Dubito fortemente che possa esistere al mondo, o almeno in Italia, qualcuno a cui non piaccia la pizza. Magari non ti piace con i funghi, magari non digerisci quella con la cipolla o sei allergico ai formaggi. Ma sono sicura che almeno una pizza che piaccia, tra tutte le varianti esistenti, la si trovi di sicuro. Anche una semplicissima Margherita, la mia pizza preferita di quando ero bambina, prima di passare a quella con i wurster prima, a quella ai formaggi poi e ora alla fase rucola e stracchino... una pizza Margherita, dicevano, se fatta bene, può aprirti a un mondo di sapori e di sensazioni incredibili.
Quando ho letto dell'uscita di La pizza per autodidatti di Cristiano Cavina ne sono stata quindi subito attratta. Perché ero davvero curiosa di sapere come uno scrittore possa scrivere un libro intero su di essa. E poi conosco anche la storia di Cavina, pizzaiolo scrittore (dualismo che lui ripete ad ogni occasione, un po' per modestia un po' perché effettivamente l'idea fa sorridere), che quando non è impegnato in presentazioni o serate conclusive di concorsi letterari aiuta suo zio alla Pizzeria Il Farro, a Casola Valsenio.
Il libro si rivolge, come il titolo lascia intendere, ad aspiranti pizzaioli casalinghi, a cui Cavina tenta di insegnare trucchetti e fornisce qualche rassicurazione sui principali problemi e le difficoltà che si possono incontrare nel padroneggiare l'arte del fare la pizza. Parla di impasti e di farine, di forni e di cotture, di ingredienti usuali e ingredienti più strani per ricoprirla. Il tutto condito dai riferimenti e l'esperienza personale del suo lavoro di pizzaiolo, con anche qualche aneddoto sulla nascita e la vita della sua pizzeria.
Il potenziale per fare un bel libro c'era tutto. Ma qualcosa, per quanto mi riguarda, non ha funzionato. E pensandoci mi rendo conto che in tutte le opere di Cavina che ho letto finora (Alla grande, I frutti dimenticati, ITIS) c'è sempre stato qualcosa che non ha funzionato. Sono libri scritti bene, a volte divertenti altre commoventi, con radici molto profonde nella vita privata dello scrittore e del suo paese. Un bell'omaggio, sicuramente, ma che forse, a poco a poco, inizia ad avere un gusto di già sentito. La maggior parte degli aneddoti raccontati qui li avevo già letti o già sentiti: in un libro precedente, in un'intervista o durante una presentazione. Di nuovo c'erano i suggerimenti per fare la pizza. Utili, sicuramente, anche piacevoli da leggere... se si ha intenzione di fare la pizza di lì a pochi giorni.
Forse Cavina dovrebbe non dico smettere di guardare al suo paese (e ci mancherebbe altro, perché la trovo una cosa bellissima), ma provare a distanziare un po' lo sguardo, per provare a non scrivere quello che, alla lunga, sembra sempre lo stesso libro.
Forse Cavina dovrebbe non dico smettere di guardare al suo paese (e ci mancherebbe altro, perché la trovo una cosa bellissima), ma provare a distanziare un po' lo sguardo, per provare a non scrivere quello che, alla lunga, sembra sempre lo stesso libro.
Comunque, aggiungerò La pizza per autodidatti sullo scaffale dei libri di ricette, nel caso in futuro mi venisse in mente di provare a fare la pizza con i fiori di acacia.
Titolo: La pizza per autodidatti
Autore: Cristiano Cavina
Pagine: 286
Editore: Marcos y Marcos
Anno: 2014
Acquista su Amazon:
formato brossura: La pizza per autodidatti
Nessun commento:
Posta un commento