Le atrocità di una famiglia britannica negli anni di Margaret Thatcher. E, insieme, le avventure di uno scrittore che, incaricato di ricostruire le vicende di questa famiglia, vi si ritrova invischiato, lui e i suoi fantasmi infantili, sino a misurare sulla propria pelle i meccanismi di potere e sopraffazione che hanno portato l'Inghilterra degli anni Ottanta allo sfascio.
Un libro molto complesso da leggere, a causa degli innumerevoli personaggi che si alternano nelle pagine e degli sbalzi continui tra passato e presente da un capitolo all'altro. Ma Coe aiuta il lettore, inserendo un albero geneaologico all'inizio del romanzo così da poter seguire senza perdersi troppo le vicende dei rampolli Winshaw.
E' anche un libro geniale, i cui protagonisti si muovono perfettamente inseriti nella società dell'epoca, degli anni '80 e primi anno '90, dando vita quindi all' ennesimo ben riuscito spaccato sociale descritto dall'autore.
La trama è molto ben pensata e sviluppata. E' bello il filo conduttore che lega tutto il libro: unfilm giallo che tanto ha colpito il protagonista scrittore bambino (una trasposizione di Dieci Piccoli Indiani di Agatha Christie) e che si concretizza in modo strepitoso nelle ultime cinquanta pagine, tra travestimenti, morti collegate allo stile di vita delle vittime e passaggi segreti alla Cluedo.
A scatenare il tutto è la zia Tabitha, la pazza della famiglia, che è in realtà l'unica a non perdere il contatto con le cose veramente importanti della vita e a non lasciarsi sopraffare dall'avidità della societò moderna. Sarà lei a decidere di far chiarezza e di punire tutti i membri della sua famiglia, rei di essersi fatti coinvolgere troppo nell'avidità della società moderna e di agire solo ed esclusivamente per interesse personale.
E' molto bello, una volta presa dimestichezza con i nomi, anche il mescolarsi dei personaggi, tutti più o meno consapevolmente collegati tra loro e tutti con un legame, positivo o negativo, con la famiglia Winshaw.
Coe è semplicemente un genio.
Nota alla Traduzione: c'è qualche refuso, ma nel complesso è fatta bene
E' anche un libro geniale, i cui protagonisti si muovono perfettamente inseriti nella società dell'epoca, degli anni '80 e primi anno '90, dando vita quindi all' ennesimo ben riuscito spaccato sociale descritto dall'autore.
La trama è molto ben pensata e sviluppata. E' bello il filo conduttore che lega tutto il libro: unfilm giallo che tanto ha colpito il protagonista scrittore bambino (una trasposizione di Dieci Piccoli Indiani di Agatha Christie) e che si concretizza in modo strepitoso nelle ultime cinquanta pagine, tra travestimenti, morti collegate allo stile di vita delle vittime e passaggi segreti alla Cluedo.
A scatenare il tutto è la zia Tabitha, la pazza della famiglia, che è in realtà l'unica a non perdere il contatto con le cose veramente importanti della vita e a non lasciarsi sopraffare dall'avidità della societò moderna. Sarà lei a decidere di far chiarezza e di punire tutti i membri della sua famiglia, rei di essersi fatti coinvolgere troppo nell'avidità della società moderna e di agire solo ed esclusivamente per interesse personale.
E' molto bello, una volta presa dimestichezza con i nomi, anche il mescolarsi dei personaggi, tutti più o meno consapevolmente collegati tra loro e tutti con un legame, positivo o negativo, con la famiglia Winshaw.
Coe è semplicemente un genio.
Nota alla Traduzione: c'è qualche refuso, ma nel complesso è fatta bene
Avevo iniziato a leggere questo libro qualche anno fa ... peccato che l'abbia abbandonato! Forse perché, come scrivi tu, gli innumerevoli personaggi mi hanno confusa :P
RispondiEliminaMa ci riproverò!! :)
concordo. E sul finale, applaudo :-)
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