venerdì 15 febbraio 2013

AñOS LENTOS - Fernando Aramburu

A finales de la década de los sesenta, el protagonista, un niño de ocho años, se va a San Sebastián a vivir con sus tíos. Allí es testigo de cómo transcurren los días en la familia y el barrio: su tío Vicente, de carácter débil, reparte su vida entre la fábrica y la taberna, y es su tía Maripuy, mujer de fuerte personalidad pero sometida a las convenciones sociales y religiosas de la época, quien en realidad gobierna la familia; su prima Mari Nieves vive obsesionada por los chicos, y el hosco y taciturno primo Julen es adoctrinado por el cura de la parroquia para acabar enrolado en una incipiente ETA. El destino de todos ellos –que es el de tantos personajes secundarios de la Historia, arrinconados entre la necesidad y la ignorancia– sufrirá, años después, un quiebro. Alternando las memorias del protagonista con los apuntes del escritor, Años lentos ofrece además una brillante reflexión sobre cómo la vida se destila en una novela, cómo se trasvasa el recuerdo sentimental en memoria colectiva, mientras su escritura diáfana deja ver un fondo turbio de culpa en la historia reciente del País Vasco.

("Alla fine degli anni sessanta, il protagonista, un bambino di otto anni, va a vivere a San Sebastiáan con i suoi zii. Lì è testimone di come trascorrono i giorni nella famiglia e nel quartiere: suo zio Vicente, dal carattere debole, divide la sua vita tra la fabbrica e il bar, ed è sua zia Maripuy, moglie dalla forte personalità però sottomessa alle convezioni sociali e religiose dell'epoca, a governare realmente la famiglia; sua cugina Mari Nieves è ossessionata dagli uomini, e il burbero e taciturno cugino Julen viene istruito dal prete della parocchia e finisce arruolato in un'incipiente ETA. Il destino di tutti loro- che è lo stesso di tanti personaggi secondari della Storia, schiacciati tra necessità e ignoranza, patirà anni dopo un cambiamento. Alternando i ricordi del protagonista con gli appunti dello scrittore, Años lentos fornisce inoltre una brillante riflessione su come la vita viene distillata in un romanzo, su come il ricordo personale può travasarsi in memoria collettiva, mentre la sua scrittura diafana rivela un fondo oscuro di colpa nella storia recente dei Paesi Baschi" ...la traduzione è mia, portate pazienza!)

Devo iniziare questa recensione chiedendo scusa a tutti coloro che la leggeranno. Vi chiedo scusa perché sto per parlavi di un libro molto bello, appassionante e scritto dall'autore con uno stile geniale, che, almeno per ora, a meno che voi non conosciate lo spagnolo, non potrete leggere. Di questo libro infatti non esiste ancora una versione italiana. So che qualcuno si sta impegnando molto per cercare un editore che voglia investire su questo libro, ma, almeno per ora, senza troppo successo. Ed è davvero un peccato, perché Aramburu offre uno spaccato della Spagna nell'epoca franchista forse a volte un po' dimenticato o che comunque qui da noi, a meno di non essere appassionati, non è molto conosciuto. Ovvero quello dei Paesi Baschi e di come lì è stata vissuta la dittatura.

Protagonista è Txiki, un bambino di otto anni che finisce a vivere a casa dei suoi zii perché i genitori sono troppo poveri per mantenere tutti i figli. Qui entrerà in contatto con una famiglia e un paese diverso da quello a cui era abituato. C'è lo zio Vicente, un uomo taciturno che lavora in fabbrica e che sembra essere un po' rassegnato, sia al suo destino sia ad essere succube della moglie Maripuy, vero capofamiglia: una donna forte, coraggiosa ma vittima di pregiudizi e convenzioni sociali che la portano troppo spesso a preoccuparsi più di che cosa penserebbe la gente che non di quello di cui ha bisogno la sua famiglia. Pregiudizi che riversa soprattutto contro la figlia Mari Nieves, a cui il paese inizia davvero a stare troppo stretto, vista anche la sua voglia di divertirsi con gli uomini, che arriva al punto di metterla irrimediabilmente nei guai e porta altri membri della famiglia a soluzioni drastiche. A chiudere il quadretto famigliare c'è Julen, a cui Txiki deve questo suo strano soprannome e con il quale lega tantissimo, nonostante l'età di differenza e, soprattutto, i piedi puzzolenti. Julen rappresenta il popolo che si ribella, lasciandosi convincere dal parroco del paese a unirsi all'ETA e alla lotta armata. Una scelta sentita, ma di cui forse Julen non aveva valutato tutte le conseguenze.

Aramburu ci accompagna all'interno di questa famiglia e del paese in cui vive, utilizzando due espedienti narrativi molto efficaci. Da un lato abbiamo i ricordi che lo stesso Txiki fornisce allo scrittore per permettergli di scrivere la sua storia: ricordi a volte non proprio precisi di singoli episodi della sua vita all'interno della famiglia, di cui vorrebbe però fossero cambiati i nomi. Dall'altro ci sono gli appunti che Aramburu stesso sta prendendo "a margine" del racconto di Txiki per trasformare i ricordi in un romanzo vero e credibile, che in realtà non è ancora sicuro di voler scrivere. Due soluzioni a mio avviso geniali, che rendono la narrazione completa e interessante, fornendo un punto di vista parecchio insolito.

Sarà che io sono una grandissima amante della Spagna e della sua storia, sebbene debba ammettere di sapere pochissimo dei Paesi Baschi, però ho trovato questo libro davvero ben scritto, in grado di fornire uno spaccato davvero realistico della vita dei piccoli paesi. Ed è un peccato che in Italia questo libro non sia ancora arrivato.

Titolo: Años lentos
Autore: Fernando Aramburu
Pagine: 219
Anno di pubblicazione: 2012
Editore: Tusquets Editore
ISBN: 978-84-8383-380-3
Prezzo di copertina: 17,00€

5 commenti:

  1. Ahhh questi spagnoli! Geniali nell'editoria e anche nel cinema! Aspetterò che venga tradotto **

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  2. La cosa strana è che di questo autore qualche romanzo in italiano già esiste... non capisco cosa aspettino a pubblicare anche questo!!

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  3. Tiziana♥ (perchedirvelo)19 febbraio 2013 alle ore 17:29

    "nonostante l'eta di differenza"? Poi non dire che non ti leggo con attenzione :P

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    1. tu sì... il mio lettore rampante correttore un po' meno :P (oppure dice di leggerle ma poi non lo fa :P)

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  4. Tiziana♥ (perchedirvelo)19 febbraio 2013 alle ore 21:18

    Licenzialo! Subito! XD

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