E' la vigilia di Pasqua. Oggi è il grande giorno: il primo giorno della mostra itinerante sulla storia del più importante emporio della città, il leggendario Dixon & Pickering's, che compie ben cento anni. E Israel Armstrong, bibliotecario intinerante di Tundrum e curatore dell'esposizione, è di ottimo umore. Anche se piove- a Tundrum piove sempre-, lui non ha bevuto il suo caffè- ormai è un lontano ricordo- e la gente del posto sembra fare di tutto per rendergli la vita impossibile. Insomma, ogni cosa va per il verso giusto. Almeno fino a quando si scopre che il proprietario dell'emporio è sparito. Dov'è finito Mr. Dixon? e cosa ne è stato delle centomila sterline che custodiva nella cassaforte? Inutile dire che il sospettato numero uno è proprio Israel...
Un libro veramente insulso, scritto con uno stile che dopo massimo dieci pagine diventa irritante. Una serie di siparietti, uno in fila all'altro, senza quasi collegamenti logici e con l'unico obiettivo (nel mio caso, fallito) di creare un effetto di comicità.
Nulla a che vedere con il primo romanzo della serie, che grazie alla sua originalità è riuscito a far sentire meno le lacune dello stile di Sansom. Veramente una lettura inutile.
Nota alla traduzione: ci sono un sacco di note, relegate per fortuna a fondo libro, che non si capisce se sono state scritte dall'autore (un po' strano però, perchè alcune fanno riferimento a cose che un lettore inglese/irlandese dovrebbe sapere) o dal traduttore. Anche la scelta di alcuni termini (esempio Mustacchi al posto di Baffi) lascia un po' perplessi.
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