Protagonista della puntata di oggi della rubrica "Due titoli, un solo libro: ma perché?" è un'autrice che io amo molto e di cui ho letto quasi tutto: Joanne Harris.
Dopo essersi fatta una buona fama in Italia e all'estero grazie a "Chocolat" (che se per qualche bizzarro motivo non avete ancora letto, vi consiglio assolutamente) e alla trasposizione cinematografica che ne è stata tratta, Joanne Harris è poi diventata un'autrice molto amata, di cui si attendono sempre con ansia i nuovi romanzi.
Ho letto nel corso degli anni diverse sue opere, che a volte mi hanno entusiasmato altre convinto di meno. Ma rimane comunque a mio avviso un'autrice molto dotata, in grado di creare trame e situazioni molto ben caratterizzate.
Non serve fare però una ricerca troppo accurata per scoprire che praticamente tutti i titoli originali dei suoi romanzi, editi in Italia dalla Garzanti, sono stati spesso totalmente stravolti in traduzione. E la domanda, la solita, è: perché?
Come esempio, vi porterò tre delle sue opere che ho letto: due mi erano piaciute molto, una per niente.
BLACKBERRY WINE ovvero VINO PATATE E MELE ROSSE
Uscito nel Regno Unito nel 2000 e pubblicato lo stesso anno in Italia da Garzanti, con traduzione di Laura Grandi, il romanzo è ambientato in parte in Inghilterra, a Pog Hill nei pressi di una vecchia stazione, ed in parte nella campagna francese, a Lansquenet, un paesino ricco di frutteti e vigne vicino a Marsiglia. Le due ambientazioni hanno come filo conduttore il protagonista Jay, bambino in Inghilterra e poi adulto nelle pagine ambientate nella campagna provenzale.
In questo caso, la differenza di titolo non è troppo marcata. Certo, la traduzione letterale "Vino di more", avrebbe potuto avere, a mio avviso, un certo effetto anche in italiano e si sarebbe adattata altrettanto bene a quanto descritto nel libro. Nella versione italiana si sceglie di dare un titolo più lungo, forse più evocativo mettendo insieme tanti piccoli elementi (a tratti insignificanti, tipo le mele) che compaiono nel libro, invece che puntare solo su quello principale.
SLEEP, PALE SISTER ovvero IL FANTE DI CUORI E LA DAMA DI PICCHE
Uscito nel 1993 sia nel Regno Unito sia in Italia, e poi per anni caduto nel dimenticatoio (io l'ho letto,ed effettivamente c'è un motivo se non ha avuto tanto successo), è secondo me uno dei casi più efficaci di come troppo spesso i titoli italiani possano essere fuorvianti e ingannare in qualche modo il lettore. E' da quando ho scoperto quale fosse il titolo originale che mi sto chiedendo come abbia fatto "Sleep, pale sister" ("Dormi, pallida sorella") a diventare "Il fante di cuori e la dama di picche". Ok, la traduzione letterale avrebbe forse fatto pensare a un libro con protagonisti dei pellerossa, ma quello italiano si allontana troppo dal senso del libro. Certo, la magia è una componente essenziale della trama e ogni tanto si fa affidamento alle carte per predire il futuro e il destino, ma il fulcro della vicenda è una donna, chiusa in sé stessa e depressa, malata e rancorosa. Non siamo mica al luna park.
GENTLEMEN & PLAYERS ovvero LA SCUOLA DEI DESIDERI
Quest'ultimo esempio è quello che mi ha sconvolto di più. Anche in questo caso, il libro e la sua traduzione in italiano, sempre per Garzanti e sempre con traduzione di Laura Grandi, sono usciti lo stesso anno, nel 2005.
Innanzitutto ci tengo a dire che questo è un romanzo meraviglioso, forse il migliore della Harris (sì, anche di Chocolat), per la sua bravura nell'articolare la trama, nel creare la giusta suspance e per quell'incredibile colpo di scena che mi aveva completamente spiazzata.
Cosa sia successo però al titolo non riesco proprio a capirlo. Certo, il romanzo è ambientato in una scuola. Certo, i protagonisti, uno in particolare, nascondono e desiderano qualcosa. Però dai! Il titolo così ("Gentiluomi e giocatori") è stato completamente stravolto e banalizzato, e lascia intendere qualcosa di completamente diverso.
Questi sono solo tre esempi, quelli che mi hanno colpito di più, dei cambiamenti di titolo che i romanzi della Harris subiscono spesso (si potrebbero citare anche "The Lollipop shoes" diventato "Le scarpe rosse", o "Coastliners" ovvero "La spiaggia rubata") senza che si possa trovare una vera giustificazione.
Prima di scrivere questo post ho inviato un'email alla Garzanti per chiedere chiarimenti sulla loro politica di scelta dei titoli. Sono convinta, infatti, che gli editori non scelgano a caso e che, anche dietro a quei titoli che a me (ma penso anche a molti altri di voi) risultano completamente privi di senso, ci sia una riflessione lunga e ponderata. Vuoi che sia la moda, vuoi che siano strategie di marketing ben precise, vuoi che sia semplicemente un'emozione diversa che il libro ha lasciato in chi l'ha letto per primo per decidere di pubblicarlo. Fatto sta che ci deve essere un motivo. E chi meglio di chi ha assegnato il titolo può spiegarcelo?
Per ora non ho ricevuto risposta, ma confido che arriverà presto.
Aggiungo qualcosa di questa scrittrice, per me sconosciuta, fino ad oggi, nella lista desideri :)
RispondiEliminaCome sempre, sono preziosissime le tue recensioni! ;)
Anche a me piacciono molto i romanzi della Harris: l'ho conosciuta con "Chocolat" e poi ho proseguito con "Le scarpe rosse" e "La scuola dei desideri".
RispondiEliminaQuest'anno mi è capitato tra le mani un altro suo libro "Le parole segrete" e, siccome era in offerta ed era un po' che non leggevo suoi libri, l'ho acquistato.
Tutta questa premessa per arrivare al nocciolo della quesione: sono stata attirata dal titolo, ma se avessi letto l'originale, e cioè "Runemarks", probabilmente lo avrei lasciato dov'era perché avrei capito che si parlava di rune, di magia, di creature magiche, di dei pagani e via dicendo. Quando ho iniziato a leggerlo ho mandato tante di quella maledizioni alla casa editrice che la metà basta! Anche perché hanno il vizio di scrivere una trama che c'entra poco o nulla col libro. Ma questa è un'altra storia.
PS scusa per il panegirico che mi è venuto fuori, mi sono lasciata prendere un po' la mano :P
"La scuola dei desideri" (libro stupendo, concordo)è tra i cambi di titolo che più mi hanno lasciato basita: non c'entra assolutamente nulla con la trama ed è terribilmente fuorviante.
RispondiEliminaRimango basito anch'io quando leggo questi cambi di titoli così assurdamente fuorvianti. Bah!
RispondiEliminaSon proprio curioso di sapere cosa ti risponderà (se lo farà) la Garzanti ;)
Spero proprio che mi risponda! Anche perché davvero sono convinta che ci sia un motivo valido dietro queste scelte (cioè, dai, CI DEVE ESSERE!)
RispondiEliminaComunque ora scrivo anche alla Guanda, per il post della settimana prossima! :D
Ben arrivato Matteo! :)
Concordo assolutamente con te: 'sti titoli non si possono vedere, finisce che sembrano davvero dei "librettini" e invece la Harris è una scrittrice fantastica, sa creare atmosfere davvero affascinanti.
RispondiEliminaHo adorato Chocolat e gli altri due libri dedicati a Vianne Rocher (anche "Il giardino delle pesche e delle rose" è un altro titolo toppato, secondo me), ma devo dirmi un po' delusa dagli altri due che ho letto: "tre quarti d'arancia" (personaggi così negativi da farti passare la voglia di leggere) e "vino, patate e mele rosse" (questo l'ho trovato un po' banale,quasi a richiamare il cliché di Chocolat) . Sulla scrittura niente da dire.
Sono incuriosita da "la scuola dei desideri", la trama m'ispira...il titolo un po' meno :D