anche per qualunque altro momento dell’anno, in cui avete bisogno di un po' di zucchero, per far andare giù le pillole della vita.
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