sabato 28 giugno 2014

Libri e ricordi (ovvero, un post sconclusionato su uno dei motivi per cui mi piacciono tanto i libri)

Se qualcuno mi chiedesse come mai mi piacciono tanto i libri (una domanda che credo nessuno abbia il coraggio di pormi, perché quando inizio a parlare di libri divento un pochino esaltata), credo che una delle prime risposte che darei sarebbe per la storia che si portano dietro. La storia che contengono, certo, che può piacere o non piacere. Ma anche la storia di chi l'ha scritto, di come, quando e perché. E soprattutto la storia di come quel libro è arrivato a me. 
Ovvio se vado in negozio a comprarli o se mi arrivano via corriere, non è che possano avere chi sa quanto da raccontare (anche se, se ci pensate, passano di mano in mano più e più volte e si fanno un viaggio di km in scatoloni... e poi ci sono le battute scambiate con i librai!). Mi riferisco a quei libri che entrano per caso nella nostra vita, quasi all'improvviso, e di cui ci ricorderemo per sempre.

Illustrazione di Lillian Sandoval
Prendiamo ad esempio il libro che sto leggendo ora, Mrs Webster di Caroline Blackwood. Non lo avevo mai sentito nominare, poi l'altro giorno una mia collega con cui condivido la passione per la lettura, mi ferma all'uscita da lavoro e mi dice "Tieni, ti ho portato un libro, spero che ti piaccia!". Ecco, a me queste cose fanno impazzire. Vuol dire che la mattina ha visto il libro, ha pensato a me e ha deciso di portarmelo.

Un altro esempio, di cui vi ho già parlato più volte ma che non mi stancherò mai di ricordare, è Cent'anni di solitudine di Márquez. Oltre alla bellissima trama, per me ha un forte valore affettivo tutta la fatica che ha provato mio padre per convincermi a leggerlo. 

Guardando la mia libreria, mi rendo conto che ci sono tantissimi libri lì dentro che hanno una storia oltre a quella che raccontano nelle loro pagine. Se prendo Soffocare di Palahniuck non posso fare a meno di ricordare la sera in cui il mio (allora non ancora) fidanzato me lo ha regalato. Insieme al libro mi ha dato una gomma a forma di nocciolina. Se guardo il Don Chisciotte di Cervantes, mi ricordo l'esame di letteratura spagnola II all'Università, o quella volta in cui, durante una conferenza con un poeta spagnolo, ho risposto di fronte a tutti a una domanda relativa a uno degli episodi raccontati.
El alquimista di Coehlo è il primo libro che ho letto in spagnolo, regalo di un amico che, oltre a questo, mi ha fatto scoprire anche i fumetti di Calvin & Hobbes. 
La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo di Audrey Niffenegger l'ho scoperto grazie a una mia carissima amica, che ancora oggi è una delle mie spacciatrici ufficiali di libri e che mi ha fatto scoprire alcuni dei miei scrittori preferiti in assoluto. Il romanzo della Niffenegger me l'ha prestato, l'ho amato, me lo sono comprato e, insieme, lo abbiamo fatto girare tra tutte le nostre amiche e compagne di università. 
illustrazione di  Jesse Kuhn
Ci sono poi i libri con le dediche e gli autografi degli autori, che mi rimandano sempre al momento in cui mi ci sono trovata di fronte e, tremante, ho scambiato con loro due chiacchiere (mi emoziono sempre tantissimo in queste situazioni, divento tutta rossa e parlo a raffica... avranno pensato che fossi matta), ma anche quelli, tantissimi, con le dediche di chi me li ha regalati (mai regalare un libro senza dedica!). Uno di quelli che ricordo con più affetto, tra questi, è La ragazza con l'orecchino di perla, regalato in quinta superiore dalle mie compagne di classe a Natale. Era stato un regalo completamente inaspettato, arrivato in un periodo in cui avevo estremamente bisogno di questi piccoli gesti d'affetto (e credo di aver pianto come una fontana). I rapporti si sono persi quasi con tutte, però quel momento me lo ricorderò sempre. Così come mi ricordo tutti i compleanni e i natali con le mie grandi amiche di adesso, a scambiarci libri davanti a tazze di te o coppe di gelato (in base a quando cadono le varie ricorrenze).
Ci sono i libri che collego a periodo precisi della mia vita: "questo l'ho letto in quella bellissima vacanza", "questo mi ha tenuto compagnia quella volta in cui ero in ospedale" (ok, mi vergogno a rivelarvi qual è stato il libro che mi ha tenuto compagnia la volta in cui sono stata ricoverata cinque giorni... ), "questo l'ho comprato qui", "questo non so come diavolo sia finito in mezzo ai miei libri", etc etc...
Credo che potrei andare avanti delle ore. Che se prendessi uno a uno i libri che ho in libreria riuscirei a dedicare ad ognuno di essi un intero post per raccontarne la storia. Tranquilli, non ho intenzione di farlo. Però ecco, già solo il sapere di poterlo fare mi basterebbe come ragione per adorarli. Se a questo poi aggiungiamo le storie che raccontano tra lo loro pagine, beh, non può essere che grande e infinito amore.
Probabilmente succede la stessa cosa anche con altri oggetti, non solo con i libri. Ogni cosa che abbiamo in casa ha una sua piccola storia, si porta dietro un piccolo o grande ricordo, che per un momento vi farà sorridere ogni volta che ci pensate.

Ok, rileggendo il post mi rendo conto che questo post non abbia poi molto senso. I miei soliti pensieri casuali che hanno bisogno di essere scritti perché mi escano finalmente dalla mente.
Sono sicura però che per molti di voi sia lo stesso e che se in questo momento vi fermate a guardare la vostra libreria, anche voi proverete questo senso di affetto che va oltre le pagine. Se vi va, raccontate nei commenti la storia di uno dei vostri libri, anche se a voi sembra banale, perché sono sicura che sarà comunque bellissima.

11 commenti:

  1. Ho sempre scritto, e le persone intorno a me - a partire da maestre e professoresse - hanno sempre sostenuto che ero portata per quello, che avevo talento. A me non importava molto, la cosa non andava oltre la soddisfazione per i bei voti ai temi. Da adolescente poi, questo presunto talento è diventato uno dei tanti motivi di conflitto tra me e me, perché scrivere era difficile, era una cosa che spesso faceva male, una cosa che facevo solo per liberarmi di certe cose e invece raramente mi faceva sentire come se mi fossi sfogata, perché scrivere c'entra poco col liberarsi: ti costringe a guardarti dentro. Ho quasi odiato che fosse l'unica cosa che mi riusciva, perché all'epoca avrei preferito essere brava in altre cose che mi piacevano di più. Finché non è arrivata la professoressa di letteratura italiana che ho avuto dal terzo in poi. Lei è stata la prima che non si è limitata a darmi bei voti, lei mi ha lanciato delle sfide, mi ha mosso delle critiche, mi ha fatto capire che potevo migliorarmi e scoprire tantissime cose; ha voluto leggere cose che scrivevo nel tempo libero e mi ha dato un sacco di consigli. Mi ha prestato libri che mi hanno fatto capire che lei aveva capito chi ero. Mi ha stimolata, spronata, mi ha fatto sudare le soddisfazioni e alla fine mi ha detto guardandomi dritto negli occhi: "io vorrei che tu facessi la scrittrice, saresti sprecata per qualsiasi altra cosa". Il giorno degli orali della maturità mi regalò la sua copia de "La notte della cometa" di Sebastiano Vassalli, una biografia del poeta Dino Campana. Sulla prima pagina aveva scritto una dedica che è la stessa spinta in avanti che mi aveva dato quei tre anni, per ogni momento in cui avrei vacillato. Leggendolo scoprii che l'intero libro era un messaggio, urlava di non fermarmi qualunque cosa avrebbero detto gli altri.
    Ogni libro, persino quelli che non mi sono piaciuti, per me è un piccolo tesoro e molto c'entra con quanto hai scritto tu in questo post. Tra tutti, "La notte della cometa" occupa da questo punto di vista un posto stra-importante.

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    1. E' un ricordo bellissimo! E mi sarebbe davvero piaciuto tanto avere un'insegnante così, al liceo. La mia si limitava a darmi bei voti, quasi per farmi stare zitta e buona. Era arrivata a farmi odiare la letteratura italiana! (che poi forse semplicemente ci stavamo antipatiche e non riuscivamo a superare questa barriera)

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  2. Condivido ogni tua parola Elisa! Anche io per ogni libro letto ho un pensiero particolare che lo rende speciale non solo per la storia che narra ma anche per il contesto in cui siamo venuti a contatto.
    In particolare ripenso spesso con tenerezza a una sera in cui ero al centro commerciale e facevo la mia solita sosta nel reparto dei libri e curiosavo senza scopo...Mi si avvicinò un ragazzo e mi disse semplicemente "Ti consiglio di leggere questo libro" e mi mise in mano Le Braci di Sàndor Màrai, e se ne andò. Non credo avrei mai preso in considerazione quel libro senza di lui, ma quando lo lessi mi piacque tantissimo, e mi sarebbe piaciuto ringraziarlo e dirgli che aveva proprio ragione!! Grazie Sconosciuto!!

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    1. Oddio ma che bello!! E' una cosa che mi piacerebbe un sacco avere il coraggio di fare, questa... mettermi in libreria e consigliare o sconsigliare libri a sconosciuti :)

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  3. i miei ricordi speciali (riguardo ai libri) sono legati ad un'amica che, parecchi anni fa, mi ha (letteralmente) "iniziato" al mondo di Dostoevskij e di Céline, prestandomi 2 libri che, ancora oggi, sono tra i miei (diciamo) 5 preferiti in assoluto: "Delitto e Castigo", e "Viaggio al termine della notte".

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    1. Ecco, i libri legati alle persone sono ancora più belli secondo me :)

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  4. è bellissimo quel che scrivi! altro che inutile. Splendido

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  5. Rileggerei questo post mille volte! Quanto trasporto e quanto entusiasmo condivido con te!
    Ti lascio solo uno dei miei ricordi. Leggevo "Il ritratto di Dorian Gray" in riva la mare la prima volta che sono andata in vacanza con le amiche a quindici anni; loro, incuriosite dal vedermi così concentrata, mi hanno chiesto di leggerlo a voce alta, tra bagnati perplessi... Questo è il mio libro preferito ed è l'unico che ho letto più volte (una anche in lingua originale) e al quale sono legati anche altri ricordi!

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    1. Deve essere stato bellissimo, leggere Dorian Gray per una folla di bagnanti!! Mi sarebbe piaciuto molto esserci :)

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  6. Io ho sempre letto moltissimo sin da piccolina. Ricordo un'estate dei miei circa 14 anni, ero a lignano con mia mamma come ogni anno e nella libreria della zona mi ero imbattuta in un romanzo con la copertina blu piena di lampi, era La signora delle tempeste di Marion Zimmer Bradley. E' scattato l'amore e ho passato l'intera vacanza a leggere di filato uno dietro l'altro i libri del ciclo Darkover (che ancora oggi venero). Leggevo in spiaggia, sui divanetti dell'hotel mentre aspettavo di andare a pranzo o a cena... E c'era un ragazzo che io vedevo come molto più grande, in realtà era intorno ai 19 anni, che mi guardava basito finchè mi fa "io amo leggere e non ho mai visto una ragazzina immersa così tanto in un libro come te in questi giorni! è troppo bello guardarti"! Ora sono certa fosse un commento sincero e non aveva altri fini (nei miei 14 anni eravamo davvero ancora delle ragazzine!) e circa 3 anni fa, ero a passeggio nel centro della mia città e un uomo ormai, mi fissa e mi fa "tu sei la giovane lettrice incantata di lignano di ventanni fa, ne sono certo!!". Beh è stato davvero emozionante! (e non solo perchè evidentemente non sono cambiata poi così tanto in questi anni!!!! :P ) ^_^

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