lunedì 14 agosto 2017

IL LUNGO SGUARDO - Elizabeth Jane Howard

A nessuna donna piace sentirsi dire che cosa avrebbe potuto essere e che cosa è stata. A loro piace il futuro. Il futuro e il presente.

Non sapevo chi fosse Elizabeth Jane Howard finché Fazi editore non ha pubblicato il primo volume della Saga dei Cazalet, Gli anni della leggerezza, nel 2015. Una saga a cui mi sono appassionata molto, che racconta le vicende della numerosa famiglia Cazalet (padre, madre, tre fratelli e una sorella, mogli, cognate, amanti, ecc. ecc.) nell'Inghilterra che va dalla metà degli anni ’30 fino agli anni ’60. Ho divorato tutti e quattro i volumi, li ho consigliati e riconsigliati, e ora sto attendendo, con un po’ di impazienza e un po’ di angoscia, di leggere anche l’ultimo (Tutto cambia, in uscita il 18 settembre).
Oltre che ai personaggi di questa famiglia e all'ambientazione inglese, a conquistarmi è stato lo stile di Elizabeth Jane Howard: il suo modo di raccontare senza mai giudicare nessuno; il suo modo di soffermarsi su ogni singolo dettaglio che all'apparenza potrebbe sembrare inutile, ma che in realtà serve a caratterizzare al meglio ogni personaggio; e quella sensazione di essere davvero lì, in mezzo a loro, che riesce a trasmettere con la sua scrittura.

Prima della saga dei Cazalet, però, Fazi editore aveva già pubblicato un libro di questa autrice inglese: Il lungo sguardo. Uscito nel 2014, e sempre tradotto da Manuela Francescon come tutti i volumi successivi, questo romanzo è uno dei primi scritti da Elizabeth Jane Howard, nel 1956 (in realtà in Italia era già stato pubblicato una volta, da Rizzoli, nel 1957, l’anno successivo all'uscita in lingua originale, ma è con la riscoperta di Fazi che ha iniziato a essere più conosciuto).

Il lungo sguardo è un romanzo al contrario. Un romanzo che parte dalla fine, dalla cena che Antonia e Conrad Fleming stanno tenendo per festeggiare il fidanzamento del figlio Julian. Siamo nel 1950 e la famiglia è molto benestante. Eppure, dalle parole di Antonia, dal suo comportamento e dal suo modo di approcciarsi agli altri, si capisce che qualcosa nella sua vita non è andata come avrebbe voluto. Soprattutto con il marito Conrad, con cui è sposata da vent’anni: non si capisce se i due si amino adesso, né se lo abbiano mai fatto in passato. Da quella cena, si fanno poi tre passi indietro nel tempo, per ripercorrere a ritroso tutto il loro rapporto, fatto a volte di tradimenti, di scenate plateali ma anche di lunghi silenzi, che nessuno dei due sapeva come riempire, fino al momento in cui tutto è cominciato.

Nei minuti che seguirono questo breve scambio, lei ebbe modo di scoprire che le parole rompono solo la superficie esterna nel silenzio, e che i silenzi difficili sono in realtà densi di parole non dette.

Il lungo sguardo è un romanzo intenso e profondo, che racconta la vita di una coppia e tutti gli stati d’animo che possono attraversare un marito e una moglie quando stanno insieme a lungo. Ci sono l’amore e l’odio; il senso di protezione e quello di esasperazione; l’indifferenza e il desiderio; la voglia che tutto finisca ma anche la consapevolezza di non poter farcela da soli; l’incanto e il disincanto, quando si immagina che la propria vita andrà in un certo modo e invece la piega che prende è completamente diversa. E, soprattutto, i silenzi.

Tutto questo è racchiuso nel personaggio di Antonia, una donna fragile e forte al tempo stesso, che nella prima parte del romanzo getta uno sguardo su quello che ha avuto, su quella che è stata la sua vita fino a quel momento.
All’apparenza una trama come quella di questo romanzo potrebbe sembrare banale. Sono tanti, infatti, i libri che parlano di matrimoni infelici, di coppie che si amano odiandosi o si odiano amandosi, fino al momento in cui si fa un bilancio e ci si rende conto che niente è andato come ci si sarebbe aspettato. 

A volte le sembrava di odiarlo: a volte le sembrava di amarlo tanto da poter avvizzire e morire sotto la sferza silenziosa della sua indifferenza. Si aggrappava sempre a lui o a se stessa, non ce la faceva ad affrontare la somma dei rispettivi sentimenti.

La bravura di Elizabeth Jane Howard, però, oltre che nella scrittura, si vede nella scelta di partire dalla fine, di far sapere subito al lettore che cosa è successo, che cosa ne è stato di Mr. e Mrs. Fleming, per poi concentrarsi sul come e il perché la coppia sia arrivata a quel punto, creando così un romanzo che si potrebbe leggere anche partendo dalla fine e che, soprattutto, non lascia aperto nessuno spiraglio su che cosa succederà.

A questa originalità di scrittura, si aggiunge anche che il romanzo è uscito per la prima volta nel 1950, epoca in cui trattare apertamente certi argomenti, soprattutto in certi ambienti sociali, era considerato disdicevole. I panni sporchi si lavano in casa e le apparenze vengono prima di tutto.
Ma Elizabeth Jane Howard lo fa ugualmente, riversando su Antonia tutta l'infelicità e la solitudine che una donna può provare quando si ritrova a vivere una vita senza amore.

Il lungo sguardo è davvero un gran romanzo. Sì, forse addirittura più bello della splendida saga dei Cazalet.


Titolo: Il lungo sguardo
Autore: Elizabeth Jane Howard
Traduttore: Manuela Francescon
Pagine: 511
Anno di pubblicazione: 2014
Editore: Fazi
Prezzo di copertina: 17,50 €
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formato brossura: Il lungo sguardo
formato ebook:Il lungo sguardo

6 commenti:

  1. Condivido ogni parola. E mi aggrego nel tempo dell'attesa dell'ultimo volume dei Cazalet. (È in programma una rilettura di Allontanarsi, che finalmente ho cartaceo grazie alla promo Ibs.) :)

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    1. Questo romanzo mi ha davvero stupita, anche perché avevo sentito pareri contrastanti: c'è chi mi ha detto che non è riuscito a leggerlo e chi invece che è bellissimo (tra cui un ragazzo di Fazi, al Bookpride, che mi ha solo detto un "vedrai che splendore").

      Per i Cazalet, io aspetto escano tutti e cinque in cofanetto (non so se lo faranno, ma spero proprio di sì!) per prenderli in italiano, e intanto me li leggo in inglese. Che tristezza, però, quando finiranno :(

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    2. Già, e spesso i pareri negativi erano di chi aveva già letto e apprezzato i Cazalet; in parte li capisco - forse, se avessi letto prima questo, i Cazalet non li avrei letti -, ma conoscendo già un po' lo stile Howardiano ne sono stata decisamente affascinata. Oserei dire che è persino più autobiografico dei Cazalet.
      Se pubblichino l'intera saga in cofanetto non lo so, però ho la certezza che la Fazi pubblicherà tutte le altre opere della Howard e mi rende un sacco felice :) (E, nel frattempo, mi auguro facciano una buona serie TV) :)

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    3. Che bella notizia che mi dai! Mi stavo giusto chiedendo se la Fazi pubblicherà altre sue opere. Sono davvero contenta! :)

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  2. Se i Cazalet mi tentano e non mi tentano (mi sai, forse: sono incostante, mi annoio subito, leggo i libroni solo d'estate quando il blog sonnecchia), per questa Howard qui non ho scuse. Mi dispiace non averlo presto con la promozione di Ibs, ma comunque di quei libri lì credo che non potrò lamentarmi. ;)

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    1. I Cazalet sono libroni, è vero, e anche io ho spesso difficoltà con i libri spessi (li leggo eh, ma devo essere ispirata)... però questi romanzi devo dire non mi sono mai pesati. Anzi, spesso sono arrivata alla fine e ho pensato "nooo, ne voglio ancora!". Però capisco anche il tuo punto di vista e nel malaugurato caso in cui effettivamente non ti piacciano, anche solo terminarne uno deve essere una tortura.
      Per questo, invece, no, non hai proprio scuse :)

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