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Non so se è per il genere (il western non è esattamente il mio genere preferito, nemmeno trasposto negli anni '50) o per lo stile dell'autore, molto molto particolare, ma questo romanzo non mi ha entusiasmato. Soprattutto le 50 pagine iniziali, in cui si fatica entrare nella storia e a capire chi siano i veri protagonisti, e le 50 pagine finali, dove ci sono solo cavalli, cavalli e ancora cavalli. Le circa duecento pagine centrali non sono male, quando viene narrata la vita dei due amici (che dovrebbero avere solo 17 anni, ma la descrizione che ne fa l'autore non è molto realistica secondo me) in questa fattoria messicana, con annessa storia d'amore, così come le successive avventure in prigione. Forse mi ero caricata di troppe aspettative. O forse semplicemente lo stile diretto e asciutto di McCarthy, che lascia troppe cose in sospeso senza fornire spiegazioni, non fa per me.
Detto questo però, non me la sento nemmeno di sconsigliarlo perchè mi rendo conto di quanto si tratti di una cosa soggettiva (è indiscusso infatti che il ritratto western fatto da Cormac sia molto bello e realistico, così come che il suo stile possa piacere molto). Vedete voi insomma.
Nota alla traduzione: ci sarebbero un sacco di cose da scrivere su questa a mio avviso pessima traduzione. Ripetizioni continue (non posso escludere che siano volute dall'autore, anche se alcune sono veramente ma veramente pessime), cacofonie continue e utilizzo di parole alquanto discutibili. E poi la scelta di lasciare in spagnolo alcuni discorsi tra i vari personaggi... scelta obbligata, per carità, ma che andava in qualche modo compensata perchè non tutte le cose possono essere facilmente capite anche da chi non sa lo spagnolo. Insomma, da rivedere.
Detto questo però, non me la sento nemmeno di sconsigliarlo perchè mi rendo conto di quanto si tratti di una cosa soggettiva (è indiscusso infatti che il ritratto western fatto da Cormac sia molto bello e realistico, così come che il suo stile possa piacere molto). Vedete voi insomma.
Nota alla traduzione: ci sarebbero un sacco di cose da scrivere su questa a mio avviso pessima traduzione. Ripetizioni continue (non posso escludere che siano volute dall'autore, anche se alcune sono veramente ma veramente pessime), cacofonie continue e utilizzo di parole alquanto discutibili. E poi la scelta di lasciare in spagnolo alcuni discorsi tra i vari personaggi... scelta obbligata, per carità, ma che andava in qualche modo compensata perchè non tutte le cose possono essere facilmente capite anche da chi non sa lo spagnolo. Insomma, da rivedere.
ecco.. io avrei lasciato il libro a metà... come ho fatto con il gattopardo e i dialoghi in siciliano...
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