Le famiglie perfette non esistono. Mo se lo ripete almeno una volta al giorno, ma è difficile convivere con il fallimento, è difficile arrendersi di fronte al fatto che la vita ti sfugge tra le dita, lasciando in cambio solo rughe e incomprensione. Ed è ancor più difficile per una madre che è anche psicologa per l'infanzia capire che i propri figli non ne vogliono sapere di aprirsi a lei, né tantomeno di seguire i suoi consigli. Allora la soluzione sembra semplice, forse la felicità si nasconde in una storia che ti fa sentire di nuovo donna, oppure nel distacco, nel riappropiarsi della libertà perduta. Ma ciò che Mo scopre davvero è che oltre il bianco e il nero, c'è qualcosa in più del grigio. E la meraviglia che si cela dietro i dettagli minimi, quelli più insignificanti... che a cercarli meglio aiutano a ritrovarsi.
Dopo un infruttuoso pomeriggio di shopping, ad assistere inerme mentre il mio ragazzo si rifaceva il guardaroba mentre io non sono riuscita a trovare assolutamente nulla, mi sono fatta portare in libreria, per tirarmi un po' su di morale. Quello che ho risparmiato in vestiti, potevo tranquillamente spenderlo in libri. E così sono entrata in una libreria Coop (mi piacciono un sacco, non so che dirvi) e sono uscita, tra gli altri, con questo libro. La cosa buffa è che non ne avevo mai sentito parlare prima, non lo avevo mai nemmeno visto. Eppure, è stato una sorta di richiamo. L'ho visto casualmente su uno scaffale, ho visto questa sua semplicissima e bellissima copertina, ho letto la trama e mi sono lasciata conquistare.
Lo ammetto, per le prime 70 pagine ho avuto paura di esserci ricascata per l'ennessima volta: bella copertina, belle recensioni, ma il libro in realtà fa fatica a decollare. Eppure, piano piano, andando avanti con la lettura, non ho potuto non appasionarmi alle vicende di questa imperfetta famiglia normale.
La madre, cinquantenne psicologa infantile, dei suoi figli adolescenti in realtà capisce poco nulla, così presa anche dalla sua idea di perfezione (nonchè dall'imminente menopausa).
Dora, la diciottenne primogenita, è in mezzo proprio alla pesante crisi che colpisce tutti gli adolescenti: sono brutta, sono sola, faccio schifo, tutti mi odiano, i miei non mi capiscono... meno male che c'è facebook!
Peter, o Oscar che dir si voglia, ha invece 16 anni ed è un piccolo dandy con la passione ossessione per Oscar Wilde. Nella sua stranezza ha una sua logica e un suo equilibrio che lo rendono una persona forte, seppur vittima delle angherie dei suoi compagni.
La nonna pronta ad ascoltare e a fare torte e dolci per consolare.
E poi c'è il padre, una figura di sfondo, ma in realtà vero pilastro della famiglia: pronto a proteggerla a costo di qualunque cosa.
Insomma, la descrizione di una famiglia normale: una famiglia tutto fuorché perfetta, con i suoi problemi, le sue crisi, le sue incomprensioni, le sue stranezze delle quali non si può non sorridere e che non si possono non condividere. Perché le famiglie perfette non esistono.
Un diario a sei mani, con madre, figlia e figlio che intervengono, un capitolo a testa, nel descrivere la loro vita, alla ricerca di sé stessi. Con il padre che interviene solo una volta, quando ce n'è veramente bisogno, ma che rimane sempre a vigilare dal fondo.
Mi è piaciuto, mi è piaciuto molto, sebbene la trama potesse essere facilmente prevedibile. Mi è piaciuta la leggerezza e la schiettezza con cui ha trattato certi argomenti. Mi è piaciuto il trionfare dei buoni sentimenti alla fine, perché è un modo per trasmettere l'idea che le tempeste capitano a tutti nella vita ma che poi ogni volta può tornare il sereno, se si rimane insieme ad affrontarle.
Dopo un infruttuoso pomeriggio di shopping, ad assistere inerme mentre il mio ragazzo si rifaceva il guardaroba mentre io non sono riuscita a trovare assolutamente nulla, mi sono fatta portare in libreria, per tirarmi un po' su di morale. Quello che ho risparmiato in vestiti, potevo tranquillamente spenderlo in libri. E così sono entrata in una libreria Coop (mi piacciono un sacco, non so che dirvi) e sono uscita, tra gli altri, con questo libro. La cosa buffa è che non ne avevo mai sentito parlare prima, non lo avevo mai nemmeno visto. Eppure, è stato una sorta di richiamo. L'ho visto casualmente su uno scaffale, ho visto questa sua semplicissima e bellissima copertina, ho letto la trama e mi sono lasciata conquistare.
Lo ammetto, per le prime 70 pagine ho avuto paura di esserci ricascata per l'ennessima volta: bella copertina, belle recensioni, ma il libro in realtà fa fatica a decollare. Eppure, piano piano, andando avanti con la lettura, non ho potuto non appasionarmi alle vicende di questa imperfetta famiglia normale.
La madre, cinquantenne psicologa infantile, dei suoi figli adolescenti in realtà capisce poco nulla, così presa anche dalla sua idea di perfezione (nonchè dall'imminente menopausa).
Dora, la diciottenne primogenita, è in mezzo proprio alla pesante crisi che colpisce tutti gli adolescenti: sono brutta, sono sola, faccio schifo, tutti mi odiano, i miei non mi capiscono... meno male che c'è facebook!
Peter, o Oscar che dir si voglia, ha invece 16 anni ed è un piccolo dandy con la passione ossessione per Oscar Wilde. Nella sua stranezza ha una sua logica e un suo equilibrio che lo rendono una persona forte, seppur vittima delle angherie dei suoi compagni.
La nonna pronta ad ascoltare e a fare torte e dolci per consolare.
E poi c'è il padre, una figura di sfondo, ma in realtà vero pilastro della famiglia: pronto a proteggerla a costo di qualunque cosa.
Insomma, la descrizione di una famiglia normale: una famiglia tutto fuorché perfetta, con i suoi problemi, le sue crisi, le sue incomprensioni, le sue stranezze delle quali non si può non sorridere e che non si possono non condividere. Perché le famiglie perfette non esistono.
Un diario a sei mani, con madre, figlia e figlio che intervengono, un capitolo a testa, nel descrivere la loro vita, alla ricerca di sé stessi. Con il padre che interviene solo una volta, quando ce n'è veramente bisogno, ma che rimane sempre a vigilare dal fondo.
Mi è piaciuto, mi è piaciuto molto, sebbene la trama potesse essere facilmente prevedibile. Mi è piaciuta la leggerezza e la schiettezza con cui ha trattato certi argomenti. Mi è piaciuto il trionfare dei buoni sentimenti alla fine, perché è un modo per trasmettere l'idea che le tempeste capitano a tutti nella vita ma che poi ogni volta può tornare il sereno, se si rimane insieme ad affrontarle.
Nota alla traduzione: c'è qualche refuso, e qualche errore che non capisco se sia voluto oppure no: ogni tanto Oscar parla al femminile, potrebbe essere così anche in inglese per caratterizzare meglio il personaggio, difficile a dirsi. Comunque non male dai.
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