Alla vigilia del suo nono compleanno, la timida Rose Edelstein scopre improvvisamente di avere uno strano dono: ogni volta che mangia qualcosa, il sapore che sente è quello delle emozioni provate da chi l'ha preparato, mentre lo preparava. I dolci della pasticceria dietro casa hanno un retrogusto di rabbia, il cibo della mensa scolastica sa di noia e frustrazione; ma il peggio è che le torte preparate da sua madre, una donna allegra ed energica, acquistano prima un terrificante sapore di angoscia e disperazione, e poi di senso di colpa. Rose si troverà così costretta a confrontarsi con la vita segreta della sua famiglia apparentemente normale, e con il passare degli anni scoprirà che anche il padre e il fratello - e forse, in fondo, ciascuno di noi - hanno doni misteriosi con cui affrontare il mondo. Mescolando il realismo psicologico e la fiaba, la scrittura sensuale di Aimeé Bender torna a regalarci una storia appassionante sulle sfide che ogni giorno ci pone il rapporto con le persone che amiamo.
Incredibile. Ci sono cascata di nuovo. Titolo bellissimo, copertina accattivante, retro di copertina che incuriosisce, suggerimenti da parte di amiche (e addirittura dalla commessa della libreria in cui l'ho comprato che tutta fiera mi ha detto "il bollino consigliato dal libraio" ce l'ho messo io).
Le premesse quindi c'erano tutte. Io adoro i libri che parlano di cibo, ancor più se hanno una bella torta al limone in copertina. Tendo a trovarmi d'accordo con il passaparola, con quei libri che non finiscono in classifica ma di cui si sente comunque parlare in qualche modo, e mi trovo in parte d'accordo sull'idea di fondo del libro, ovvero che i sentimenti di chi cucina si riflettono in qualche modo in quello che cucina.
Eppure qualcosa non ha funzionato.
Il problema principale è che forse non sono riuscita a simpatizzare con nessuno dei protagonisti. Ho trovato Rose, la voce narrante nonché personaggio principale, quasi insulsa, incapace di affrontare la vita e di cercare di trarre qualcosa di buono dal dono che la perseguita. La madre mi è parsa egoista. Del padre non ho concepito possibile il fatto che non volesse entrare in ospedale per paura di scoprire quale fosse il suo dono (perché pare essere una cosa di famiglia), nemmeno per assistere alla nascita dei figli. E il fratello, beh, ha un dono talmente strano e inutile che non riesco nemmeno a capire come si possa intendere tale (nè come mai i suoi genitori non si siano mai preoccupati delle sue eccessive stranezze). E poi c'è George, il bel George, amico del fratello, di cui lei è innamorata cotta. Ma che per come ha svolto la trama l'autrice, poteva benissimo anche non esserci.
Il dono di Rose è quindi solo un espendiente, per narrare le vicende incredibili di questa famiglia, senza che sia mai la ragazza il vero cardine di tutto.
Non lo so. Forse non ero in vena di libri troppo psicologici e strani, soprattutto visto che mi aspettavo altro. Forse a volte pecco di praticità e non sono in grado di lasciarmi andare alle favole, a sospendere l'incredulità e lasciarmi trasportare. Oppure non sono stata in grado di cogliere il messaggio nascosto dietro tutto questo (sì, ok, dobbiamo amare chi ci sta accanto indipendentemente dalle sue stranezze e dai suoi problemi e sostenerlo in ogni momento, anche quando non capiamo, e questo lo sapevo già, anche se non credo che sia sempre possibile).
Di buono c'è che si legge veramente bene, è molto scorrevole e ha la capacità di tenerti incollato alle pagine (nella speranza forse che dopo migliori).
Una grande idea, a mio avviso, sprecata.
Nota alla traduzione: nulla da dire direi!
Per acquistare: L'inconfondibile tristezza della torta al limone (Sotterranei)
Incredibile. Ci sono cascata di nuovo. Titolo bellissimo, copertina accattivante, retro di copertina che incuriosisce, suggerimenti da parte di amiche (e addirittura dalla commessa della libreria in cui l'ho comprato che tutta fiera mi ha detto "il bollino consigliato dal libraio" ce l'ho messo io).
Le premesse quindi c'erano tutte. Io adoro i libri che parlano di cibo, ancor più se hanno una bella torta al limone in copertina. Tendo a trovarmi d'accordo con il passaparola, con quei libri che non finiscono in classifica ma di cui si sente comunque parlare in qualche modo, e mi trovo in parte d'accordo sull'idea di fondo del libro, ovvero che i sentimenti di chi cucina si riflettono in qualche modo in quello che cucina.
Eppure qualcosa non ha funzionato.
Il problema principale è che forse non sono riuscita a simpatizzare con nessuno dei protagonisti. Ho trovato Rose, la voce narrante nonché personaggio principale, quasi insulsa, incapace di affrontare la vita e di cercare di trarre qualcosa di buono dal dono che la perseguita. La madre mi è parsa egoista. Del padre non ho concepito possibile il fatto che non volesse entrare in ospedale per paura di scoprire quale fosse il suo dono (perché pare essere una cosa di famiglia), nemmeno per assistere alla nascita dei figli. E il fratello, beh, ha un dono talmente strano e inutile che non riesco nemmeno a capire come si possa intendere tale (nè come mai i suoi genitori non si siano mai preoccupati delle sue eccessive stranezze). E poi c'è George, il bel George, amico del fratello, di cui lei è innamorata cotta. Ma che per come ha svolto la trama l'autrice, poteva benissimo anche non esserci.
Il dono di Rose è quindi solo un espendiente, per narrare le vicende incredibili di questa famiglia, senza che sia mai la ragazza il vero cardine di tutto.
Non lo so. Forse non ero in vena di libri troppo psicologici e strani, soprattutto visto che mi aspettavo altro. Forse a volte pecco di praticità e non sono in grado di lasciarmi andare alle favole, a sospendere l'incredulità e lasciarmi trasportare. Oppure non sono stata in grado di cogliere il messaggio nascosto dietro tutto questo (sì, ok, dobbiamo amare chi ci sta accanto indipendentemente dalle sue stranezze e dai suoi problemi e sostenerlo in ogni momento, anche quando non capiamo, e questo lo sapevo già, anche se non credo che sia sempre possibile).
Di buono c'è che si legge veramente bene, è molto scorrevole e ha la capacità di tenerti incollato alle pagine (nella speranza forse che dopo migliori).
Una grande idea, a mio avviso, sprecata.
Nota alla traduzione: nulla da dire direi!
Per acquistare: L'inconfondibile tristezza della torta al limone (Sotterranei)
Oddio sai che non appena ho letto il titolo e la trama ho detto "wowww lo compro"? Ma dopo aver letto la tua recensione sono un po' frenata.. anch'io mi fido del passaparola, della copertina e del titolo, ma a volte si rimane un po' "fregati" perché ci si aspettava tutt'altro!
RispondiEliminaAllora, diciamo che oggi sono un tantino di pessimo umore e quindi può darsi che questo abbia influito sulla recensione.
RispondiEliminaL'impressione generale della "grande idea sprecata" rimane ma forse potevo esprimerla in modo meno irruento :P
La tua recensione non mi invoglia molto a leggerlo ma chissà magari la curiosità avrà il sopravvento e, visto che comunque sostieni sia scorrevole, lo leggerò lo stesso e poi... naturalmente ti farò sapere!
RispondiEliminaTi dirò, mi "consola" il fatto che sto trovando molti commenti contrastanti (su aNobii ma anche altri siti): c'è chi lo ha adorato e chi come me, pur apprenzzando appunto la scorrevolezza e lo stile, è rimasto parecchio perplesso.
RispondiEliminaInsomma, non lasciatevi influenzare troppo dalla mia recensione, provate se volete e poi fatemi sapere :)
Io sono reduce da libri deludenti, e siccome quando c'è delusione il punteggio (negativo) è doppio, mentre quando un libro piace non si perde nemmeno tempo a mettere un punteggio, nonostante l'ultimo romanzo mi sia piaciuto, nemmeno io leggerei questo, perché sento il bisogno essere messa in guardia!!
RispondiEliminaForse dopo i prossimi dieci libri belli che leggerò avrò il coraggio di tentare ;)
Il libro non mi attirava granché neanche prima, ora dopo questa recensione ne girerò alla larga.
RispondiEliminaVolevo dirti! Che ti ho 'insignita' del Versatile Blog Award, guarda sulla mia pagina :)
Grazie mille Leggivendola! *_______*
RispondiEliminaOra vedrò di dare anche io a qualcuno questo Award :)
Nel mentre se non ti dispiace ti aggiungo ai link dei blog che seguo, visto che mi sono accorta ora di non averlo ancora fatto (che gaffe!)
Ahahaha ma tu pensa, mi ero scordata della tua recensione quando l'ho scelto xD D'altronde è passato un anno...
RispondiEliminaIn un certo senso è un bene, visto che alla fine l'ho adorato indicibilmente... che poi in un certo senso condivido molto di quello che dici, solo che curiosamente io vedo certi aspetti come pregi piuttosto che come difetti ò_ò