Sul numero 3124 di Topolino, quello della settimana scorsa per intenderci, c’è un articolo dedicato al Quidditch per babbani. Cinque Toporeporter (da bambina ho sempre sognato di fare la Toporeporter) hanno partecipato agli allenamenti dei "Meneghins", la squadra milanese di Quidditch.
Non credo serva che vi spieghi che cos’è il Quidditch, il gioco ufficiale del mondo dei maghi inventato da J.K. Rowling. Lì si gioca su scope volanti, con pluffe, bolidi e boccini altrettanto magici.
Avevo già sentito parlare di una versione babbana, nata negli USA nel 2005, ma non mi ero mai informata bene su come potesse funzionare.
Ho poi pubblicato su Facebook la foto del Topolino e tra i fan della pagina ce n’è uno, Saverio, che mi ha detto che non solo lui gioca al Quidditch, ma anche che sabato 10 e domenica 11 a Torino ci sarebbe stato una sorta di torneo dimostrativo in un parco.
Ma tu guarda, proprio il sabato in cui il lettore rampante e io avevamo già intenzione di andare a Torino per Portici di carta. Vuoi mica non fare una piccola deviazione?
Siamo arrivati in piazza d’Armi, un bellissimo parco torinese vicino allo stadio Olimpico, nel primo pomeriggio con l’intenzione di dare un’occhiata, magari vedere un pezzo di partita, una mezz’oretta e poi via in centro, giusto per farci un’idea di come potesse funzionare la versione babbana di un gioco magico con addosso tutto lo scetticismo possibile.
Piazza d'Armi e lo stadio Olimpico |
Ma com’è il Quidditch per babbani? Diciamolo subito: i giocatori non hanno scope volanti. E sì, questo sicuramente toglie un po’ del fascino originale, però, ecco, il divertimento c’è comunque.
Le regole sono abbastanza semplici: ci sono sette giocatori per squadra, che non possono essere più di quattro maschi o di quattro femmine (ma, come ci ha spiegato Saverio, in realtà non è una questione di sesso anagrafico ma di come uno si sente. Una cosa che detta così può sembrare strana, ma che se ci si pensa bene è molto bella), divisi nei ruoli tradizionali del Quidditch. Tre cacciatori, identificati con una fascetta bianca legata in fronte; due battitori, con una fascetta nera; un portiere, con fascetta verde e un cercatore con fascetta gialla.
Il campo da Quidditch |
In più c’è un giocatore neutrale, che fa da boccino umano: chi gioca in questo ruolo infatti ha un calzino legato in vita che contiene una pallina da tennis, il boccino d’oro. Questo giocatore entra in campo dopo 18 minuti dall’inizio della partita e, insieme a lui, entrano anche i cercatori delle due squadre. Il loro compito è quello di riuscire a prendere calzino e pallina.
Intanto, gli altri giocatori cercano di far entrare la pluffa (che è una palla da pallavolo) nei tre anelli o di impedire alla squadra avversaria di segnare bombardandoli con i bolidi (che sono tre palloni da dodgeball).
Ogni pluffa andata a segno vale 10 punti, mentre il boccino ne vale 30. La partita finisce quando il boccino viene preso.
Sì, ma le scope, vi starete chiedendo voi? Le scope sono dei semplici bastoni che ogni giocatore deve avere in mezzo alle gambe. Se la scopa cade, il giocatore deve correre a toccare la propria porta prima di poter ricominciare a giocare. E idem se si viene colpiti da un bolide.
In linea di massima le regole sono queste. Sembra un po’ macchinoso, ma in realtà, una volta iniziata la partita il tutto diventa più chiaro. E anche se non lo diventasse, ci si diverte talmente tanto a vederlo, che quasi non importa se non si capisce niente (avevo provato una sensazione simile quando ero andata a vedere l’hockey… non avevo capito niente, ma mi ero divertita un sacco).
Davvero, da spettatrice scettica (scettica perché io, come molti della mia generazione, sono cresciuta a pane, salame ed Harry Potter), non me lo aspettavo così appassionante. Vedi questi ragazzi (ieri giocavano in squadre miste, con giocatori provenienti da diverse squadre nazionali più una francese, di Lione) che corrono su queste scope, vedi bolidi volare da un giocatore all’altro, pluffe tolte dagli anelli all’ultimo secondo e alla fine non puoi che tifare un po’ per tutti.
I tre anelli e la pluffa in volo |
Il boccino d'oro |
Ho scoperto poi che esistono anche un campionato mondiale, un campionato europeo e, ovviamente, un campionato italiano, in cui giocano una decina di squadre. In Italia, non è ancora una sport riconosciuto a livello agonistico, ma ha una sua federazione e piano piano sempre più adepti (per maggiori informazioni c’è un sito apposito: www.italiaquidditch.com).
Una delle cose più belle del nostro pomeriggio è stata vedere le persone avvicinarsi al campo, accessibile a tutti perché in mezzo a un parco, e fermarsi a guardare le squadre giocare. C’erano bambini che spiegavano ad altri bambini cosa fosse quel bizzarro gioco e genitori che, per non fare brutte figure con i figli, cercavano su wikipedia cosa fosse il Quidditch promettendo poi di recuperare i libri e i film.
L’unico problema adesso è che il lettore rampante vuole la maglia del Torino Quidditch.
Ma che meraviglia :D conoscevo la versione babbana del gioco grazie al film Gli Stagisti, non sapevo fosse sbarcato anche in Italia! Voglio vederlo dal vivo!!
RispondiEliminaSì in Italia c'è già da qualche anno e ci sono diverse squadre! Se ti capita vai, perché è davvero buffo da vedere! :)
EliminaGrazie per questo articolo! ^^ Io gioco nella squadra di Biella, ma alle volte anche io scendo a Torino! E... sì, abbiamo anche il Torneo Nazionale! ;)
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