domenica 28 ottobre 2012

UN LAVORO SPORCO - Christopher Moore

Charlie Asher è contento, felice, appagato. Una bella moglie in attesa di un figlio. Un negozio di roba usata. Amici con i quali scambiare le solite quattro chiacchiere. Un'esistenza tranquilla. Quando l'adorata Rachel perde la vita dando alla luce la dolce Sophie, la situazione prende decisamente una brutta, bruttissima piega. Charlie, distrutto, inizia a vedere persone e oggetti che non dovrebbero esserci. Che non dovrebbero esistere. Un uomo altissimo color verde menta che appare e scompare a proprio piacimento. Enormi volumi usciti dal nulla che luccicano e si aprono su pagine dense di segreti sull'aldilà. Messaggi misteriosi conditi da teschi e ossa. Corvi spettrali che svolazzano in ogni dove. Conoscenti, amici o perfetti sconosciuti che cominciano a morire. I casi sono due: o Charlie sta impazzendo o qualcosa, qualcuno, l'ha scelto per una missione neppure troppo piacevole. Qualcuna, più precisamente, con tanto di falce e sudario nero vuole essere sostituita o aiutata.

Dopo che hai letto e amato tanto un libro scritto da un autore, leggerne un altro è sempre difficile. Si generano aspettative altissime, in ogni pagina cerchi la genialità e tutte quelle caratteristiche che tanto ti hanno portato ad adorare il romanzo precedente. Non importa se la trama è completamente diversa, se magari sono passati anni tra un libro e l'altro. Si ricercano sempre le stesse sensazioni ed emozioni  che si erano provate la volta precedente.
A me succede con quasi tutti gli autori di romanzi che ho amato. E mi è successo quindi anche con Christopher Moore. 
Ho letto "Il vangelo secondo Biff" poco tempo fa, trovandolo splendido: la giusta via di mezzo tra ironia, comicità e serietà che lo hanno fatto finire dritto dritto nella lista dei miei libri preferiti. Ho deciso di leggere un altro romanzo di questo autore con estrema titubanza, perché sapevo che il discorso delle aspettative mi avrebbe condizionato molto. Ma dovevo comunque provare.

"Un lavoro sporco" non è Biff. Non ci si avvicina nemmeno lontanamente. C'è l'ironia, certo. Ci sono frasi che offrono spunti di riflessione, c'è quel misto di serio e faceto che a questo autore riesce tanto bene. Ma nulla di più. Al punto che ho fatto davvero fatica a proseguire nella lettura.

Il romanzo inizia con la morte della moglie di Charlie, poco dopo aver dato alla luce la loro prima figlia, Sophie. Charlie vedrà un uomo nella stanza della donna poco prima che muoia, un uomo che non dovrebbe vedere e che gli trasmetterà un ruolo, quello di recuperare le anime delle persone che stanno morendo per permettere il loro passaggio ad altre persone. E' un sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare. Anche perché se si sgarra, le tenebre e i mostri che le popolano sono pronti e sempre all'erta per poter conquistare la terra. Charlie inizialmente troverà difficoltà a svolgere questo suo compito: d'altronde ha anche una bambina piccola da crescere e un negozio di roba usata da mandare avanti. Ma ben presto si renderà conto dell'importanza di questo lavoro, anche per la sua sicurezza personale. Ad aiutarlo, oltre alla sorella lesbica Janet, e ai bizzarri dipendenti del suo negozio, ci sono un barbone, un poliziotto che crede nel soprannaturale, una serie di piccole creature misteriose a forma di scoiattoli e di altri animali, due vicine di casa impertinenti. E la piccola Sophie, che forse ha più poteri di quanti una bambina della sua età dovrebbe avere e che viaggia sempre accompagnata da due giganteschi cani infernali. Ma i loro sforzi saranno sufficienti per sconfiggere le tenebre?

Il libro inizia molto bene, raccontando la vita di Charlie nei primi tempi dalla morte della moglie e dal suo lavoro di "mercante di morte". E' ironico al punto giusto nel creare situazioni grottesche, anche nei momenti più tristi. Però a un certo punto si perde, introducendo troppi personaggi fantastici e sovrannaturali nella vicenda, al punto  a volte si fa fatica a capire cosa sia successo e come. E' un po' come se la storia gli sfuggisse di mano e per riprenderla dovesse fare uno sforzo enorme, che il lettore percepisce. Almeno, io ho avuto delle serie difficoltà a capire cosa stesse succedendo e perché e questo mi ha reso la lettura parecchio difficoltosa.
E' un po' un peccato, perché comunque i personaggi sono tutti ben caratterizzati e ben riusciti: la scena iniziale di Charlie che parla con la moglie che ha appena partorito è semplicemente geniale, così come il rapporto tra l'uomo e la sorella lesbica che ha il brutto vizio di rubarle i vestiti, o quello con Lily, sua dipendente un po' dark disposta a sacrificarsi per permettere all'uomo una scopata dopo tanti anni. E anche la bambina e le sue due tate, una cinese, l'altra russa, sono davvero buffe. Dei personaggi così si sarebbero forse meritati una storia migliore.

Ho il sospetto che Moore sia uno di quegli autori (e ce ne sono davvero tanti) in grado di scrivere un solo capolavoro nella loro vita e qualunque altro libro non potrà mai essere all'altezza. Certo, io ho letto "Il vangelo secondo Biff" e magari i prossimi romanzi mi faranno ricredere. Ma ho questa sensazione...
Non vi sto dicendo assolutamente di non leggerlo, anzi. Però se questo è il primo romanzo di questo autore che leggete e non vi è piaciuto, dategli una seconda possibilità, andando subito a cercare una copia de "Il Vangelo secondo Biff". Di sicuro cambierete idea.

Nota alla traduzione: direi che la traduttrice è stata abbastanza brava, non si riscontrano problemi particolari.

Titolo: Un lavoro sporco
Autore: Christopher Moore
Traduttore: Chiara Brovelli
Pagine: 382
Anno di pubblicazione: 2012
Editore: LIT- libri in tasca
ISBN: 978-8865830383
Prezzo di copertina: 9,90€
Acquista su Amazon:
formato brossura: Un lavoro sporco

6 commenti:

  1. Sono d'accordo su tutto, sia sulle aspettative altissime che influenzano negativamente la lettura di qualsiasi altro romanzo di Moore che sul 'troppo' che viene infilato a forza nella trama fino a farla quasi scoppiare. Però devo dire che la caratterizzazione di Charlie... beh, non mi sembrava neanche una caratterizzazione. Curioso, perché tutti gli altri personaggi avevano un loro perché e un per come, però Charlie, pur essendo il protagonista, è rimasto evanescente fino all'ultimo. Tipo tutta la storia del maschio beta e poi si mette a battibeccare sarcastico con Menta Verde (si chiamava così? è passato un po' da quando l'ho letto...)

    RispondiElimina
  2. (No, era Menta Fresca, forse ò_ò uhm.)

    RispondiElimina
  3. Menta Fresca, si :)

    Effettivamente il personaggio di Charlie era partito bene (un po' sfigatino, un po' bizzarro, un po' goffo...insomma, uno di quei personaggi che di solito io amo molto) ma poi anche lui forse si è perso un po' nella trama, confondendo le sue caratteristiche principali

    RispondiElimina
  4. Non sono d'accordo!
    Sarà che io ho letto prima "Un lavoro sporco" e poi "Il vangelo secondo Biff" e , insomma mi ha colpita molto più favorevolmente il primo letto, entrambi splendidi ma per me "Un lavoro sporco "è meglio.
    Ho adorato quel misto di horror e di comico,è un dono riuscire ha far veramente paura e contemporaneamente far sbellicare dalle risate ( ancora mi ricordo quanto ho riso quando lo chiamavano dal tombino!)...
    Secondo me sono entrambe opere geniali ma a seconda di quella che leggi prima ti rimane una specie di imprinting che ti porta a favorirla... :-)
    Silvia

    RispondiElimina
  5. Può essere sai? Perché alla fine sono abbastanza diversi tra loro, entrambi geniali a modo loro e probabilmente il primo che leggi è quello che ti rimane più impresso, proprio come dici tu!
    ora sarei curiosa di sapere cosa succede con il terzo :P

    RispondiElimina
  6. Anch'io! :-)
    Il prossimo che mi piacerebbe legger è "Fool", chissà l'effetto che mi farà! :-)
    Silvia

    RispondiElimina