sabato 13 novembre 2010

IL PRIMO MIRACOLO DI GEORGE HARRISON- Stefania Bertola

Un ragazzino disposto a tutto per neutralizzare il fascino di sua sorella. Un carrarmatino del Risiko coinvolto in un tentativo di omicidio. Una perfida vigilessa e le sue serate imprevedibili. Tre ragazze torinesi che attraversano Londra in una giornata calda come liquirizia appiccicosa: cosa le aspetta in St John's Wood? Una raccolta di racconti che trabocca di intelligenza, divertimento e stupore. Stefania Bertola osserva il mondo con la lente giocosa dell'immaginazione, svelando i piccoli imprevisti della vita e dei sentimenti.

Non del tutto casualmente, il libro che ho letto dopo la Kinsella è l'ultimo della Bertola (in realtà ne sto leggendo anche un altro, che però non mi sta entusiasmando più di tanto). Ecco, i romanzi della Bertola, almeno per me, sono ideali quando si è un po' giù o quando si ha voglia di leggere qualcosa di non leggero e non troppo impegnativo.
A questo punto però mi vedo costretta a non consigliare questo suo ultimo libro. Ma semplicemente perché si tratta di una raccolta di racconti, venti in tutto, che danno solo un limitatissimo assaggio dello stile dell'autrice. Quindi, iniziate con i romanzi (Biscotti e sospetti, il mio preferito), e poi leggete anche questo.
Non sono una grande amante dei racconti, mi piace affezionarmi ai personaggi, seguirli nelle loro peripezie di pagine e pagine, patire con loro e arrivare con loro insieme al finale. Quindi non sono solita leggerli (con eccezioni di tanto in tanto ovviamente).
In questa raccolta, ce ne sono diversi che meritano proprio: da "Il Nostro Capitano", dedicato a Alex Del Piero e a un suo piccolo fan (che fa veramente ma veramente ridere), a " La strega del bosco va al circolo dei lettori", passando per Ave Verum (un inno a non fermarsi alle apparenze) e "La Ragazza che Piangeva in discoteca".
Non sono tutti belli però, alcuni sembrano buttati lì proprio perché non si può vendere un libro di meno di 100 pagine a 14,50 euro (non che con 120 sia più accettabile eh...). E anche quello che da' il titolo alla raccolta "Il primo miracolo di George Harrison", che mi sono accorta che avevo già letto, non mi ha entusiasmato molto.
Insomma, da leggere per distrarsi un paio d'ore e per sorridere un po'(e se siete di Torino o comunque la conoscete un po', rende ancora di più). Ma cominciate dai suoi romanzi, che meritano molto di più.

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