Era da parecchio tempo che volevo leggere questo libro. Da quando avevo scoperto del fuorviante cambio di titolo che ha avuto nel periodo in cui è stato pubblicato dalla casa editrice marcos y marcos e che poi è stato, giustamente e per fortuna, riproposto corretto dalla ISBN. Ero curiosa di capire cosa avesse spinto la prima casa editrice a modificarlo in La casa dei libri e se e quanto effettivamente centrassero con la storia originale.
Quindi quando c'è stata l'offerta dell'ebook non me lo sono lasciata scappare. Ieri pomeriggio l'ho iniziato e stanotte, nemmeno poi tanto tardi, l'ho finito.
Non so se capita anche a voi, ma mi sono accorta che i libri che solitamente mi lasciano più dubbi e perplessità sono i romanzi corti. Non tutti eh, sia chiaro, ma con molti arrivo alla fine della lettura, spesso anche molto piacevole, domandandomi se magari sono io a non aver capito qualcosa, a non aver colto a pieno il vero senso del libro. E questo ovviamente mi è successo anche con questo breve romanzo di Richard Brautigan. L'ho letto con piacere, la storia mi è anche piaciuta, eppure non riesco a togliermi di dosso la sensazione di essermi persa qualcosa.
Il protagonista è un bibliotecario che lavora a San Francisco, in una strana biblioteca, che raccoglie romanzi mai pubblicati. Una biblioteca aperta ventiquattrore su ventiquattro, dove gli scrittori, di qualunque genere ed età, possono arrivare a qualunque ora del giorno e della notte. Ad accoglierli c'è lui, quest'uomo che da tre anni vive lì dentro senza mai poter uscire. Registra i libri, scambia due chiacchiere con gli autori e lascia che siano loro a posizionare il libro dove più preferiscono. Un giorno, in questa biblioteca arriva Vida. Una donna bellissima, con un corpo che fa letteralmente girare la testa a tutti gli uomini che incontra e di cui lei è stanca. Tra Vida e il bibliotecario scocca la scintilla, si innamorano e lei riesce così a riprendere un po' di sicurezza, protetta anche dalle mura della biblioteca. Finché un giorno lei non rimane incinta e insieme decidono di abortire, perché non si sentono pronti. Ma per farlo bisogna ovviamente uscire dalla biblioteca e affrontare, di nuovo, il mondo.
Il romanzo mi è piaciuto molto, grazie soprattutto allo stile di Brautigan, semplice ma anche a volte molto profondo. E' bella l'idea della biblioteca, di questo posto che accoglie quei libri che probabilmente nessun altro oltre all'autore leggerà mai e che riesce a trasmettere sicurezza a chiunque ci metta piede dentro. E' bello anche il modo in cui viene rappresentato l'amore, fonte di sicurezza e spinta che, anche nei momenti più bui, ci può aiutare a ricominciare. E poi, ho apprezzato molto anche il modo in cui viene trattato il tema dell'aborto, un argomento difficile da affrontare senza cadere in banalità e lacrima facile. Qui viene raccontato in un modo quasi surreale, semplice eppure senza mai alcuna mancanza di rispetto, come qualcosa che i due protagonisti sanno che è giusto di dover fare, così come qualcosa che per chi è in clinica con loro invece è doloroso o necessario.
Insomma, questo libricino mi è piaciuto, e anche tanto. Pur non essendo sicura di averne capito a pieno il suo significato, mi sono comunque goduta una storia semplice, sincera, surreale... una specie di favola, di cui forse non ho colto appieno tutto il valore, ma che comunque è riuscita a lasciarmi qualcosa e che mi sento di consigliarvi caldamente.
E poi, ha una dedica iniziale semplicemente meravigliosa!
(Per quanto riguarda il cambiamento di titolo nel periodo della marcos y marcos, la scelta sicuramente non è stata delle migliori però, pesandoci bene, non è poi così completamente sbagliato... io sono riuscita a trovarci una logica e un senso... ma comunque l'originale è sicuramente meglio!)
Titolo: L'aborto, una storia romantica
Autore: Richard Brautigan
Traduttore: Pier Francesco Paolini
Pagine: 171
Anno di pubblicazione: 2012
Editore: ISBN
ISBN: 978-8876383304
Prezzo di copertina: 19 €
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formato brossura: L'aborto. Una storia romantica
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