Divagare, distrarsi, divertirsi. Deconcentrarsi.
E come si fa? Si può dimenticare una preoccupazione, un contrattempo, un guaio. Ma dimenticare un'assenza, non percepire il vuoto che ti cammina accanto, non ascoltare il silenzio dove fino a poco tempo fa c'erano parole, una risata, un sospiro.
E come si fa.
Però aveva deciso di provarci.
Adriano è un anziano signore che ha da poco perso l’adorata moglie Giulietta e ora passa le sue giornate chiuso nel suo studio. Esce solo per andare alle Molinette ogni tanto, perché nei corridoi labirintici dell’ospedale torinese ogni tanto riesce ancora a vederla. Anche lei vede lui, però non gli parla mai, intenta com'è a cercare qualcosa che sembra aver perso.
Gemma di anni ne ha ventinove, lavora in una libreria e ha un rapporto di amore – sopportazione con la madre: non le ha mai perdonato il non aver protestato quando il padre ha deciso di lasciarle e anche adesso, che sono passati molti anni, fatica a comprendere quella sua leggerezza, quella sua svariatezza nell'affrontare la vita. Oltre a lavorare in libreria, nel fine settimana Gemma fa la volontaria in un call center per anziani, va a correre al parco e intanto sogna di trovare l’amore.
Fausto l’amore invece ce l’ha: è Susanna ed è perfetta e bellissima. Forse troppo perfetta e troppo bellissima, e tutta una serie di altri troppo, per lui che di mestiere fa il grafico e sta ancora cercando di trovare la sua vera strada nel mondo. L’unica strada che per ora riconosce è quella che lo porta al parco insieme ad Archibald, un bracco giocherellone e, vista la sua mole, goffo.
E poi c’è Olga, che da giovane faceva l’infermiera e ha avuto per anni un grande amore proibito. Ora è anziana, vive con il gatto René e il sabato mattina telefona al call center per anziani, ma così, giusto per fare due chiacchiere, perché lei vecchia non si sente minimamente.
Sono loro quattro i personaggi principali che popolano le pagine di La perfezione non è di questo mondo, romanzo d’esordio di Daniela Mattalia, uscito pochi giorni fa per Feltrinelli editore.
Quattro personaggi all'apparenza senza nulla in comune, se non l’abitare nella stessa città e frequentare lo stesso parco e lo stesso ospedale, le cui vite improvvisamente si intrecciano, grazie anche alle manovre di un solerte tassista. Il legame tra i quattro all'inizio è molto fragile, un semplice sfiorarsi: al telefono, in libreria, in ospedale, al parco (anche se forse essere travolti dall'irruenza di un bracco non si può definire un semplice sfioramento). Man mano però diventa sempre più forte e ognuno scoprirà di poter fare, a volte senza nemmeno rendersene conto, qualcosa di grande e di bello per l’altro.
Ognuno di essi si ritrova a fare i conti con una parte di sé: la perdita e il lasciar andare una persona amata; oppure prendere finalmente in mano la propria vita e decidere cosa fare del proprio futuro; oppure mettere una pietra sopra ai propri rancori; oppure, perché no, innamorarsi ancora una volta, di quell'amore che fa letteralmente esplodere il cuore.
Ricordò il primo bacio che aveva dato a Giulietta, ben poco romantico a dir la verità. Se non smetti di fumare, aveva detto lei serissima, te lo scordi che mi baci ancora. Lui aveva smesso un minuto dopo, il giorno seguente si era lavato i denti ogni due ore, la sera non osava starle vicino per paura di puzzare di fumo. Alla fine lo aveva baciato lei, spazientita.
Era primavera anche allora? Non se lo ricordava più. Ma eravamo belli, Giulietta, quando loro due.
È un libro leggero, questo di Daniela Mattalia, che però riesce a trattare in modo intelligente e mai stucchevole anche temi molto profondi. Quello della perdita, soprattutto, e di come fare a continuare a vivere quando la persona che per tanti anni è stata accanto a noi ora non c’è più. Ma anche il tema della ricerca di se stessi. E poi, be’, dell’amicizia e dell’amore, che possono nascere nei modi più strampalati possibile e, perché no, con persone che forse nemmeno esistono.
Ho amato molto tutta l’atmosfera che pervade le pagine del libro, fin dalla prima pagina: un’atmosfera allegra a volte, malinconica altre, ma sempre, in qualche modo “buona”; così come mi è piaciuta questa idea di “imperfezione” a suo modo perfetta, di lasciarsi guidare un po’ dal fato e un po’ da stessi e scoprire che le cose, anche così, vanno proprio come vogliamo che vadano, anche se fino a un attimo prima nemmeno sapevamo di volerlo.
Si ride e si sorride molto, leggendo La perfezione non è di questo mondo, e qua e là si versa anche qualche lacrimuccia. Ma non c’è tempo per piangere troppo, per disperarsi: almeno non per chi non c’è più, perché in un modo o nell'altro sarà sempre con voi.
E no, direi che non è il caso di disperarsi nemmeno per Archibald, che è appena saltato sul letto: non vedete quanto è felice?
TITOLO: La perfezione non è di questo mondo
AUTORE: Daniela Mattalia
PAGINE: 168
EDITORE: Feltrinelli
ANNO: 2017
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formato cartaceo: La perfezione non è di questo mondo
formato ebook: La perfezione non è di questo mondo
Ecco. Questo ha una copertina bella, che mi ispirava molto, ma meno la trama. Metto è lista, ché è breve e simpatico e in vacanza (fingiamo che vada in vacanza) potrebbe starci. :)
RispondiEliminaLa copertina invece a me inquieta un pochino, in realtà :P
EliminaÈ un libro da estate, sì, per quando si cerca qualcosa di spensierato ma al tempo stesso intelligente :)
Mi hai convinta! È proprio il tipo di storia che amo. Grazie.
RispondiEliminaAttendo il tuo parere allora! :)
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