Moderni moschettieri su uno scassato furgoncino, quattro amici in crisi da maturità si lanciano in un improbabile viaggio per strappare un po' di tempo all'esistenza e riaffermare la propria voglia di ribellione e divertimento. Solo, ventisettenne oppresso da genitori troppo perfetti e dal ricordo di una ex che sta per convolare a nozze; Blass, grasso e goffo, alla frustata ricerca di un amore; Claudio, tombeur de femmes che vive solo per l'amicizia, Raul, precipitato dalle fantasie sadomaso a un tranquillo menage familiare con due gemelli a carico. Su un furgoncino di seconda mano che olezza di formaggio, i quattro decidono di concedersi un agosto da leoni, illusorio risarcimento dalla quotidianeità. Da Madrid a Valencia, da Saragozza ancora a Madrid, attraverso una scia di risse, ubriacature, cuori infranti e amplessi frettolosi, rinsalderanno la propria amicizia in una tardiva fine dell'adolescenza. Un caleidoscopio di avventure, un romanzo acido e melanconico che ha il ritmo del miglior cinema.
Dopo aver letto e adorato "Aperto tutta la notte", mi sembrava impensabile non leggere anche questo altro romanzo di David Trueba, sicura che mi sarei trovata di fronte a un altro piccolo capolavoro.
E in parte, sicuramente lo è, sebbene sia completamente diverso dal primo romanzo. Quattro Amici, sulla soglia dei trent'anni, decidono di partire per due settimane di vacanze all'avventura su un vecchio furgone che puzza di formaggio. "Il lungo viaggio verso la fica", "viaggio al centro delle cosce", "il giro del culo in ottanta giorni", "ventimila leghe subnormali"... sono i titoli plausibili per la loro avventura. Manca però quello che effettivamente è, ovvero "fuga dai fallimenti, dalle paure e dai problemi" che affligono in modo diverso e con risultati diversi ciascuno dei protagonisti. C'è Raúl, appassionato di sadomaso, che si ritrova sposato e con due gemelli piccoli, in profonda e continua lotta tra la sua voglia di divertirsi e il senso della famiglia da cui è stato travolto. C'è Blass, grassone troppo buono e ingenuo che proprio a causa della sua bontà è destinato a rimanere per sempre il migliore amico di qualunque ragazza che incontra, c'è Claudio, forse il più intraprendente dei quattro, "scopavecchie" e amante degli animali. E poi c'è Solo (sì, come quello di Guerre Stellari), voce narrante e fulcro di tutta la vicenda. Soffocato dai genitori pieni di aspettative nei suoi confronti, spirito inquieto che ancora non sa cosa vuole dalla sua vita. E soprattutto innamorato, ancora innamorato di Barbara, che sta per sposarsi con un uomo che è l'opposto di lui. Un viaggio all'avventura, alla ricerca di sè stessi, in compagnia delle uniche persone che possono veramente sopportarci: gli amici.
Il libro segue le avventure di questi quattro ragazzi in vacanza, tra personaggi pittoreschi, scopate frettolose, conquiste impossibili e sfighe inverosimili, passando per luoghi turistici, spiagge e alberghi abbandonati in posti sperduti, per poi concludersi alla festa del matrimonio di Barbara.
Lo stile di Trueba mi piace molto, mi piace la sua ironia, la sua buona dose di cinismo (un pochino eccessivo forse a volte, ma comunque condivisibile) e la sua caratterizzazione dei personaggi e delle situazioni. Ed è bellissima l'idea del viaggio con gli amici di sempre (che tutti, almeno una volta nella vita, sono sicura abbiamo fatto), il sopportarsi nonostante gli innumerevoli difetti e le fobie. E tante sono le frasi che mi sono rimaste di questo romanzo (una più bella dell'altra le citazioni da "Scritto su tovaglioli di carta" alla fine di ogni capitolo).
Però una pecca ce l'ha. Si parla e si fa veramente troppo sesso... qualche riferimento in meno, e qualche scena meno esplicita e il libro forse sarebbe stato ancora più apprezzato.
Rimane comunque un libro che consiglierei.
Nota alla traduzione: non c'è male. Qualche nota, ma forse indispensabile per chi non è o non sa lo spagnolo.
"E' curioso, la gente è capace di cambiarsi le tette, il naso, le labbra, ma nessuno penserebbe mai di cambiarsi il cervello. Quasi tutti potrebbero migliorarlo, e invece il cervello continua a tenerci nell'inganno, facendoci credere che non possiamo averne uno migliore. E' un organo sopravvalutato, senza ombra di dubbio"
"Quando ricevi un bacio sulla guancia da una donna che hai baciato mille volte sulle labbra, capisci che hai perduto il tuo posto nel suo cuore"
"Ci sono seghe che possono essere come schiaffi, così come schiaffi che sembrano baci"
"Fallisci più in fretta che puoi, così avrai tempo, nella vita, di riprenderti"
"Gli amici credono che volerti bene significhi accettarti così come sei: hai proprio ragione, va bene, quando invece avresti bisogno di qualcuno che ti gridi che stai sbagliando, che devi cambiare".
Dopo aver letto e adorato "Aperto tutta la notte", mi sembrava impensabile non leggere anche questo altro romanzo di David Trueba, sicura che mi sarei trovata di fronte a un altro piccolo capolavoro.
E in parte, sicuramente lo è, sebbene sia completamente diverso dal primo romanzo. Quattro Amici, sulla soglia dei trent'anni, decidono di partire per due settimane di vacanze all'avventura su un vecchio furgone che puzza di formaggio. "Il lungo viaggio verso la fica", "viaggio al centro delle cosce", "il giro del culo in ottanta giorni", "ventimila leghe subnormali"... sono i titoli plausibili per la loro avventura. Manca però quello che effettivamente è, ovvero "fuga dai fallimenti, dalle paure e dai problemi" che affligono in modo diverso e con risultati diversi ciascuno dei protagonisti. C'è Raúl, appassionato di sadomaso, che si ritrova sposato e con due gemelli piccoli, in profonda e continua lotta tra la sua voglia di divertirsi e il senso della famiglia da cui è stato travolto. C'è Blass, grassone troppo buono e ingenuo che proprio a causa della sua bontà è destinato a rimanere per sempre il migliore amico di qualunque ragazza che incontra, c'è Claudio, forse il più intraprendente dei quattro, "scopavecchie" e amante degli animali. E poi c'è Solo (sì, come quello di Guerre Stellari), voce narrante e fulcro di tutta la vicenda. Soffocato dai genitori pieni di aspettative nei suoi confronti, spirito inquieto che ancora non sa cosa vuole dalla sua vita. E soprattutto innamorato, ancora innamorato di Barbara, che sta per sposarsi con un uomo che è l'opposto di lui. Un viaggio all'avventura, alla ricerca di sè stessi, in compagnia delle uniche persone che possono veramente sopportarci: gli amici.
Il libro segue le avventure di questi quattro ragazzi in vacanza, tra personaggi pittoreschi, scopate frettolose, conquiste impossibili e sfighe inverosimili, passando per luoghi turistici, spiagge e alberghi abbandonati in posti sperduti, per poi concludersi alla festa del matrimonio di Barbara.
Lo stile di Trueba mi piace molto, mi piace la sua ironia, la sua buona dose di cinismo (un pochino eccessivo forse a volte, ma comunque condivisibile) e la sua caratterizzazione dei personaggi e delle situazioni. Ed è bellissima l'idea del viaggio con gli amici di sempre (che tutti, almeno una volta nella vita, sono sicura abbiamo fatto), il sopportarsi nonostante gli innumerevoli difetti e le fobie. E tante sono le frasi che mi sono rimaste di questo romanzo (una più bella dell'altra le citazioni da "Scritto su tovaglioli di carta" alla fine di ogni capitolo).
Però una pecca ce l'ha. Si parla e si fa veramente troppo sesso... qualche riferimento in meno, e qualche scena meno esplicita e il libro forse sarebbe stato ancora più apprezzato.
Rimane comunque un libro che consiglierei.
Nota alla traduzione: non c'è male. Qualche nota, ma forse indispensabile per chi non è o non sa lo spagnolo.
"E' curioso, la gente è capace di cambiarsi le tette, il naso, le labbra, ma nessuno penserebbe mai di cambiarsi il cervello. Quasi tutti potrebbero migliorarlo, e invece il cervello continua a tenerci nell'inganno, facendoci credere che non possiamo averne uno migliore. E' un organo sopravvalutato, senza ombra di dubbio"
"Quando ricevi un bacio sulla guancia da una donna che hai baciato mille volte sulle labbra, capisci che hai perduto il tuo posto nel suo cuore"
"Ci sono seghe che possono essere come schiaffi, così come schiaffi che sembrano baci"
"Fallisci più in fretta che puoi, così avrai tempo, nella vita, di riprenderti"
"Gli amici credono che volerti bene significhi accettarti così come sei: hai proprio ragione, va bene, quando invece avresti bisogno di qualcuno che ti gridi che stai sbagliando, che devi cambiare".
Ho seguito il tuo consiglio e ho comprato il libro.
RispondiEliminaAppena finisco uno dei 3 libri che sto ( forse sarebbe meglio dire non sto) leggendo, mi butto anch'io oin questo viaggio.
:-)
Letto.
RispondiEliminaCondivido in pieno il tuo giudizio.
Ottima la descrizione dei personaggi. Mi pare di conoscerli da sempre.
In alcuni punti sembra manchi di originalità, ma è comunque un bel libro.
Grazie per avermelo fatto conoscere
Questo libro l'ho letto due volte..in periodi di diversi della mia vita...e ogni volta ho appreso cose nuove...spero di poter fare un viaggio sotto quest'ottica con le mie amiche al più presto... Ma lo rileggerò nuovamente!
RispondiEliminaSecondo me in un modo o nell'altro con i nostri amici questi viaggi li facciamo anche senza viaggiare veramente... cresciamo insieme, litighiamo e facciamo pace, e insieme scopriamo qualcosa di nuovo... E' lo spirito che c'è dietro al libro, oltre che alla storia stessa, ad avermi entusiasmato molto... E credo che in futuro lo rileggerò volentieri anche io :)
RispondiEliminaIn effetti condivido la sensazione di aver vissuto a più riprese parte del viaggio dei "quattro amici", non so se rileggerò in futuro questo libro ma lo consiglio a chi vuole evadere per un breve periodo dalla realtà di tutti i giorni.
RispondiEliminaAspettavo ogni fine capitolo per le citazioni, alcune veramente indimenticabili (vedi sole-luna), verso la fine cala un pò d'intensità ma tutto sommato è un libro che appassiona dalla prima pagina e riesce a trovare un epilogo non scontato.