
L'ho appena finito e sono ancora commossa.
E' un libro che ti prende, che ti fa "correre", fin dalle prime pagine perchè racchiude insieme tanti sentimenti: l'amicizia, giusta e sbagliata, i legami familiari, che a volte si spezzano, e l'amore, che può nascere nei modi più impensabili.
E lo sanno i due protagonisti, due sedicenni che all'improvviso vedono la loro vita stravolta. Tamar che decide di aiutare il fratello a disintossicarsi, cercandolo dopo che è scappato di casa , progettando un piano impossibile per salvarlo che la porterà a mettere in pericolo la sua stessa vita. E Assaf che si ritrova suo malgrado coinvolto in tutto questo e che per l'amore che sente che potrebbe provare per questa ragazza decide di non tirarsi indietro, di cercarla ed aiutarla, pur non sapendo nulla di lei. E a loro si uniscono tutti i personaggi di contorno: i buoni (spesso le persone più impensabili, passanti per strada, drogati, suore di clausura) e i cattivi.
E chisse ne frega se il finale è forse un po' scontato e prevedibile. E' l'unico possibile, l'unico che avrei potuto accettare e che mi fa pensare a questo libro come a un capolavoro.
Grossman scrive molto bene, lo avevo già notato in "Che tu sia per me il coltello", primo mio approccio ai suoi romanzi che però non mi aveva entusiasmato quanto questo. Perchè qui c'è riflessione, ma c'è anche azione. C'è gioia e c'è dolore che si mischiano e si confondono e ti fanno capire quanto si dovrebbe essere disposti a fare per le persone che si amano.
E poi Dinka, il cane, è semplicemente adorabile.
Leggetelo!
Nota alla traduzione: qualche nota necessaria per i termini ebraici. Ben fatta direi.
"Hai bisogno di uno con una mano grande così" aveva sentenziato Leah, "e sai perchè?"
"PErchè?" ora sarebbe arrivata la spiegazione.
"Uno che se ne sta con la mano alzata, forte, ferma, come la Statua della Libertà ma senza quel cono gelato. Solo con la mano aperta, in alto, e allora tu..." Leah sollevò la sua mano squadrata, ruvida, con le unghie rosicchiate e la agitò, come fosse un uccellino in volo "... tu, da lontano, da qualsiasi punto della terra, vedrai quella mano e saprai che lì potrai posarti e riposare. E' vero o no?"
E' un libro che ti prende, che ti fa "correre", fin dalle prime pagine perchè racchiude insieme tanti sentimenti: l'amicizia, giusta e sbagliata, i legami familiari, che a volte si spezzano, e l'amore, che può nascere nei modi più impensabili.
E lo sanno i due protagonisti, due sedicenni che all'improvviso vedono la loro vita stravolta. Tamar che decide di aiutare il fratello a disintossicarsi, cercandolo dopo che è scappato di casa , progettando un piano impossibile per salvarlo che la porterà a mettere in pericolo la sua stessa vita. E Assaf che si ritrova suo malgrado coinvolto in tutto questo e che per l'amore che sente che potrebbe provare per questa ragazza decide di non tirarsi indietro, di cercarla ed aiutarla, pur non sapendo nulla di lei. E a loro si uniscono tutti i personaggi di contorno: i buoni (spesso le persone più impensabili, passanti per strada, drogati, suore di clausura) e i cattivi.
E chisse ne frega se il finale è forse un po' scontato e prevedibile. E' l'unico possibile, l'unico che avrei potuto accettare e che mi fa pensare a questo libro come a un capolavoro.
Grossman scrive molto bene, lo avevo già notato in "Che tu sia per me il coltello", primo mio approccio ai suoi romanzi che però non mi aveva entusiasmato quanto questo. Perchè qui c'è riflessione, ma c'è anche azione. C'è gioia e c'è dolore che si mischiano e si confondono e ti fanno capire quanto si dovrebbe essere disposti a fare per le persone che si amano.
E poi Dinka, il cane, è semplicemente adorabile.
Leggetelo!
Nota alla traduzione: qualche nota necessaria per i termini ebraici. Ben fatta direi.
"Hai bisogno di uno con una mano grande così" aveva sentenziato Leah, "e sai perchè?"
"PErchè?" ora sarebbe arrivata la spiegazione.
"Uno che se ne sta con la mano alzata, forte, ferma, come la Statua della Libertà ma senza quel cono gelato. Solo con la mano aperta, in alto, e allora tu..." Leah sollevò la sua mano squadrata, ruvida, con le unghie rosicchiate e la agitò, come fosse un uccellino in volo "... tu, da lontano, da qualsiasi punto della terra, vedrai quella mano e saprai che lì potrai posarti e riposare. E' vero o no?"
Questo per me è stato il primo libro che ho letto di Grossman. Mi ha davvero entusiasmato, per la storia ed anche per il modo di scrivere incalzante e che invoglia a leggere. Ho letto dopo altri 2 libri suoi e ne sto leggendo un altro, tutti più vecchi ed ho ritrovato uno stile di scrittura che mi hanno spiazzato. "L'uomo che corre" non mi è proprio piaciuto, mentre 'Ci sono bambini a zig zag' è bello oltre che particolare. Quello che sto leggendo adesso, 'il libro della grammatica interiore' riprende i tempi del passaggio dall'infanzia all'adolescenza ed anche questo mi sta piacendo.
RispondiEliminaConoscere Grossman, leggendolo, è comunque stato un piacere.
6000llesima visitatrice!!! IOOOOO!!! :D
RispondiElimina