Oggi è venerdì. E già solo questo mi sembra un ottimo motivo per essere felici. Poi è anche il primo giorno di primavera (sebbene google con i suoi doodle abbia cercato di convincerci che fosse ieri). E, sebbene non abbia fatto chissà quale inverno rigido quest'anno, almeno non qui dalle mie parti, questo è un motivo ancor più ottimo per essere felici.
E poi, ho scoperto anche che oggi è la Giornata Mondiale della Poesia:
Ogni anno si celebra la Giornata Mondiale della Poesia nel primo giorno di primavera. Istituita dall'UNESCO in quanto si riconosce all'espressione poetica un ruolo privilegiato della promozione del dialogo interculturale, della comunicazione e della pace. (dal sito dell'Unesco)
Su questo blog nel corso degli anni di poesia non ho mai parlato. Perché di poesia contemporanea non ne leggo mai. Credo sia capitato solo una volta di recensire un libro di poesie, Orientarsi con le stelle di Carver, un piccolo capolavoro che vi consiglio e che mi è piaciuto perché in realtà in quelle poesie c'erano dei racconti. Ma a parte questo caso specifico, di poeti recenti praticamente non ne conosco nessuno. Mi fermo a Neruda, credo, con qualcosina anche di Prévert. Perché, forse sbagliando, quando penso alla poesia mi vengono in mente i grandi della letteratura italiana che ho studiato alle superiori. Foscolo, Leopardi, Montale, Quasimodo. Ci aggiungo anche qualche poeta della letteratura inglese, scoperto sempre al liceo o all'università. Insomma, per me, i veri poeti sono loro. Sono gli unici a cui riesco ad appassionarmi e di cui riesco a capire il vero significato delle poesie.
E' un limite mio, e anche molto ampio, questo di non capire le poesie contemporanee. Un limite che però non riesco proprio a valicare. Non mi viene proprio voglia di leggere poesie contemporanee, di acquistare libri e raccolte o anche solo di provare a cercarle su internet. Amo i racconti, amo i romanzi, amo le parole chiare e nelle allusioni, nei versi, mi perdo.
Ma non potevo, anche oggi, ignorare completamente la poesia qui sul blog. Quindi, per celebrare questa giornata, sono andata a prendere la mia vecchia antologia del liceo, l'ho sfogliata un po' e ho scelto da condividere con voi oggi una poesia di quello che rimane in assoluto il mio poeta preferito: Giacomo Leopardi. Mi è sempre piaciuto tantissimo e la gita che i miei genitori, quando ero adolescente, mi hanno fatto fare a Recanati rimane una di quelle che ricordo con più entusiasmo.
E quindi, miei cari, vi auguro un buon venerdì, un buon inizio di primavera e, soprattutto, una buona giornata mondiale della poesia, con il CANTO NOTTURNO Dl UN PASTORE ERRANTE DELL' ASIA:
Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
Silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
Contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
Di riandare i sempiterni calli?
Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
Di mirar queste valli?
Somiglia alla tua vita
La vita del pastore.
Sorge in sul primo albore
Move la greggia oltre pel campo, e vede
Greggi, fontane ed erbe;
Poi stanco si riposa in su la sera:
Altro mai non ispera.
Dimmi, o luna: a che vale
Al pastor la sua vita,
La vostra vita a voi? dimmi: ove tende
Questo vagar mio breve,
Il tuo corso immortale?
Vecchierel bianco, infermo,
Mezzo vestito e scalzo,
Con gravissimo fascio in su le spalle,
Per montagna e per valle,
Per sassi acuti, ed alta rena, e fratte,
Al vento, alla tempesta, e quando avvampa
L'ora, e quando poi gela,
Corre via, corre, anela,
Varca torrenti e stagni,
Cade, risorge, e più e più s'affretta,
Senza posa o ristoro,
Lacero, sanguinoso; infin ch'arriva
Colà dove la via
E dove il tanto affaticar fu volto:
Abisso orrido, immenso,
Ov'ei precipitando, il tutto obblia.
Vergine luna, tale
E' la vita mortale.
Nasce l'uomo a fatica,
Ed è rischio di morte il nascimento.
Prova pena e tormento
Per prima cosa; e in sul principio stesso
La madre e il genitore
Il prende a consolar dell'esser nato.
Poi che crescendo viene,
L'uno e l'altro il sostiene, e via pur sempre
Con atti e con parole
Studiasi fargli core,
E consolarlo dell'umano stato:
Altro ufficio più grato
Non si fa da parenti alla lor prole.
Ma perchè dare al sole,
Perchè reggere in vita
Chi poi di quella consolar convenga?
Se la vita è sventura,
Perchè da noi si dura?
Intatta luna, tale
E' lo stato mortale.
Ma tu mortal non sei,
E forse del mio dir poco ti cale.
Pur tu, solinga, eterna peregrina,
Che sì pensosa sei, tu forse intendi,
Questo viver terreno,
Il patir nostro, il sospirar, che sia;
Che sia questo morir, questo supremo
Scolorar del sembiante,
E perir dalla terra, e venir meno
Ad ogni usata, amante compagnia.
E tu certo comprendi
Il perchè delle cose, e vedi il frutto
Del mattin, della sera,
Del tacito, infinito andar del tempo.
Tu sai, tu certo, a qual suo dolce amore
Rida la primavera,
A chi giovi l'ardore, e che procacci
Il verno co' suoi ghiacci.
Mille cose sai tu, mille discopri,
Che son celate al semplice pastore.
Spesso quand'io ti miro
Star così muta in sul deserto piano,
Che, in suo giro lontano, al ciel confina;
Ovver con la mia greggia
Seguirmi viaggiando a mano a mano;
E quando miro in cielo arder le stelle;
Dico fra me pensando:
A che tante facelle?
Che fa l'aria infinita, e quel profondo
Infinito Seren? che vuol dir questa
Solitudine immensa? ed io che sono?
Così meco ragiono: e della stanza
Smisurata e superba,
E dell'innumerabile famiglia;
Poi di tanto adoprar, di tanti moti
D'ogni celeste, ogni terrena cosa,
Girando senza posa,
Per tornar sempre là donde son mosse;
Uso alcuno, alcun frutto
Indovinar non so. Ma tu per certo,
Giovinetta immortal, conosci il tutto.
Questo io conosco e sento,
Che degli eterni giri,
Che dell'esser mio frale,
Qualche bene o contento
Avrà fors'altri; a me la vita è male.
O greggia mia che posi, oh te beata,
Che la miseria tua, credo, non sai!
Quanta invidia ti porto!
Non sol perchè d'affanno
Quasi libera vai;
Ch'ogni stento, ogni danno,
Ogni estremo timor subito scordi;
Ma più perchè giammai tedio non provi.
Quando tu siedi all'ombra, sovra l'erbe,
Tu se' queta e contenta;
E gran parte dell'anno
Senza noia consumi in quello stato.
Ed io pur seggo sovra l'erbe, all'ombra,
E un fastidio m'ingombra
La mente, ed uno spron quasi mi punge
Sì che, sedendo, più che mai son lunge
Da trovar pace o loco.
E pur nulla non bramo,
E non ho fino a qui cagion di pianto.
Quel che tu goda o quanto,
Non so già dir; ma fortunata sei.
Ed io godo ancor poco,
O greggia mia, nè di ciò sol mi lagno.
Se tu parlar sapessi, io chiederei:
Dimmi: perchè giacendo
A bell'agio, ozioso,
S'appaga ogni animale;
Me, s'io giaccio in riposo, il tedio assale?
Forse s'avess'io l'ale
Da volar su le nubi,
E noverar le stelle ad una ad una,
O come il tuono errar di giogo in giogo,
Più felice sarei, dolce mia greggia,
Più felice sarei, candida luna.
O forse erra dal vero,
Mirando all'altrui sorte, il mio pensiero:
Forse in qual forma, in quale
Stato che sia, dentro covile o cuna,
E' funesto a chi nasce il dì natale.
Anche io fatico a capire la poesia. Tutta. E non ne parlo mai sul mio blog.
RispondiEliminaOgni tanto riprendo Montale e Neruda...
Mi consola sapere che non sono l'unica!
EliminaHai scelto forse il miglior Leopardi! Nemmeno io sono una grande lettrice di poesia contemporanea, ogni tanto, sentendo parlare qua e là in rete mi viene la curiosità di leggere qualche autore contemporaneo, ma si tratta di relazioni occasionali, perché anche per me la poesia ha i nomi dei grandi autori della tradizione lirica italiana!
RispondiEliminaE' forse la mia poesia preferita in assoluto questa :)
EliminaIn realtà era effettivamente il 20 il primo giorno di primavera. Anche a me è sembrato strano, ma la stagione inizia con l'equinozio (o solstizio per estate e inverno) e quello di primavera quest'anno cadeva alle 18 circa del 20. Diciamo che il 21 è l'inizio convenzionale, ma Google non aveva anticipato (come con la festa della donna) :)
RispondiEliminaCiao!
Oh ups :P Effettivamente mi sembrava un po' strano che si fosse sbagliato così, in mondovisione... però poi ieri ho visto che c'era il ricordo per Senna e ho pensavo "va che carini, hanno anticipato la primavera per ricordare Senna" :P
EliminaHai scelto una gran bella poesia: pensa che, in V Ginnasio, l'ho dovuta imparare a memoria. All'epoca questo mi impedì di apprezzarla del tutto, lo ammetto :P
RispondiEliminaScherzi a parte, anche io ho sempre amato molto Leopardi!
Io ho imparato A Silvia in quinta elementare e me la ricordo ancora tutta :D
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