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lunedì 19 dicembre 2011

UN GIORNO - David Nicholls

È l'ultimo giorno di università, e per due ragazzi sta finendo un'epoca. Emma e Dexter sono a letto insieme, nudi. Lui è alto, scuro di carnagione, bello, ricco. Lei ha i capelli rossi, fa di tutto per vestirsi male, adora le questioni di principio e i grandi ideali. Si sono appena laureati, l'indomani lasceranno l'università. È il 15 luglio 1988, e per la prima volta Emma e Dexter si amano e si dicono addio. Lui è destinato a una vita di viaggi, divertimenti, ricchezza, sempre consapevole dei suoi privilegi, delle sue possibilità economiche e sociali. Ad attendere Emma è invece un ristorante messicano nei quartieri nord di Londra, nachos e birra, una costante insicurezza fatta di pochi soldi e sogni irraggiungibili. Ma per loro il 15 luglio rimarrà sempre una data speciale. Ovunque si trovino, in qualunque cosa siano occupati, la scintilla di quella notte d'estate tornerà a brillare. Dove sarà Dexter, cosa starà combinando Emma? Per venti anni si terranno in contatto, e per un giorno saranno ancora assieme. Perché quando Emma e Dexter sono di nuovo vicini, quando chiacchierano e si corteggiano, raccontandosi i loro amori, i successi e i fallimenti, solo allora scoprono di sentirsi bene, di sentirsi migliori. Comico, intelligente, malinconico, Un giorno cattura l'energia sentimentale delle grandi passioni: i cuori spezzati, l'intricato corso dell'amore e dell'amicizia, il coraggio, le attese e le delusioni di chiunque abbia desiderato una persona che non può avere.

Ho delle serie difficoltà a scrivere il commento a questo romanzo. Una di queste è il rischio che questo post, più che una recensione, si trasformi in un'analisi della mia vita, con il rischio di annoiarvi e di diventare patetica.
Un'altra difficoltà è data dalle grandi aspettative che commenti entusiastici avevano creato in me, e che sono state poi disattese da quello che ho effettivamente letto sull carta. Ed è difficile parlare male di un libro di cui tutti han parlato bene.

Il romanzo altro non è che una banale storie d'amore stereotipate: bellissimo, strafigo e desiderato da tutte Dexter, bruttina idealista e un po' sfigatella Emma. Una grande amicizia, che si trascina per anni finchè entrambi finalmente ammettono di non poter vivere l'uno senza l'altra. Nel mezzo la ricerca del futuro di entrambi: lui che non sa cosa fare della sua vita e pensa solo a divertirsi, lei che inzia con difficoltà ma poi riesce a realizzare i suoi sogni. Lui che finalmente capisce cosa vuole solo quando si mette con lei. Nel mezzo, un sacco di poveri altri ragazzi e ragazze che hanno avuto la sfortuna di innamorarsi dell'uno o dell'altro, sapendo benissimo che un giorno avrebbero dovuto mettersi da parte.
E' banale, troppo banale. Persino il colpo di scena finale (se colpo di scena voleva essere), è un qualcosa di visto e rivisto, al punto che non mi ha nemmeno fatto commuovere (ed è strano, perché una volta da bambina ho pianto addirittura per una puntata di Candy Candy).

Poi certo, c'è l'aspetto prettamente personale che vi accennavo prima. Un po' il rivedermi in Emma, o in parti di lei e della sua insicurezza, che si contrappone alla sicurezza di Dexter. Questo modo diverso e spesso inconciliabile che hanno di vedere il mondo e di vivere la propria vita, mi ha riportato indietro di qualche mese, ritrasmettendomi un'angoscia che di solito riesco a tenere a bada.
E poi c'è anche un altro aspetto, ovvero che non credo nell'amicizia tra uomo e donna, per quanto gli interessati si professino veramente non innamorati. C'è sempre un interesse, più o meno velato. E chi ha la sfortuna di ritrovarsi in mezzo, la maggior parte delle volte non può far altro che assistere inerme e decidere se accettare di essere sempre un gradino meno importante o lasciar perdere tutto. Per questo mi sono ritrovata a parteggiare per Ian a un certo punto: innamorato cotto di Emma, con la quale vorrebbe costruirsi una vita, al punto da sopportare la presenza dell'altro, pur sapendo che lei non lo amerà mai come lui.

Non lo so. Non me la sento di bocciarlo completamente. Certo, come ho detto, è così banale da far cascare le braccia. Ma è anche vero che mi ha fatto riflettere parecchio... Insomma, vedete un po' voi se leggerlo o meno.
E scusatemi se una parte del post è venuta un po' troppo personale.

Nota alla traduzione: mi sembra fatta abbastanza bene!



Per acquistare il libro:Un giorno