Febbraio è stato un mese lunghissimo. Lo so, ho detto lo stesso anche di gennaio, che dalla sua ha almeno la scusante di avere trentun giorni, eppure anche questo mese, che sulla carta è il più corto dell'anno, sembrava non voler finire più. Credo sia uno dei tanti effetti della pandemia, quello di dilatare il tempo a dismisura e farne perdere un po' la cognizione. È stato un mese faticoso, come lo sembrano essere un po' tutti da un anno a questa parte, che ha raggiunto il suo culmine proprio questa settimana, quando ho finalmente potuto ricevere la prima dose di vaccino antiCovid: un momento emozionante, che spero possano vivere presto tutti quanti, per poter finalmente tornare il più possibile alla normalità.
Nonostante la stanchezza fisica e mentale perenne, questo
mese però ho anche letto più di quello scorso: ben quattro libri, tre di autori
che già conoscevo e una nuova scoperta.
Ho iniziato il mese con SWING LOW di Miriam Toews, romanzo del 2000 ma pubblicato all'inizio di quest'anno da marcos y marcos con la traduzione di Maurizia Balmelli. Avevo un certo timore ad affrontare questa lettura, perché racconta la storia di Mel, il padre di Miriam, dall'adolescenza fino al momento del suicidio. Temevo che mi avrebbe fatto star male, che avrei sofferto insieme a Miriam e alla sua famiglia, e invece, pur trasmettendo tutta la tragicità dell'evento, quel che viene fuori è un ritratto amorevole, delicato, quasi poetico, di un uomo che ha lottato per anni contro se stesso e la sua psicosi maniaco-depressiva, sconfiggendo finché ha potuto un destino che tutti davano per scontato.
Be', disse mio padre dopo che ebbero viaggiato in silenzio per un po', l'ho fatto.Hai fatto molte cose, Mel, disse mia mamma. A cosa ti riferisci?Ho fatto quello che dicevano che non avrei mai fatto, rispose mio padre.
E invece Mel è riuscito a diventare insegnante, è riuscito a
sposarsi e a crescere due figlie, trasmettendo loro tutto l'amore di cui era
capace. E Miriam Toews si conferma una
delle mie scrittrici preferite in assoluto, proprio per questa delicatezza, per
questa poesia con cui riesce a raccontare anche la storia più triste,
riuscendo, in qualche modo e per un momento, a mostrare anche il bello di tutto
quello che c'è stato.
Lasciata Miriam Toews, è stato il turno di ESERCIZI DI FIDUCIA di Susan Choi, tradotto da Isabella Zani per Edizioni Sur, e vincitore
del National Book Award del 2019. Un romanzo che mi incuriosiva molto, forse
anche perché dal momento dell'uscita ne ho sentito parlare moltissimo e molto
bene.
È la storia di due ragazzi, David e Sarah, che frequentano
insieme ad altri coetanei una scuola di drammaturgia in una non ben precisata
cittadina americana. Ma la loro storia è in realtà solo un pretesto, da cui
partono poi altre storie intrecciate, che coinvolgono quasi tutti i ragazzi
dell'istituto, che in parte scopriamo sul momento in parte scopriamo tanti anni
dopo, quando vediamo che cosa questi ragazzi sono diventati.
Esercizi di fiducia è un romanzo molto complesso, difficile
da riassumere e, per me, anche molto difficile da leggere. Temo di non averlo
compreso appieno, di essermi persa qualche passaggio in questo intrico di
trame, sottotrame, detti e non detti, verità e illusioni che l'autrice fa
vivere ai suoi personaggi. Mi aspettavo qualcosa di diverso, sicuramente, e in
parte forse è stato questo a impedirmi di vivere appieno il romanzo e
lasciarmici immergere. Ne sono stata invece una sorta di spettatrice esterna,
una di quelle che ogni tanto si deve girare verso il suo vicino per chiedere
qualche spiegazione. Insomma, non un libro per me.
Dopo un romanzo così, avevo bisogno di qualcosa di leggero e
mi sono buttata su MAGARI DOMANI RESTO di Lorenzo Marone (acquistato proprio a
inizio mese per prendere la nuova coperta del lettore Feltrinelli).
Ho scoperto Lorenzo Marone quasi per caso l'anno scorso,
comprando (sempre per prendere la coperta del lettore) e innamorandomi di Un
ragazzo normale. Ero curiosa di leggere altro di suo e, seguendo anche i vari
consigli che mi sono stati dati, sono approdata a casa di Luce nei Quartieri
Spagnoli. Giovane avvocato, con un rapporto conflittuale con la madre e una
strada nella vita ancora da trovare, Luce si arrabatta come può nella sua
quotidianità, grazie anche a un anziano vicino che a modo suo le sta facendo
scoprire il vero senso della famiglia, a un Cane Superiore che non la lascia
mai sola e a Carmen e Kevin, mamma e figlio, su cui teoricamente starebbe
lavorando ma che in realtà quasi senza che se ne renda conto si trasformano in
una ragione di vita.
È un romanzo leggero, con un lieto fine sicuramente
prevedibile e qualche frasetta a effetto, ma che è proprio ciò di cui un
lettore ha bisogno quando legge un libro come questo. Non è bello come Un ragazzo normale,
questo no, ma è stata comunque una piacevolissima lettura.
E non smettete mai di essere curiosi, perché 'a curiosità è 'na forma 'e coraggio.
Per quanto riguarda i libri che mi sono regalata questo mese, due sono anche tra le letture: Magari domani resto di Lorenzo Marone e Casa è dove fa male di Massimo Cuomo. A questi si aggiunge poi Io e Mr Wilder, il nuovo romanzo di Jonathan Coe uscito il 18 febbraio per Feltrinelli con la traduzione di Mariagiulia Castagnone, che sarà quasi sicuramente la mia prossima lettura.
Bene, direi che è tutt... Ah no, fermi! Stavo quasi per dimenticarmene... tra i nuovi arrivi in casa di questo mese c'è anche Fuga dalla rete. Letteratura americana e tecnodipendenza di Luca Pantarotto, uscito sempre il 18 febbraio per Milieu.
È un viaggio nella letteratura americana degli ultimi anni alla scoperta dei modi in cui alcuni dei più grandi scrittori statunitensi si sono confrontati con la rivoluzione digitale... e, tra le altre cose, l'ha scritto mio marito!
Direi che adesso per febbraio è tutto davvero. Ci leggiamo tra un mese!
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