mercoledì 13 marzo 2013

Di prezzi dei libri, di lettori pigri e di standardizzazione della cultura.

Ho questo post che mi frulla in testa da qualche giorno, indecisa se parlarne o meno. Perché questo argomento è già stato affrontato più e più volte da persone sicuramente più competenti di me. Sto parlando della nuova collana di Newton Compton, la Live, che vende una selezione di titoli 0,99 euro. Ne ha parlato il grande Marino nel suo Cronache dalla Libreria, ne ha parlato il blog Dusty Page in Wonderland, ne ha parlato la mitica Leggivendola e anche Finzioni Magazine e sicuramente tanti, tantissimi altri, in termini ovviamente diversi (anche su twitter, la casa editrice Einaudi ha lanciato la discussione #menodizero)
E' stato il dibattito nato sotto al post de La Leggivendola, forse finito un tantino fuori tema, che mi ha fatto decidere di scrivere comunque e di dire la mia. Quindi, se siete stufi di sentire parlare di questo argomento, fermatevi qui.

Quello dei libri a 0.99 euro è in realtà solo il punto di partenza, che mi ha portato ad altre riflessioni sulle politiche della Newton Compton ma anche delle altre case editrici e del loro modo di contrastare (o non farlo, forse) questa iniziativa.
E in realtà forse i libri a meno di un euro sono quelli che mi disturbano meno... io stessa ho in casa dei vecchissimi millelire e duemilalire ormai ingialliti e sfaldati, e a quei tempi comprarli non mi aveva causato alcun problema. Certo, ero molto più piccola e molto meno interessata al fantastico mondo dell'editoria e di tutto quello che c'è dietro al "prodotto libro", di quanto non lo sia ora. 
Questa collana comprende libri considerati classici, più due novità. Libri quindi probabilmente fuori diritti, probabilmente già tradotti e rivisti, che quindi non richiedono un grosso intervento di editing. Certo, spero che una ricontrollata gli sia comunque stata data (le traduzioni invecchiano), ma in ogni caso questi costi sono in qualche modo abbattuti. Ci sono poi i costi di impaginazione, quelli di stampa, etc... etc.. Costi che a me personalmente sembra incredibile che riescano a rientrare in quei 0,99 euro a cui questi libri vengono venduti.  La casa editrice confida sicuramente sulla vendita massiva, così come sulla pubblicità riportata all'interno delle copertine che rimanda ad altri loro libri. Una pratica sicuramente non innovativa, già vista magari in altre forme (segnalibri ad esempio), che però, a me personalmente, un tantino disturba.

In ogni caso, comprendo perfettamente la logica della casa editrice: io vendo i libri a basso costo e, visti i tempi di crisi, tutti li acquistano. Una logica che non fa una piega e che già da diverso tempo si è dimostrata valida, riportando i romanzi Newton tra le vette delle classifiche, grazie alla loro idea dei "rilegati tascabili", venduti a 9,90€ prima e a 5,90€ poi. Libri che hanno letteralmente invaso librerie e supermercati, con i loro titoli e le loro copertine tutte uguali e con le loro trame che non richiedono alcuno sforzo mentale per la lettura, spesso mal tradotti o ricchi di refusi. Però, ragazzi, costano poco! E rendono finalmente la cultura accessibile a tutti!

Ecco. E' proprio quest'ultima la frase che mi irrita di più. Perché la cultura, almeno quella letteraria, è già accessibile a tutti. Ci sono le biblioteche, ad esempio. Ci sono i classici fuori diritti che puoi trovare online gratis. Ci sono gli amici con cui fare prestiti e scambi. Ci sono gli sconti e le edizioni economiche di tutte le altre case editrici. Non se li è certo inventati la Newton i libri economici, no? Prima che creassero questi libri a 9,90, forse non era possibile acquistare libri a meno di 10 euro? I tascabili Feltrinelli? I TEA? Gli Oscar Mondadori o gli ET Einaudi? Prima non c'erano? C'erano eccome. L'unica differenza è che non sono rilegati,  non hanno copertine troppo sgargianti e, soprattutto, non ti vengono messi davanti al naso ovunque tu vada. Quindi, la cultura era accessibile a tutti anche prima che arrivassero le edizioni Newton. O meglio, a tutti quelli che volessero raggiungerla. L'unica cosa è che a volte, per essere raggiunta richiede solo un minimo di sforzo e di ricerca in più.

La differenza quindi la fa il lettore (e qui parte un'altra nota dolente). E' il lettore che decide cosa leggere. E' il lettore che decide cosa vuole della lettura e se e quanto lasciarsi influenzare da prezzo/copertina/pubblicità fuorvianti e massive/recensioni solo positive, etc etc...  Se ti lasci influenzare da queste cose, è assolutamente una tua libera scelta. Hai il diritto di leggere quello che vuoi, per le motivazioni che vuoi e di giudicarlo un capolavoro se a te è piaciuto. Così come io ho il diritto di non farlo e non per questo devo essere additata come snob.Mi è stato detto che in questo modo divido i lettori in lettori di serie A, B e C. Mi è stato detto che se si legge un Harmony o un romanzo da premio Nobel si compie comunque lo stesso atto, si è sempre e comunque lettori e che bisogna finirla con questa visione sacra della lettura, perché non fa altro che allontanare i lettori. Beh, io a fare una cosa del genere non ce la faccio. Certo, si fa sicuramente lo stesso gesto, e all'atto pratico è un lettore sia chi leggere gli pseudoporno sia chi legge Philip Roth. Ma per me una differenza c'è eccome. Si è sempre lettori, certo. Ma sono i libri e il valore che hanno ad essere diversi. E questa diversità deve conservarsi, deve rimanere.
E' per questo che ce l'ho tanto con i libri della Newton a 9,90€ con amore, zucchero, zenzero o vampiri in copertina. E' per questo che ce l'ho tanto con i titoli composti tutti uguali e i visi di donna che ti guardano e ti ammiccano. Perché bisogna omologare, standardizzare anche una cosa così bella e variegata come lo è la lettura?

Un'ultima cosa, poi la smetto. Mi riferisco al prezzo dei libri nuovi. Che è effettivamente esagerato e un tantino ingiustificato. Una novità delle case editrici più grandi al momento dell'uscita costa intorno ai 18 euro. Paghi la copertina, a volte il nome dell'autore anche. Poi magari lo apri e lo trovi scritto in carattere venti con interlinea 3,5, cinque centimetri di margine per lato e carta pesante. Ecco, anche quello nuoce sicuramente alla cultura e alla sua diffusione... possibile che le case editrici non se ne siano ancora accorte? Questo e la produzione massiva di novità, per la maggior parte delle volte inutili, destinate a rimanere in libreria uno o due mesi quando va bene.
Ho chiesto ai miei lettori preferiti sulla pagina facebook del blog quanto sono disposti a spendere per un libro. Perché secondo me la domanda chiave sta proprio lì. La risposta principale è stata, ovviamente, dipende. Dipende da che libro è (narrativa, manuali... "i libri di Vespa nemmeno regalati li voglio"), da quanto ci ispirava o da quanto lo stavamo aspettando. In media comunque si sta su non più di quindici euro.
Poi ovvio, un libro meno riusciamo a pagarlo più soddisfazione ci da' (o meno idioti ci fa sentire se si è rivelato una cavolata). Però in linea di massima la cifra è quella.
Mi direte mica che ci sono solo i libri della Newton a meno di quindici euro?

Ok, ho finito. O meglio, ci sarebbero ancora un paio di punti da toccare (tipo, come la mettiamo con le case editrici che, anche volendo, non possono permettersi queste politiche di prezzo stracciato né i posti in prima fila in libreria? Ne sto scoprendo parecchie di piccole e medie con un catalogo meritevole che ovviamente per rientrare nei costi, prezzi inferiori ai 10 euro non possono sempre farli), ma preferisco fermarmi qui.
Non so se letto d'insieme questo post abbia una sua logica... sono solo un po' di riflessioni e di tarli che mi ronzavano in testa da un po' e che avevo assolutamente bisogno di togliermi.

27 commenti:

  1. Premetto che non conosco le iniziative di Newton Compton e che non è una casa editrice che seguo molto. Parto dalla considerazione sulla reperibilità dei classici che, spesso, come fai notare, si trovano online del tutto gratuitamente. Sono volumi che il più delle volte si presentano da soli, si cercano perchè se ne conosce l'"aura". Personalmente, quando ne acquisto uno, voglio essere certa di avere una buona prefazione, una bibliografia e un apparato di note (quando sarvano), cerco le edizioni curate da questo punto di vista: spesso non sono quelle a bassissimo costo, ma sono contenute sotto i 10 euro (penso, per esempio, agli Oscar Mondadori, ma anche con gli Einaudi si rimane sotto la soglia accettabile dei 15 euro). Quindi, in effetti, tutto dipende dalle esigenze e dalle aspettative del lettore. Come hai scritto, Elisa, a volte basta cercare: penso, per esempio alle occasioni di acquisto con i giornali, grazie alle quali ho comprato dei Meridiani Mondadori a un quarto del prezzo di libreria o delle agili e accattivanti edizioni BUR! Sono d'accordo con te anche riguardo ai prezzi dei nuovi libri, spropositati rispetto alla effettiva mole di testo, scritto in caratteri grandi e spaziature come fanno gli studenti che vogliono far sembrare il loro tema più corposo! Si tratta, insomma, di un mercato squilibrato (come molti altri settori): prezzi alti per le novità e le belle edizioni da cui molti rifuggono (io stessa preferisco attendere le tascabili), ma poi fa sensazione il supersconto...

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    1. Le possibilità di avere libri a poco prezzo ci sono eccome... come dici giustamente anche tu anche solo con le riviste, o aspettando gli sconti o semplicemente le edizioni economiche. Insomma, secondo parte del successo di iniziative come quelle della Newton (non tanto gli 0,99 ma gli altri) è dovuto alla pigrizia di certi lettori...

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  2. Athenae: Posso dire soltanto che la soglia dei 15 euro dell'Einaudi non mi pare affatto accettabile, a fronte del fatto che edizioni di simile fattura costano anche 6 euro in meno?
    Verissimo poi che dipende dalle aspettative del lettore. Io sicuramente comprerò Lady Susan della Austen della collana 0.99, visto che è ancora inedito in Italia, ma sarei ben lieta di trovarlo a prezzo ben più alto ma ben fatto. Non che abbia avuto occasione di provare la collana, per ora, però non mi aspetto proprio l'eccellenza, ecco. Com'è giusto che sia, eh xD

    Elisa: Mi sento sommamente utile xD Adesso elaboro una risposta degna di questo nome, che frattanto mi è già venuto in mente un altro tema per un post *w*
    Comunque per la questione dei lettori ABC, Leyla ti ha carinamente risposto eh :)

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    1. Il costo degli Einaudi è solitamente proporzionale alla dimensione del libro, li trovi anche a 9 e 10 euro (non in sconto)

      Sì sì, ho visto... ma dato che qualcuno invece ha rivolto quell'osservazione direttamente a me in altre sedi l'ho comunque mantenuta! :) (ora le rispondo magari, non vorrei pensasse ce l'abbia con lei :P)

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  3. Questo post scatena una miriade di riflessioni ...

    Da due settimane ho iniziato a frequentare un corso professionale per fare la redattrice in una casa editrice. Ti dirò, mi si è aperto un universo. Il mio insegnante è uno di quelli che "ci sta proprio dentro" a questo mondo. Ha una casa editrice tutta sua. Vanta un'esperienza degna di nota. Ogni tanto ci snocciola perle del mondo editoriale che sai solo da chi ci è passato lavorandoci dentro. E noi lo ascoltiamo con reverenza, rispetto, estasiati. Perchè lui è anche un lettore ... di quelli accaniti. Tieni conto che ha distrutto in pochi secondi tutta la stima che avevo per Ken Follett ... senza vergognarsi di dire la sua e con delle motivazioni plausibili. Va bè ... Un giorno, mentre ci spiegava una cosa, ha parlato della Newton, dicendo che è una delle migliori case editrici in fatto di traduzioni di Libri. Se tu compri un classico tradotto da loro, stai sicura che avrai tra le mani qualcosa di qualità ... di migliore rispetto a tutte le altre. Quando gli ho raccontato di questa trovata dei romanzi venduti a questa cifra così irrisoria lui non ne sapeva niente. Io giudico tutto questo una vera e propria operazione di Marketing, ben riuscita, con una concorrenza sleale perchè incentivi a comprare libri loro che costano poco. Però non li condanno ... Hanno fatto centro. Tanto di cappello. E poi, se notiamo i titoli ... sono tutte cose stampate e ristampate da chiunque.

    Alla fine, io non lavorando e disponendo quindi di pochi soldi, li comprerei e gli farei i complimenti per una trovata così geniale.

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    1. Davvero dice che sono fatte bene? Mi sa che ho avuto sfortuna io allora :P Ma effettivamente di Newton ne leggo proprio pochi e quindi può darsi davvero che mi sia andata male.
      Poi il "problema", almeno per me, non è tanto verso questi a 0,99 ma verso tutta la loro politica editoriale, basata sul prezzo per accalappiare lettori.

      Dal loro punto di vista è sicuramente una strategia di marketing efficace, che deve aver portato i suoi frutti. E loro alla fine questo devono fare: vendere. E stanno sicuramente facendo leva sui sentimenti giusti.
      Spiace solo che magari per questa loro politica molti libri più meritevoli (senza cannella, vampiri o visi di donna in copertina) vengano evitati perché magari costano uno o due euro in più o perché non vengono piazzati ovunque

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    2. Se dice che i classici della N.C sono ben tradotti allora io dubito fortemente delle sue competenze!
      Senza voler far polemica, forse pure io son stata sfortunata! ?!!
      D.

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  4. >>Mi è stato detto che se si legge un Harmony o un romanzo da premio Nobel si compie comunque lo stesso atto, si è sempre e comunque lettori e che bisogna finirla con questa visione sacra della lettura, perché non fa altro che allontanare i lettori. Beh, io a fare una cosa del genere non ce la faccio. (...) Ma sono i libri e il valore che hanno ad essere diversi. E questa diversità deve conservarsi, deve rimanere.
    [Beh se ti riferisci a me sarebbe carino farmelo sapere..o forse sei stufa di sentirmi sproloquiare, nel secondo caso non rispondermi pure ^^!]
    Cmq ancora non capisco perché prendersela tanto con quel tipo di libri...il valore dei libri è un'altra cosa, non parlo di quello ma dell'atto della lettura e basta. Ho per caso detto che i libri della NC e simili devono restare nella storia ? No, credo che si debba tenerne conto ai fini della storia culturale di un certo periodo, ma poi nella storia della letteratura non penso avranno peso, come è già successo.
    Io non dico che devono avere la stessa "dignità" intellettuale dico che solo la LETTURA deve avere la stessa dignità.
    >>Perché bisogna omologare, standardizzare anche una cosa così bella e variegata come lo è la lettura?
    Ma la lettura è già variegata. Ognuno legge quello che vuole, io vado matta per certi libri, tu per altri, mia madre per i suoi romanzi rosa etc etc. La NC non sta omologando nulla, sta solo cercando di fare casino, di farsi notare[al massimo sono gli altri a omologarsi, a copiare. Per me questa è una stupidita: dove sta la tua identità di casa editrice?], se davvero fosse come dici tu allora tutti dovremmo aver comprato quei libri...la NC -genio a questo punto-dovrebbe aver già plagiato tutti noi.
    Invece sta plagiando solo i lettori deboli, quelli che son sempre stati "rifiutati" dagli altri editori, quelli che si: amano i brillantini in copertina. Perché prezzo a parte, un libro della NC è più appetibile di un altro...se poi il libro sia bellissimo/bruttissimo sta al lettore deciderlo; credo che invece spetti a chi di dovere [critici non corrotti che studiano seriamente letteratura] stabilire il valore culturale dell'opera.

    Insomma, c'era un segmento del mercato libero e la Nc se l'è preso, per me ha fatto bene; che questi libri non resteranno nella storia della lett. è indubbio, ma perché non pubblicali ugualmente ? Avrebbe dovuto lasciare quei lettori (che dubito leggano Bompiani o Adelphi ad esempio) a spasso?
    Abbasseranno il mercato culturale ?
    Più basso di così...ma a questo punto spetta alle altre darsi da fare. Se un classico travestito con brillantini funziona..perché non provare ? Già lo fece la BUR all'epoca rivestendo i classici di quel tetro grigio...e funzionò! Inutile dire "non vale" o "non è giusto". Quei lettori [perché spesso non sono forti lettori chi abbocca alle campagne varie] non te li riprendi a suon di lamenti.

    >>Ok, ho finito. O meglio, ci sarebbero ancora un paio di punti da toccare (tipo, come la mettiamo con le case editrici che, anche volendo, non possono permettersi queste politiche di prezzo stracciato né i posti in prima fila in libreria?

    Beh come hanno sempre fatto, puntano sulla qualità. Non è un caso per me che la minimum fax e le marcosymarcos stiano emergendo sempre di più. Ci hanno messo anni e fatica, molta fatica però ce la stanno facendo: hanno un segmento di pubblico.
    Io sinceramente compro dalle piccole, il prezzo è tra i 10-15€: se un libro dalla copertina, dalla quarta, dalla fattura m'intriga lo compro. Se tu editore grosso allo stesso prezzo mi proponi il solito libro dell'ennesimo pg famoso, con la solita fascetta "miracolata", con pagine che si staccano dopo poco (una a caso : Mondadori)...non compro.

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    1. PS il mio tono può sembrare aggressivo ma non ce l'ho con te, sono così di natura, rispetto cmq le tue idee.
      [ Ogni tanto faccio promozione alla lettura, a tutti, per allargare quella base, la voglia di leggere è tantissima, credimi. Però c'è sempre difficoltà ad avvicinarsi al mondo del libro, per svariati motivi. ]

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    2. Oddio scusami... è che avendo citato il post della leggivendola credevo si capisse anche a quali commenti mi riferivo (effettivamente, se uno non ha voglia di leggersi post e commenti lunghissimi, non capirebbe :P). Quindi scusami, è stata una svista del tutto involontaria!

      sul discorso della dignità della lettura non mi sembra mai di averla messa in dubbio! Ognuno è libero di leggere quello che vuole e non ha nessun motivo di vergognarsene! Né sto dicendo che la Newton non debba pubblicare quei libri anche se non sono destinati a diventare dei capolavori. Ci mancherebbe altro! (sai quante case editrici fallirebbero, mica solo la newton:P)

      Sul fatto che le case editrici non debbano lamentarsi e basta sono d'accordo... e infatti ora sono diverse quelle che hanno fatto i libri a 9.90, rilegati e con copertine sbarluccicose (alcuni Garzanti sono così, Mondadori anche)... però posso anche capire che a meno di 9.90 non possano scendere.

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    3. >>e infatti ora sono diverse quelle che hanno fatto i libri a 9.90, rilegati e con copertine sbarluccicose
      vedi è questo che mi dà la nausea. La NC fa quello che può per arraffare il mercato, le altre si lamentano ma intanto fanno la stessa cosa, copiano: bella la vita eh.
      Einaudi non copia proprio, però ugualmente a me non andrà mai giù Melissa P. in "Stile libero" .

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    4. Si adeguano credo... abbassano i prezzi e cercano di andare in concorrenza con Newton. E mi irritano esattamente allo stesso modo!

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    5. Non ho resistito e ho dovuto scriverne anch'io.
      Ti ho citata diverse volte :)

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    6. LEtto e condiviso sulla pagina Facebook del blog. Ora penso anche a un commento intelligente :P

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    7. Beh ma penso che basti quello che hai GIA' detto, mi hai dato molti spunti di riflessione !

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  5. Cara Elisa,
    mi trovo d'accordo su molte cose che dici, ma vorrei aggiungere alcune cose. A mio avviso l'iniziativa della newton può essere interessante a patto che i libri della collana siano esclusivamente classici e tassativamente distribuiti fuori dalle librerie (edicole, tabacchi, bar, macchinette automatiche ecc.) Questo perché in Italia siamo una massa di capre ignoranti e spesso confondiamo la letteratura con l'intrattenimento. Mentre dagli scaffali spariscono testi di critica letteraria fondamentali (e non vengono nemmeno ristampati) e classici ormai demodé (ad esempio il Tristram Shandy, tanto per fare un nome), le nostre librerie sono invase da paccottiglia: i newton dalle copertine uguali a cui tu fai riferimento, i terribili best-sellers italiani che piacciono tanto ai ggggiovani (i libri di paolo Giordano e D'avenia), le mode del momento (vampiri, pseudo-porno,ecc.). In questo panorama culturale terribile, penso che si dovrebbe seguire il suggerimento del grande Remo Ceserani: educare alla lettura. Ben vengano quindi i classici a 1 euro, seppur con una vecchia traduzione, senza introduzione e con la copertina brutta... e speriamo che diventino di moda! Magari qualcuno si accorgerà che "L'uomo che guarda" di Moravia è decisamente meglio delle 50 sfumature e il dottor Zivago è più interessante di Moccia. Altrimenti cosa ci resta da sperare? Forse che il mondo distopico di fahrenheit 451 diventi realtà? Almeno non saremmo costretti a vedere scaffali pieni di libri orribili. :)
    Mi firmo con il mio nome facebookiano così capisci chi sono.
    Gimmi Savonarola.

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    1. Se fossero solo classici sarei anche d'accordo... anche perché le traduzioni dei classici sono sempre un po' "antiquate". Però tra quei libri ce ne sono un paio nuovi, pubblicati e venduti così.
      Concordo anche sul fatto che probabilmente se non li vendessero anche nelle librerie non mi darebbe così tanto fastidio. Anche se probabilmente ora come ora un libraio senza i best seller e i romanzi economici non riuscirebbe a campare molto (sigh.)

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  6. Come DEVE esser un buon libro per me:
    Tradotto bene, integralmente, senza refusi , senza errori di italiano , la traduzione oltre che corretta deve "dare" , far sentire lo stile particolare dell'autore, deve trovarsi in un "involucro" altrettanto valido e cioè esser rilegato con filo a rete ( tipo Marcos y Marcos) in buona carta, realizzato con buona stampa ...
    Queste sono per me le caratteristiche di un buon libro, non importa poi l'argomento o l'autore , che quello concerne i gusti personali , se un libro ha le caratteristiche sopra citate sia che sia un romance sia che sia un classico mondiale della letteratura, il lettore ad esercitare l'attività di lettore sempre ci guadagna , es. se un romance è tradotto in buon italiano si può comunque affinare la proprietà di linguaggio anche se non ci dà null'altro in termini intellettuali... e si può avere nella libreria di casa un bel libro...
    Se un libro manca di una delle due caratteristiche per me importanti ( buona traduzione, buona confezione) che costi 20 euro o 1 euro è comunque una spesa da poco, una spesa da pochissimo ed errata se è la traduzione quella che ha delle manchevolezze, ed in caso della N.C. la traduzione ha sempre degli abissi di manchevolezze ( anche nei classici) e quindi quei 0.99 centesimi ( o i 9.90 ecc)sono buttati via ed in più se leggi un italiano errato prima o poi non riconosci più il modo giusto di parlare , di esprimerti ... o non lo impari mai nel caso di adolescenti che proprio anche con la lettura affinano e costituiscono il loro linguaggio ...
    Le case editrici medio /piccole riescono a darci buoni libri ( con le due caratteristiche per me fondamentali) da 15 a 25 euro ( vedi Marcos Y Marcos, Jo March, Minimum fax, Tre editori, SE ed. ecc) ed io sono felicissima di pagare queste cifre e non me ne lamento assolutamente, mentre invece mi lamento di tutti gli altri prezzi di altri editori siano più alti o più bassi applicati a libri che hanno manchevolezze di un genere o dell'altro es. odio gli Einaudi ( che poi povera Einaudi , lei non esiste più ormai è solo un marchio civetta, chiamiamola col suo vero nome cioè Mondadori che ha comprato la vecchia cara Einaudi ormai da qualche anno) Stile libero Super coralli ecc... che ti fanno pagare 18/20 euro e sono incollati ! E odio gli Adelphi altrettanto costosi ma incollati , oramai credo che si salvi solo la Piccola Biblioteca e la Collana Fabula ... ben tradotte e ben rilegate....
    Ma odio pure e molto di più la N.C o la Fanucci o altri es. certe collane Mondadori... che ti fanno pagare sui 10 euro o meno traduzioni da traduttore automatico , che scempio!!!!

    In conclusione si ad un prezzo giusto per un buon prodotto senza lamentarmi assolutamente, no a tutto il resto sia che il prezzo sia alto sia che sia basso...
    P.S. se uno vuol leggere quest'hobby/ attività è la più democratica del mondo e la meno costosa ...vedi biblioteche, prestiti di amici familiari/ e-book gratis ( piratati o meno :-) ..) quindi che si lamenta dei prezzi e spinge verso una politica del ribasso comunque , non lo capisco e non lo appoggio!
    Dalia




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    1. concordo pienamente su tutto!
      (anche se gli Adelphi non li trovo fatti così male... hanno solo una politica traduttiva un po' particolare).

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    2. Le traduzioni Adelphi sono valide ( secondo me), mi riferivo al fatto che stanno cominciando ad incollare le varie collane mantenendo gli stessi prezzi dei volumi rilegati col filo, lo stesso vale per le prime edizioni Feltrinelli, Garzanti ecc....
      Almeno le prime uscite potrebbero curarle, io le comprerei volentieri invece così me le leggo in biblioteca e basta...
      Dalia

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    3. Dalia, hai dato voce ai miei pensieri. Concordo assolutamente su tutto quello che hai scritto.
      Vorrei aggiungere che la qualità materiale del libro (stampa, carta, rilegatura) è in caduta libera ormai da diversi anni. Da questo punto di vista, le due più grandi casi editrici - Mondadori e Rizzoli - sono anche le più scadenti. La Einaudi merita un discorso a parte. Ci sono collane costose - come quelle indicate da Dalia - davvero indecenti. I "Supercoralli" sono costosi, ma il fatto misterioso è che a volte hanno le pagine cucite come si deve, altre volte sono solo hardback con le pagine incollate. In ogni caso, costano un occhio della testa: ultimamente i prezzi sono aumentati parecchio (18 euro per un libro di 200 pagine, o anche meno). Poi c'è la collana "Letture", libri con copertina morbida e pagine cucite. Ma anche in questo caso, stesso discorso: a volte sono piene di refusi e sbavature - mi è capitata questa cosa con un libro meraviglioso: Sopra eroi e tombe, di Ernesto Sabato. Che peccato. E che bastardi! (è uscito nel 2009 al prezzo di 26 euro).
      Per chi non lo sapesse, i libri di venti, trenta e oltre anni fa avevano una qualità decisamente superiore. Anche i tascabili (Gli Struzzi, Einaudi - per esempio) erano rilegati. Ho diversi libri degli anni '60 e '70 (Einaudi, Feltrinelli - collana Narratori...) che resistono splendidamente al passare degli anni.
      Ha ragione Dalia: meglio spendere di più e bene.

      Nicola

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    4. Probabilmente Einaudi a volte si trova rilegata a volte incollata, a volte con buone traduzioni ( quelle vecchie in genere) a volte con traduzioni scadenti o con tanti refusi perché ancora non si è "Mondadorizzata" del tutto !
      Per un pò hanno lasciato lavorare in pace la vecchia dirigenza e poi ci sono le vecchie stampe ancora da smaltire del tutto....
      I vecchi Struzzi Einaudi rilegati sono stupendi ancora nel 2000 si trovavano ora probabilmente solo nell'usato! Che peccato!
      Insomma che penaaaa! Spero si inverta la rotta , solo che ci credo poco per quel che riguarda i grandi editori , alcuni , tipo Feltrinelli hanno iniziato da pochissimo ad incollare le prime edizioni e non credo che torneranno indietro ... spero che i medi editori ( tipo Sellerio, Marcos y Marcos, Minimum fax , ecc ..) continuino a dare l'esempio e riescano a vender bene così da far capire ai grandi che forse un pò di qualità va anche a loro vantaggio nel lungo periodo...
      Se proprio vogliono risparmiare allora io preferisco che prima immettano sul mercato un e-book curando al massimo la traduzione, italiano, refusi ecc... e poi se l'autore ha gran successo o insomma se ci sono richieste di cartaceo sufficienti per loro.. che facciano buoni libri di carta nel numero corrispondente più o meno alla richiesta ... in questo modo risparmierebbero tantissimo dando comunque buone letture agli appassionati ! :-)
      Dalia

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  7. So che adesso qualcuno mi sparerà, ma a me non sembra una cosa così rilevante.
    Lo ammetto.
    Io non scelgo i libri in base alla casa editrice. Se la storia mi attira, se è un autore già letto che mi fa venire voglia di ritrovarlo...se il libro (fisicamente) mi piace.
    E poi faccio un compromesso tra ciò che voglio e il costo.
    Capita che per uno stesso romanzo io decida di spendere di più perchè preferisco il libro più caro: il tipo di pagina, il carattere...
    Ma ricordo anche un periodo nel mio passato, ero una ragazzina, in cui volevo fortissimamente i sonetti di Shakespeare.
    Solo che la mia famiglia stava passando un periodo davvero orrendo, economicamente, e non potevo permettermi di comprare libri "decenti".
    Mi servivo della bibliteca, ma quel testo desideravo con tutta me stessa.
    Così comprai i Grandi Tascabili Economici della Newton - una cosa orrenda, con le pagine di cartone che nemmeno si giravano.
    Orrendo, ma quello potevo permettermi.
    Poi cambiò il vento e acquistai una copia più elegante, però quella è rimasta nel mio cuore.
    Tutto questo per dire che il discorso "quando un libro costa troppo" secondo me varia molto da soggetto a soggetto.
    I libri a 0.99 possono anche essere acquistati, ma ci sarà comunque chi preferirà edizioni più curate.
    E comunque...posso essere sincera? Un libro "modaiolo" che costa 18 euro e un fitzgerald a 0,99 non è così male.
    Magari qualcuno lo compra solo perchè costa poco, ma intanto compra un libro che potrebbe valer la pena leggere.
    Peggio era se fosse stato il contrario.

    L'operazione di marketing non è nel solo vendere di più, ma nel bendisporre il lettore verso la casa editrice. "Ah, la Newton, si, avevo comprato quei libri così economici....ok, questo viene di più, però..."
    Magari lo stesso ragionamento coinvolgerà anche l'autore.
    "Ah si, la Austen, è quella di Lady Susan, bello...Chissà se mi piace anche questo"

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    1. No beh, nemmeno io scelgo un libro in base alla casa editrice... e il fatto che alcune siano a priori escluse è perché pubblicano generi che non leggo (la Fazi ad esempio... ma anche la Newton stessa).
      poi verso alcune ho più simpatica che verso altre. E più fiducia anche nel trovarmi di fronte a prodotti di qualità, sia a livello di contenuti sia soprattutto a livello di cura dell'edizione (editing, traduzione, qualità dell'oggetto libro).
      Sul discorso dei costi, è ovvio che varia da caso a caso e da persona a persona. E io sono la prima eh ad aspettare sconti o promozioni proprio perché comunque non potrei spendere sempre 15 o 18 euro per un libro.

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  8. Salve,
    scopro da questo post della Lettrice Rampante l'iniziativa della NC e vorrei aggiungere un mio commento. Non voglio entrare nel merito dell'operazione editoriale, in quanto mi sembra di leggere nei vari commenti, che ci sono altri lettori con idee ben più chiare delle mie su questo punto, però vorrei intervenire sul tema parallelo del "valore della lettura" che è stato tirato in ballo.
    Premetto due cose, sono anch'io una lettrice (con i miei gusti e le mie preferenze) e sono anche una bibliotecaria. Ebbene in base alla mia esperienza, di lettrice prima e di bibliotecaira poi, discutere se dare una valore all'atto di leggere, e come quantificare tale valore, è un pò un arrovellarsi inutile, perchè proprio grazie alla varietà ed alla universalità della lettura, un lettore tenderà sempre a cambiare/modificare le proprie letture. Quindi ad esempio, un lettore "pigro" (tanto per citare un concetto espresso in precedenza) potrà iniziare con un libro sbarluccicante/vampiresco o con un classico Harmony (pensate gli Harmony che diventano "classici"!!) ma poi col tempo e in maniera del tutto naturale, andrà a cercarsi qualcosa di diverso, e cosi piano piano si costruirà il suo personalissimo percorso da lettore, avvicinandosi ad altri generi, altre storie, affinando il suo gusto, cosi come è capitato a tutti noi. Ci saranno momenti in cui questo lettore vorrà solo svagarsi e perdersi in una storia più leggera, altri momenti in cui vorrà leggere solo libri brevi (assolutamente non oltre le 50 pag!!) oppure il giorno che deciderà di leggere tutto Dostoevskij (perchè è il momento giusto!).
    Tutto questo pippotto per dire che io sono fra quelle persone che incoraggiano sempre e comunque la lettura, perchè non è importante il punto di partenza, nella stragrande maggioranza dei casi, quello sarà solo il pretesto per cominciare un'avventira bellissima, che ti porterà molto lontano: leggere!

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    1. Uhm non vorrei che fosse trasparita l'idea "se devi leggere Harmony è meglio se non leggi", perché non è assolutamente quello che intendevo! E non è che io ho iniziato a leggere da Roth eh :P Ho avuto le mie fasi, come ogni lettore.

      Il concetto che volevo venisse fuori è che in molti elogiano la Newton Compton perché finalmente fa i libri economici... quando i libri economici sono anni e anni che esistono, con qualità molto ma molto più alta rispetto a quelli della Newton. La differenza è che questa casa editrice si compra le vetrine, mette gli stand ovunque e accalappia così i lettori "pigri" che non hanno voglia di cercare oltre. Ma questo vale per qualunque genere (esempio: uno dei romanzi d'amore più brutti che abbia mai letto era Feltrinelli).

      Non sono i lettori la chiave di questa mia "polemica",ma questo elogio del tutto ingiustificato, secondo me, di libri mediocri, spesso tradotti male, spesso che si sfaldano, come la nuova frontiera della lettura.

      PS: lavorare in biblioteca è il mio sogno *____________*

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  9. Comunque...visti "i più popolari" di anobii?
    ^-^

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